Il greco “Army of lovers” vince il XV Festival della comunicazione e del cinema archeologico

Con la vittoria del film greco “Army of lovers” di Lefteris Charitos a Licodia Eubea si è conclusa la XV edizione del Festival della comunicazione e del cinema archeologico organizzato da Archeovisiva, con il sostegno della Sicilia Film Commission e del Comune di Licodia Eubea, con il patrocinio del Comune di Catania, che quest’anno per la prima volta ha debuttato nella città ai piedi dell’Etna grazie a un protocollo d’intesa stipulato con e l’Università di Catania che ha ospitato i primi tre giorni del festival ideato e diretto dal regista Lorenzo Daniele e dall’archeologa Alessandra Cilio.

Tema di questa edizione 2025 è stata l’ombra – leitmotiv di tutti i film in gara, ben 28  tra documentari, cortometraggi e lungometraggi che i direttori artistici hanno selezionato tra le opere provenienti da tutto il mondo – intesa «come ciò che sfugge alla luce della conoscenza che resta ai margini della narrazione o che il tempo ha velato ma non cancellato».

La giuria internazionale di qualità –  quest’anno composta da Lada Laura (Croazia), Rachel Manoukian (Grecia), Stefania Rimini (Italia) e Alice Nozza (Italia) – ha restituito il tema centrale di questa XV edizione assegnando il premio “ArcheoVisiva” al film prodotto da Anemon Productions ed Epo Film (Grecia- Austria 2025) che affronta il tema dell’omosessualità nell’antichità. “Army of Lovers” racconta la storia affascinante e spesso dimenticata del Battaglione Sacro di Tebe un’unità militare composta da coppie di amanti, la cui forza nasceva dal legame profondo tra i suoi membri. Si legge nelle motivazioni della giuria: “Lefteris Charitos trasforma questo episodio della storia antica in un racconto contemporaneo, vibrante e inclusivo, capace di dialogare con il presente senza tradire la complessità del passato. L’originalità del soggetto si unisce a un livello produttivo impeccabile, a grafiche raffinate e a una fotografia di grande eleganza, che valorizzano la potenza emotiva e simbolica della vicenda. Il film si distingue per un linguaggio cinematografico moderno e coinvolgente, capace di lasciare nello spettatore una visione intensa e duratura”.

Il premio “Antonino Di Vita”, che ogni anno viene riconosciuto una personalità che si è impegnata nella promozione della conoscenza del patrimonio culturale, è stato assegnato al classicista  Maurizio Bettini, professore emerito dell’Università di Siena, autore di testi scientifici e divulgativi del mondo antico: “Per aver dedicato la sua intera attività scientifica alla comprensione profonda dell’antichità – si legge nelle motivazioni – restituendo al pubblico e alla comunità accademica una visione del mondo romano capace di illuminare anche il nostro tempo. Per l’impegno costante nella divulgazione, capace di tradurre la complessità del mondo classico in un linguaggio accessibile senza mai rinunciare alla profondità, contribuendo a formare generazioni di studenti, insegnanti e lettori. Per aver promosso un’idea di cultura umanistica che non si limita alla conservazione del passato, ma la mette in dialogo con le trasformazioni del presente, difendendo il valore civico della conoscenza e il ruolo etico della ricerca”.

Soddisfatto Bettini della sua partecipazione al Festival: «E’ una grande espressione di cultura: l’ho visto attraverso il laboratorio del gusto che ci ha illuminati su tanti aspetti della vita naturale in maniera saggia e attraverso le proiezioni che parlano di passato e di futuro, perché trovo sia importante ragionare anche sulle eredità che lasceremo ai nostri posteri. Qui a Licodia Eubea mi sono sentito molto confortato perché ho conosciuto persone che mi piacciono, da cui posso imparare».

Il premio “Città di Licodia Eubea” assegnato attraverso la votazione del pubblico è andato al film spagnolo “La festa” di Manuel Gutierrez Aragón e Pablo Más Serrano (che ha ottenuto una media di 8,77 preferenze) che ha preceduto il francese “Sardaigne, la mystérieuse civilisation des nuraghes” (secondo) e “Io non dimentico” (terzo).

«Il festival si conclude con un bilancio più che positivo – dicono i direttori artistici  Lorenzo Daniele e  Alessandra Cilio – è cresciuto, anche in termini di qualità, diventando vario e multiforme. Siamo soddisfatti di essere riusciti a coniugare il termine archeologia alla quotidianità, perché archeologia non è solo lo scavo, il coccio, il monumento, ma può essere un’antica tradizione che continua a vivere all’interno di una comunità, come ha ben raccontato il film che quest’anno il pubblico ha deciso di premiare. Grazie alla pluralità dell’offerta culturale siamo riusciti  a instillare una riflessione sul patrimonio culturale, su quello che è stato e quello che sarà. La tappa catanese ci ha permesso di raggiungere un pubblico più ampio che non è stato solo numeroso, ma anche attento, e partecipe. Ciò significa che fare cultura è possibile, se lo fai con autenticità. E noi ce la metteremo tutta per continuare su questa scia, e crescere ancora».

Il premio “Studenti UniCt” – di nuova istituzione ed affidato ad una giuria formata dagli studenti dell’Ateneo catanese – è andato al cortometraggio di Nikos Dayandas “Mary Lefkowitz & women in ancient greece” “Per aver raccontato, attraverso una comunicazione chiara e un’ottima visione artistica – si legge nelle motivazioni della giuria composta dagli studenti dell’Università di Catania  – l’importante contributo di una studiosa alla comprensione del complesso ruolo delle donne nel mondo antico, in particolare quello greco, portando alla luce storie sorprendenti, spesso sottaciute, grazie a un ardente di dar voce a una componente fondamentale della società antica”.