Tasso di occupazione dei laureati: divario territoriale ancora in diminuzione

Nel 2024 il divario territoriale Nord-Mezzogiorno del tasso di occupazione dei laureati continua a diminuire confermando l’andamento degli ultimi anni: tra i 25-64enni la distanza è di 11,0 punti (88,3% e 77,3% i rispettivi tassi), mentre nel 2023 era di 11,9 punti e nel 2018 di 15,7. Tra i 30-34enni il divario è più alto, ma comunque in calo: il gap si attesta a 17,8 punti (91,1% e 73,3% i rispettivi tassi) rispetto ai 19,8 punti nel 2023 e ai 26,5 nel 2018.

È in aumento il tasso di occupazione dei neo diplomati 20-34enni non più inseriti in un percorso di formazione (che hanno conseguito il titolo di studio da almeno un anno e da non più di 3 anni), che sale al 60,6%, +0,9 punti rispetto al 2023. Quello dei neo laureati raggiunge invece il 77,3% (+1,9 punti).

Diminuisce la quota di lavoratori a termine tra i 25-64enni (dal 13,6% nel 2023 al 12,6% nel 2024); il calo è più marcato tra i giovani (25-34 anni), -2,5 punti, e si osserva per qualsiasi titolo di studio.

La modesta crescita dei laureati in Italia non riduce il differenziale con la media Ue

Il diploma è considerato il livello di formazione minimo indispensabile per una partecipazione al mercato del lavoro con potenziali opportunità di crescita professionale. In Italia, nel 2024, il 44,4% dei 25-64enni ha un titolo di studio secondario superiore; tale quota è analoga a quella media Ue27, è superiore a quella di Francia (40,6%) e Spagna (22,9%) ed è inferiore a quella della Germania (49,9%).

Se la quota di diplomati è in linea con la media europea, quella di chi ha conseguito un titolo di studio terziario (22,3%) è decisamente più bassa (36,1%, nella media Ue27). Poiché la crescita osservata tra il 2023 e il 2024, in Italia, risulta inferiore alla media Ue27 (+0,7 punti contro i +1,0 punti), il differenziale non si riduce, mantenendo l’Italia al penultimo posto nella graduatoria dei Paesi (dopo la Romania), con una quota pari a circa la metà di quella registrata in Francia e Spagna (43,4% e 42,0%).

In aumento i differenziali di genere nell’istruzione

Nel Mezzogiorno, il 40,0% della popolazione di 25-64 anni ha un titolo secondario superiore e il 18,9% un titolo terziario (46,8% e 23,2% le rispettive quote nel Nord; 46,2% e 26,0% quelle del Centro). Dal 2018, il divario territoriale nei livelli di istruzione ha registrato una lieve riduzione solamente tra i titoli terziari.

Le donne in Italia sono più istruite degli uomini: nel 2024, le 25-64enni in possesso almeno di un diploma o una qualifica sono il 69,4% (+1,4 punti rispetto al 2023), gli uomini il 64,0% (+1,1 punti); le donne in possesso di un titolo terziario raggiungono il 25,9% (+1,0), gli uomini il 18,7% (+0,4). Le differenze di genere, a favore delle donne – più marcate di quelle medie Ue27 – risultano dunque in aumento.

