Il Presidente Mattarella consegna il Tricolore ai portabandiera di Milano Cortina 2026: “L’Italia sarà con voi”

Il viaggio dell’Italia Team verso Milano Cortina 2026 può partire ufficialmente. Nel Salone dei Corazzieri del Quirinale il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha consegnato il Tricolore ai portabandiera dei Giochi Olimpici e Paralimpici (foto Simone Ferraro CONI).

Presenti all’evento una rappresentanza di atlete e atleti, tecnici e staff, guidati dal Presidente del CONI Luciano Buonfiglio e dal Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Marco Giunio De Sanctis. Al Salone anche il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, diversi esponenti della Fondazione Milano Cortina 2026 guidata dal Presidente Giovanni Malagò, il Segretario Generale del CONI e Capo Missione a Milano Cortina 2026 Carlo Mornati e il Presidente della FISI Flavio Roda.

Dopo l’Inno di Mameli, il primo a prendere la parola è stato il Presidente del CONI Luciano Buonfiglio: “Signor Presidente, come sempre grazie per averci accolto qui al Quirinale, a pochissimi giorni, addirittura a pochissime ore dalle festività per il Santo Natale. Essere riuscito a trovare uno spazio nella sua agenda non era semplice ma lei come sempre ha compreso le difficoltà di queste atlete e di questi atleti che si stanno preparando ad un appuntamento storico, per alcuni di essi quasi unico, cioè di gareggiare ai Giochi Olimpici nel proprio Paese. Ecco perché la cerimonia di consegna della bandiera ai nostri alfieri per i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026 assume un significato particolare. Questa volta la nostra bandiera, il nostro Tricolore, quello per cui tutti noi dedichiamo una vita di lavoro e di sacrifici, non supererà i nostri confini. Resterà qui con noi, nella nostra amata Italia, e verrà custodita da quattro grandi atleti dello sport italiano. Sono quattro e non due perché per la prima volta nella storia il Presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Kirsty Coventry, su nostra richiesta, ha acconsentito che il Paese organizzatore di un’Olimpiade che porta nella denominazione due città possa sfilare con un doppio portabandiera sia a Milano sia a Cortina, affinché nessuno si debba sentire subalterno ad un altro. Scegliere queste due atlete e questi due atleti è stata la decisione più difficile da quando sono stato eletto Presidente del CONI.

Ogni valutazione finisce sempre per far felice qualcuno e scontentare qualcun altro. In questa squadra che è qui davanti a lei abbiamo fior fiori di campionesse e di campioni che avrebbero potuto aspirare a diventare alfieri azzurri. Abbiamo dovuto bilanciare le decisioni tra uomini e donne, tra due Federazioni come quella degli Sport Invernali e quella degli Sport del Ghiaccio, abbiamo dovuto anche fare i conti con le distanze tra Milano e Cortina e un calendario gare incisivo e inesorabile. Alla fine, siamo giunti ad una soluzione fatta di idee di ragionamenti, di simbologie e di significati che sono oggettivi. A Milano la bandiera sarà affidata alla pluricampionessa olimpica Arianna Fontana, alla sua sesta partecipazione ai Giochi, unica testimone di quella che è stata l’ultima Olimpiade italiana a Torino 2006. Arianna è già stata portabandiera a PyeongChang 2018, ma adesso è diventata un simbolo unico per il nostro movimento. È infatti l’atleta donna più vincente nella storia dello sport italiano, tra Giochi Invernali ed Estivi. Non potevamo non darle questo riconoscimento. Assieme a lei ci sarà un campione come Federico Pellegrino, un atleta che ha fatto della serietà e della compostezza uno stile di vita. Affidargli la bandiera è il giusto coronamento di una carriera vincente ed esemplare. A Cortina la scelta è stata ancora più difficile, avendo innanzitutto atlete che tutto il mondo ci invidia. Senza nulla togliere al valore di altre campionesse uniche e inarrivabili, ho ritenuto giusto puntare su un’atleta che nell’ultimo anno ha emozionato e commosso l’Italia intera, a cominciare da lei Signor Presidente, per la sua incredibile storia di volontà, orgoglio, costanza e resilienza in seguito ad un drammatico infortunio che avrebbe potuto segnare definitivamente la sua carriera. Ovviamente mi riferisco a Federica Brignone, un fulgido esempio di tenacia e caparbietà, di resistenza e costanza. Dovendo poi sempre rispettare l’uguaglianza di genere, non ho avuto dubbi su scegliere il campione olimpico in carica Amos Mosaner, vincitore quattro anni fa a Pechino della medaglia d’oro che difenderà proprio a Cortina insieme a Stefania Costantini, alla quale ho già anticipato che leggerà il giuramento degli atleti alla cerimonia di apertura. Come vede, Signor Presidente, lo sport italiano si presenta a questa Olimpiade con un importante fardello di responsabilità alle quali non ci sottraiamo per due ragioni. Il primo motivo è che atlete e atleti si sono preparati in questi quattro anni conoscendo solo due parole: lavoro e impegno. Il secondo motivo è che noi tutti sappiamo che al nostro fianco c’è lei, il nostro primo tifoso, il nostro solido baluardo che non ci ha mai fatto mancare l’affetto e la vicinanza di cui questa volta abbiamo davvero tanto bisogno. A nome di queste ragazze e di questi ragazzi, a nome del CONI e dello sport italiano, le diciamo ancora una volta: grazie”.

