Aumentare le risorse destinate alla prevenzione, garantendo maggiore equità di accesso e omogeneità tra le regioni, riducendo in futuro tra le altre, malattie croniche, infettive ed oncologiche. Con l’obiettivo di realizzare un Manifesto, che sia una proposta concreta per accrescere la quota del Fondo Sanitario Nazionale destinata alla prevenzione dal 5% al 7%, da portare all’attenzione delle forze politiche, su iniziativa dell’Intergruppo Parlamentare Prevenzione e Riduzione del Rischio, Motore Sanità ha organizzato il Convegno ‘PREVENZIONE È FUTURO: DALL’INVESTIMENTO PER LA SALUTE E PER LA SOSTENIBILITÀ, ALLA LEGGE’.
Queste le parole di Marcello Gemmato, Sottosegretario di Stato al Ministero della Salute “il nostro SSN, pensato quasi cinquant’anni fa per una popolazione diversa, deve oggi evolversi per rispondere alle sfide del progressivo invecchiamento, alla diffusione delle malattie croniche e alla necessità di rendere l’innovazione terapeutica disponibile a tutti i cittadini italiani in modo equo e omogeneo. La prevenzione è centrale: oggi solo il 5% della spesa sanitaria pubblica è dedicato ad anticipare la malattia, mentre il 95% va alla cura. Già nella prossima Legge di bilancio proviamo a invertire questa tendenza, con un investimento strutturale annuo di quasi 240 milioni di euro. Investire in prevenzione significa tutelare meglio la salute dei cittadini e rendere il sistema più sostenibile ed efficiente. Grazie a questo governo, il Fondo Sanitario Nazionale crescerà il prossimo anno di 7,4 miliardi, toccando il maggiore aumento mai registrato, destinato a rafforzare organizzazione, digitalizzazione e valorizzazione del personale sanitario. Prevenzione, innovazione e sostenibilità vanno di pari passo: un SSN più vicino ai bisogni reali delle persone è anche un sistema più equo ed efficiente. Anche l’aggiornamento dei LEA rafforza questo approccio, unendo innovazione e sostenibilità: dall’ampliamento dello screening neonatale (per la SMA e altre otto malattie rare), all’introduzione di test diagnostici non invasivi, percorsi radioterapici appropriati e interventi per salute mentale e disturbi alimentari. Queste misure garantiscono equità, qualità delle prestazioni e un utilizzo più responsabile e mirato delle risorse”
“Prevenzione è futuro non è un titolo: è una scelta politica. Significa decidere che la salute viene prima delle emergenze, prima delle disuguaglianze, prima dei costi che oggi paghiamo perché arriviamo sempre troppo tardi. Con queste due giornate vogliamo dare un messaggio chiaro: portare la quota di prevenzione dal 5% al 7% del Fondo sanitario nazionale è possibile ed è necessario. I dati ci dicono che ogni euro investito oggi ne risparmia molti domani, e migliora la vita delle persone. Prevenzione vuol dire vaccinazioni, screening, diagnostica precoce, lotta all’antimicrobico-resistenza, stili di vita sani, uso intelligente dei dati. È la strada per un Servizio sanitario più equo, più sostenibile e più vicino ai cittadini. Questo convegno è una chiamata alla responsabilità: trasformare l’evidenza scientifica in scelte concrete di governo”, spiega l’Onorevole Gian Antonio Girelli, Presidente Intergruppo Parlamentare Prevenzione e Riduzione del Rischio
“La prevenzione è oggi l’investimento più strategico per la salute degli italiani e per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Ogni euro destinato alla prevenzione ne fa risparmiare fino a tre in cure, ricoveri e costi sanitari futuri. Per questo, con la Legge di Bilancio 2026, sono stati stanziati circa 500 milioni di euro l’anno per rafforzare in modo permanente le politiche preventive – dichiara Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento prevenzione, ricerca e emergenze sanitarie Ministero della Salute -. Le risorse permetteranno di ampliare lo screening mammografico (45-74 anni) e quello del colon-retto (fino a 74 anni), consolidare il programma di prevenzione del tumore polmonare e incrementare il fondo per l’acquisto dei vaccini. Sono previste anche campagne istituzionali per informare, coinvolgere e aumentare l’adesione della popolazione ai programmi di prevenzione. A queste misure si aggiunge un investimento infrastrutturale senza precedenti: il Prevention Hub, la nuova piattaforma digitale nazionale che integrerà dati clinici, epidemiologici, ambientali e sociali per orientare decisioni più rapide ed efficaci. Un sistema che permetterà alle Regioni di programmare meglio, monitorare i risultati, prevenire prima. Perché investire in prevenzione significa meno malattia, meno ospedalizzazioni, più salute e più futuro per il Paese”.
“I costi dei sistemi sanitari sono in continua espansione, sia perché la popolazione del nostro Paese si modifica in termini di invecchiamento e di bisogni espressi ed inespressi di assistenza sanitaria, sia in ragione delle continue innovazioni tecnologiche nell’ambito delle tecniche diagnostiche e chirurgiche, dei trattamenti farmacologici, delle modalità e dei setting nei quali erogare le attività di cura e riabilitazione per le condizioni patologiche acute e croniche. Per questo è fondamentale comprendere che gli investimenti in prevenzione sono investimenti ‘a lungo termine’, che sebbene non ci daranno sempre risultati facilmente e rapidamente visibili hanno il potenziale di cambiare davvero il futuro e le prospettive della nostra intera popolazione, vanno supportati perché possono contribuire in maniera decisiva non solo ad evitare le tante sofferenze di molti, ma anche ad essere in grado di sostenere i costi della assistenza anche per tutte le patologie e condizioni che ad oggi non siamo ancora in grado di prevenire”, sostiene Rocco Bellantone, Presidente Istituto Superiore di Sanità
“Tutte le ricerche scientifiche oggi dimostrano l’importanza di investire nella prevenzione intesa come primo intervento di ‘cura’ per proteggere le persone dallo sviluppare malattie e disturbi tanto di tipo organico che di tipo psichico. È importante sottolineare che prevenzione significa una presa in carico a 360° della salute della persona, collocandola nel suo contesto di vita, sia familiare che lavorarativo che sociale. Il Consiglio Superiore di Sanità nelle sue attività propositive sta sviluppando progetti intesi a delineare stili di vita ispirati alla salutogenesi. La salutogensesi deve essere considerata oggi il paradigma a cui ispirarsi per combattere la patogenesi dei disturbi. La salutogenesi è un concetto olistico in cui la persona viene considerata secondo il principio della one health e onemental health. Un ultimo punto che non si può non considerare è occuparsi in termini di prevenzione con intrventi mirati sin dal concepimento del futuro bambino, fase perinatale, che nei luoghi di informazione e di educazione delle future generazioni. Il disagio giovanile è un tema in cui il lavoro di prevenzione deve essere portato ai massimi livelli. Infine, una seria prevenzione necessita di un lavoro di rete fra tutti gli operatori che operano nel campo della salute, sviluppando le loro specifiche in un dialogo interdisciplinare a favore della persona, della famiglia e della società”, dice Alberto Siracusano, Presidente Consiglio Superiore di Sanità