In calo ma comunque molto elevato il vantaggio occupazionale della laurea

Nel 2024, il tasso di occupazione dei 25-64enni (70,1%) raggiunge l’84,7% tra coloro che possiedono un titolo terziario, un valore superiore di 10,7 punti a quello di chi ha un titolo secondario superiore (74,0%) e di 29,7 punti a quello di chi ha conseguito al più un titolo secondario inferiore (55,0%). D’altra parte, il tasso di disoccupazione dei laureati (3,2%) è significativamente più basso rispetto a quello dei diplomati (5,3%) e di coloro che hanno al più un titolo secondario inferiore (9,1%). Tra il 2023 e il 2024, l’aumento pari a
1 punto del tasso di occupazione è il risultato dell’aumento di +0,9 punti tra chi ha al più il titolo secondario inferiore, di +0,7 punti per i titoli secondari superiori e di +0,4 punti per i titoli di studio terziari. Nonostante dunque le differenze per titolo di studio si riducano leggermente, si conferma l’evidente “premio” occupazionale dell’istruzione, in termini di aumento della quota di occupati al crescere del titolo di studio conseguito. Le opportunità occupazionali per chi raggiunge un titolo terziario rimangono comunque inferiori a quelle medie europee: il tasso di occupazione dei laureati nell’Ue27 (87,8%) è superiore a quello dell’Italia di 3,1 punti, una differenza leggermente inferiore a quella osservata per coloro in possesso di un titolo secondario superiore e per chi ha al più un titolo secondario inferiore (4,3 punti e 4,1 punti).

Si riducono i divari occupazionali territoriali per tutti i titoli di studio

Nel Mezzogiorno, rispetto al Nord, i tassi di occupazione (41,9%, 61,1% e 77,3% per i bassi, medi e alti titoli di studio) hanno registrato nel 2024 un incremento più sostenuto e i tassi di disoccupazione (rispettivamente 15,9%, 10,1% e 5,1%) un calo maggiore, indipendentemente dal livello di istruzione. Ne consegue una flessione nei divari occupazionali territoriali confermando, in particolare tra i laureati, una tendenza già registrata negli anni precedenti. I differenziali Nord-Mezzogiorno restano tuttavia molto marcati: nel Mezzogiorno i tassi di occupazione sono inferiori di 23,2 punti per i bassi titoli di studio,
19,9 punti per i titoli secondari superiori e 11,0 per i titoli terziari; mentre i tassi di disoccupazione sono superiori rispettivamente di 10,6, 7,1 e 2,6 punti.

Cresce l’occupazione tra le donne diplomate

Le donne sono più istruite ma meno occupate: nel 2024, tra i 25-64enni, il tasso di occupazione delle donne è 20 punti inferiore rispetto a quello maschile (60,1% contro 80,1%). I differenziali occupazionali di genere sono pari a 33,5 punti per i titoli bassi (37,0% e 70,5% i tassi di occupazione femminili e maschili), 20,7 punti per i titoli medi (63,5% e 84,2% i rispettivi tassi), 7,2 punti per i titoli alti (81,7% e 88,9%). Questi divari registrano un lieve calo (-0,9 punti) solo tra i diplomati in ragione di un aumento occupazionale superiore per le donne con diploma.

Il confronto con l’Europa evidenza il forte svantaggio occupazionale delle donne in Italia rispetto alle omologhe europee, svantaggio che tuttavia si riduce al crescere del livello di istruzione: tra le donne con basso titolo di studio il tasso di occupazione è inferiore di 10,2 punti a quello medio Ue27 (37,0% contro 47,2%), differenza che scende a 8,6 punti per i medi (63,5% contro 72,1%) e a 3,8 punti tra coloro che hanno un titolo di studio terziario (81,7% contro 85,5%). Nel 2024 la differenza con l’Ue si riduce solo per le diplomate, per le quali si registra un incremento nel tasso di occupazione superiore a quello delle altre donne europee.

In calo il tasso di occupazione degli stranieri laureati

Nel 2024, il tasso di occupazione degli stranieri che possiedono al più un titolo secondario inferiore è più alto di quello degli italiani (65,0% contro 53,2%), anche per effetto di un aumento più sostenuto rispetto al 2023 (+1,3 verso +0,7 punti); l’aumento più marcato tra gli stranieri (+1,4 verso +0,6 punti) si osserva anche per il tasso di occupazione di chi ha conseguito un titolo secondario superiore, nonostante il valore rimanga più basso di quello degli italiani (69,9% e 74,5%). Al contrario, il tasso di occupazione tra gli stranieri laureati diminuisce di 0,6 punti, a fronte di un aumento di 0,4 punti tra gli italiani, attestandosi al 69,0% (85,7% quello degli italiani), un valore addirittura inferiore a quello degli stranieri diplomati (69,9%).