Il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi ha dichiarato: “Con la consegna del Tricolore affidiamo la passione della gente, degli italiani, le aspettative di successo. E siamo convinti che prima di tutto atlete e atleti possano garantire l’onore di rappresentare la nostra nazione, l’impegno quotidiano che portano avanti ogni giorno dandoci infinite soddisfazioni. A loro è consegnato non soltanto il Tricolore ma anche la maglia azzurra, il sogno di tanti bambini e adolescenti, di tanti di noi che hanno sognato di arrivare ai vertici dello sport. Mancano 46 giorni a Milano Cortina 2026: l’Italia sarà il centro del mondo, cercheremo tutti di essere all’altezza, consapevoli del fatto che lavoriamo per un avvenimento epocale e che sarà importantissimo per il Paese anche quello che accadrà dal giorno dopo. Ci presentiamo con la forza di valori immortali e universali che dipendono anche dai nostri comportamenti. Saremo all’altezza”.

Una volta ricevuto il Tricolore dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stato il turno dei portabandiera.

Arianna Fontana ha aperto la serie: “Signor Presidente, la bandiera che ci affida oggi è molto più di un simbolo delle nostre origini o di ciò che chiamiamo casa. È una promessa. Una promessa all’Italia. Una promessa a ogni giovane che osa sognare di essere dove siamo noi oggi. Una promessa alle famiglie che ci sostengono, alle comunità che ci formano e a tutti coloro che credono che lo sport possa essere una forza di crescita, unità e speranza. Condividere questo onore con altri tre atleti straordinari come Chicco, Fede e Amos, di cui ammiro i valori e la dedizione, rende questo momento ancora più speciale. Oggi ci impegniamo ad onorare questa bandiera con rispetto, con disciplina e con l’incrollabile coraggio che lo spirito italiano ci ha sempre ispirato. Rappresenteremo il nostro Paese con cuore aperto, mente ferma e con la determinazione di dare il buon esempio, ogni singolo giorno. Lo abbiamo già fatto. E lo faremo di nuovo. Per me, personalmente, questa bandiera porta con sé il peso di un impegno durato una vita per difendere la nostra casa, i nostri colori e i nostri valori, sotto ogni pressione, sotto ogni aspettativa e in ogni circostanza. Lo faccio da vent’anni. E sarò pronta anche questa volta. Grazie, Signor Presidente. Grazie, Italia”.

Al Presidente della Repubblica e a tutte le cariche istituzionali. A tutti gli allenatori e i tecnici presenti. Ai miei compagni dell’Italia Team. Alla mia famiglia. A chiunque ci stia ascoltando, o ci ascolterà. Oggi, domani, o in un futuro lontano. Accolgo la vostra scelta come voi avete accolto me, anno dopo anno – ha osservato Federico Pellegrino –. Mentirei se dicessi di non averci pensato a lungo. Mentirei se dicessi di non essermi mai immaginato alla testa della nostra delegazione, con il Tricolore davanti agli occhi e l’intero Paese alle spalle. Mentirei se dicessi che questo momento non è stato una motivazione in potenza, che non mi ha sorretto nel prendere parte delle mie e delle nostre scelte. E non potrei mai mentirvi. Il mio pensiero, adesso, va a nonno Gino, l’ultimo tra i nonni che ho dovuto salutare. Uomo del dovere, uomo del senso civico, che vive questo istante come il punto d’arrivo di tutte le sue scelte. Passate, eppure presenti. Come una scalata di mille tornanti, che ti porta in cima. Ovunque sia, lui ascolta. Ed è più felice di me. Perché la scelta è la sede del dubbio, forse il solo dono che ci sia mai stato fatto. E nel dubbio si costruisce l’esistenza. In equilibrio tra il significante e il significato. Tra un simbolo, come la bandiera, e ciò che contiene. E la mia bandiera contiene ciò che contengono anche quelle dei miei colleghi, dei miei amici, delle persone a me care, di ogni mio concittadino. La mia bandiera contiene centinaia di scelte. Enormi e piccolissime. Obbligate e creative. Spesso, necessarie e difficili. A volte, semplici e dolcissime. Un mosaico della volontà, di cui sei attore e spettatore insieme. Scegliere di esserci, al mattino presto e quando fuori gela. Scegliere di rinunciare a qualcosa oggi e coltivare per il domani. Scegliere insieme, smussando i propri spigoli. Scegliere sbagliando e imparare a perdonarsi. Scegliersi a vicenda, per una vita insieme. Marito, moglie, compagno o compagna. E poi insieme scegliere per i figli, insegnar loro a farlo da sé, finché aiuteranno noi a scegliere di nuovo. Scegliere è un gesto di responsabilità, un dialogo intimo, con la propria testa e con il proprio cuore, prima di tutto il resto. Ma che poi dà una forma al mondo intero. Scegliere è un atto d’amore, e per questo accolgo con grande fierezza la vostra scelta come voi avete accolto me. Anno dopo anno dopo anno. Grazie”.

Poi Amos Mosaner: “Signor Presidente, La ringrazio per averci accolti oggi qui al Quirinale trovando nuovamente nella sua fitta agenda il tempo da dedicare a noi atleti e atlete e ringrazio il Presidente Buonfiglio per il prestigioso incarico che mi è stato conferito. Fin da giovane ho coltivato sogni importanti, ma mai avrei immaginato di poter giungere a rappresentare un ruolo di così grande valore per il nostro Paese. Desidero esprimere la più sincera gratitudine alla mia famiglia, ai miei compagni di squadra, al CONI, alla Federazione, alle Fiamme Oro e a tutto lo staff che, con competenza e dedizione, mi ha accompagnato lungo un percorso fatto di impegno, sacrificio e crescita, rendendo possibile il raggiungimento di questi risultati. Accolgo questo momento con profondo orgoglio ed emozione e attendo con grande senso di responsabilità la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026, occasione nella quale avrò l’onore di far sventolare il Tricolore davanti al mondo. Sono convinto che, attraverso i risultati sportivi e la determinazione che contraddistinguono la delegazione italiana, sapremo trasmettere entusiasmo e avvicinare un numero sempre maggiore di cittadini, in particolare le giovani generazioni, ai valori dello sport e dello spirito olimpico. Rinnovo la volontà di impegnarmi con costanza, persistenza e capacità di adattamento. Io, come tutti gli atleti della delegazione italiana, indosseremo il Tricolore con profondo senso di appartenenza, forza e determinazione, impegnandoci a dare il massimo per onorare e rendere orgoglioso il Paese più bello del mondo. Grazie, Signor Presidente”.

E, a completare il poker, Federica Brignone: “Buongiorno Signor Presidente, Buongiorno a tutti. È inutile dire quanto io sia onorata e felice di ricevere la bandiera che rappresenterà l’Italia all’Olimpiade di Milano Cortina.  Sono anche emozionata, perché la mia corsa per arrivare qui oggi non è stata facile né scontata. Per questo ringrazio con tutto il cuore chi mi ha dato la possibilità di esserci. Voglio solo dire che con questa bandiera in mano cercherò di rappresentare tutti gli atleti azzurri attraverso i valori che per me da sempre sono alla base dello sport: rispetto, lealtà, dedizione, impegno, determinazione, umiltà e divertimento. Servono a tenere i piedi per terra nei momenti di gloria e a rialzarsi in quelli di difficoltà. Sarà la mia quinta Olimpiade, la prima in Europa, vicina a casa, e credo che partecipare a un’Olimpiade nel proprio Paese sia una grande fortuna e un grande privilegio. Da un lato può essere anche un grande stress, ma io per prima cercherò di non vederla in questo modo, cercherò di cogliere solo gli aspetti positivi di questo privilegio che solo pochi atleti hanno potuto vivere, augurandomi che tutti gli azzurri facciano lo stesso. Chiudo con un grazie a chi ha reso possibile questo sogno, a chi si sta dando da fare perché i Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina siano un successo sportivo e anche organizzativo”.

Come da protocollo, l’ultimo a parlare è stato proprio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “È un vero piacere accogliervi nel Salone dei Corazzieri e incontrarvi tutti alla vigilia dell’apertura di Milano Cortina 2026. Avete colto pienamente con consapevolezza l’importanza del significato dei Giochi. Siamo lietissimi di vedere Federica Brignone nuovamente pronta e determinata: ci siamo sentiti mesi fa al telefono e contavamo su questo. Questa cerimonia è sempre coinvolgente, ma questa volta riveste un significato ancora più grande perché siamo noi a organizzare i Giochi. Ci riversiamo la nostra cultura, l’amicizia, l’ospitalità. L’Italia sarà con voi interamente. Sarà un’occasione importante, l’occasione della scoperta del nostro Paese. Sarà una vetrina per l’Italia e per questo ringrazio chi si è impegnato per volere i Giochi e per organizzarli. Giochi Olimpici e Paralimpici: un’accoppiata di eventi che pone al centro del mondo il nostro Paese. Le gare olimpiche e paralimpiche sono legate a tanti valori umani e sociali. In questo tempo difficile, sarà molto importante il messaggio di pace, solidarietà e amicizia diffuso dai Giochi. Per voi saranno giorni affascinanti e lo saranno anche per quelli che non compaiono, perché molte discipline sono individuali ma comprendono un grande gioco di squadra. In più i Giochi indurranno molti giovani a misurarsi con se stessi attraverso lo sport. Lo sport riveste un grande ruolo sul piano sociale. Desidero affermare la mia vicinanza e la mia riconoscenza per chi si dedica al movimento paralimpico: l’inclusione è un obiettivo di civiltà del nostro Paese. Sono certo che renderete tutti onore all’Italia con il vostro comportamento e con i risultati che conseguirete. Il super-G di Sofia Goggia a Val d’Isère è stato una buona premessa. Ciò che farete si riflette sul nostro Paese. Il vostro impegno avrà intorno tutti noi. Sarò uno dei tifosi, vi seguirò con attenzione. Vi auguro molti successi e grandi amicizie”. (agc)

 

GLI ATLETI DELLA FISG PRESENTI

Curling: Stefania Constantini, Amos Mosaner

Hockey: Diego Kostner, Thomas William Larkin, Daniel Thomas Mantenuto, Tommy Purdeller, Luca Zanatta, Damian Clara, Anna Caumo, Martina Fedel, Laura Lobis, Nadia Mattivi, Samantha Gius, Aurora Abatangelo

Pattinaggio di figura: Charlene Guignard, Marco Fabbri, Sara Conti, Niccolò Macii, Daniel Grassl, Lara Naki Gutmann, Filippo Ambrosini, Rebecca Ghilardi

Pattinaggio di velocità: Daniele Di Stefano, Davide Ghiotto, Andrea Giovannini, Riccardo Lorello, Michele Malfatti, Jeffrey Rosanelli, Francesca Lollobrigida, Serena Pergher, Linda Rossi, Maybritt Vigl

Short track: Pietro Sighel, Thomas Nadalini, Lorenzo Previtali, Luca Spechenhauser, Andrea Cassinelli, Gloria Ioriatti, Arianna Sighel, Elisa Confortola, Arianna Fontana, Chiara Betti, Martina Valcepina

GLI ATLETI DELLA FISI PRESENTI

Biathlon: Dorothea Wierer

Sci alpinismo: Alba De Silvestro

Sci alpino: Federica Brignone, Sofia Goggia, Dominik Paris

Sci di fondo: Federico Pellegrino

Skeleton: Valentina Margaglio

Skicross: Simone Deromedis

Snowboard: Michela Moioli, Omar Visintin, Maurizio Bormolini