Il valore della partecipazione culturale giovanile per contrastare emarginazione e dispersione scolastica, i sistemi di tutela per bambine, bambini e adolescenti che vivono in contesti di criminalità e violenza, la funzione rieducativa del teatro in carcere, ma anche la scuola che resiste nei rifugi antiaerei dell’Ucraina e un progetto per sostenere l’accesso di bambine e ragazze alle discipline STEM contro i pregiudizi: sono questi i temi delle ricerche vincitrici della prima edizione del “Premio Save the Children per la ricerca – Dove inizia il futuro”.
“È urgente rafforzare l’alleanza tra la comunità scientifica e chi opera al fianco di bambine, bambini e adolescenti. I diritti dell’infanzia non avanzano se non c’è ricerca. Gli interventi pubblici e i progetti sul campo rischiano di non essere efficaci senza dati, analisi ed evidenze. Sostenere la ricerca significa investire nel futuro e nella crescita del Paese. Per questo motivo, Save the Children ha dato vita ad un Polo Ricerche, una struttura permanente dedicata ad ampliare e diffondere conoscenza sull’infanzia e l’adolescenza, e oggi siamo qui per premiare ricercatori e ricercatrici che non si accontentano di raccontare il presente, ma lavorano per costruire il futuro” ha dichiarato Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia.
Il Premio, alla sua prima edizione, nasce per sostenere l’attività di ricerca a favore dell’infanzia e dell’adolescenza, valorizzando i contributi scientifici che aiutano a interpretare i cambiamenti, a coglierne l’impatto nella vita dei bambini e a definire politiche innovative che promuovano i diritti dei minori e delle loro famiglie.
In base alla selezione curata da una giuria di esperti di alto profilo nei settori della pedagogia, economia, statistica, sociologia e comunicazione[1], il Premio è stato assegnato agli autori/autrici di una ricerca realizzata in Italia che ha contribuito ad ampliare la conoscenza su una o più dimensioni della vita dell’infanzia e dell’adolescenza con un significativo impatto sui diritti. Per sostenere i giovani ricercatori e ricercatrici, è stata premiata anche una ricerca coordinata e/o realizzata da un ricercatore con meno di 35 anni che riceverà anche una dote formativa del valore di 10mila euro.
“Un ringraziamento sentito va a tutti i ricercatori e le ricercatrici che hanno preso parte a questa prima edizione del Premio – con 92 ricerche provenienti da 45 Università e Istituti di ricerca – e alla autorevole Giuria che le ha valutate. Il Premio ha fatto venire alla luce un patrimonio di conoscenze sull’infanzia e l’adolescenza che va valorizzato e che è indispensabile per comprendere la realtà e guidare gli interventi. Questo Premio è anche un messaggio sulla necessità di investire stabilmente sulla ricerca per l’infanzia e l’adolescenza, perché la ricerca non è un lusso, ma la condizione necessaria per affrontare le sfide del nostro tempo”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice Ricerca di Save the Children.
Le ricerche premiate
Il Premio Ricerca è stato assegnato a due ricerche ex aequo.
“Fammi Spazio: una ricerca sulla partecipazione culturale giovanile a Bologna” di Roberta Paltrinieri, Professoressa di sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Bologna, indaga il welfare culturale come leva per la promozione del protagonismo giovanile. Con un approccio originale, che unisce il rigore metodologico della raccolta di dati empirici, proposte operative e riflessioni critiche, Paltrinieri pone al centro del suo lavoro di ricerca il valore della cultura e delle pratiche artistiche come fattori di coesione sociale, benessere e contrasto alle diseguaglianze, con l’obiettivo di aumentare la partecipazione culturale degli adolescenti e gli spazi in cui i giovani si sentano protagonisti per affrontare il rischio di povertà educativa e dispersione scolastica attraverso anche la cura della dimensione relazionale in ambienti che incoraggino la scoperta e l’espressione libera.
“Teatro e Carcere. Uno studio pedagogico all’interno dell’IPM ‘Cesare Beccaria’ di Milano” di Veronica Berni, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze umane per la formazione ‘Riccardo Massa’ dell’Università degli studi di Milano Bicocca, approfondisce la funzione rieducativa dell’istituto penitenziario minorile. Attraverso osservazioni, testimonianze e le voci dei ragazzi detenuti, la ricerca mostra gli effetti postivi e trasformativi del laboratorio teatrale all’interno dell’IPM Beccaria di Milano, unico progetto di teatro in carcere che svolge le proprie attività in un teatro collocato all’interno dell’Istituto ma aperto, tramite una porta, al territorio. La ricerca offre alla comunità educante e non solo spunti per le policy delle istituzioni carcerarie che restituiscano protagonismo ai giovani detenuti.
Il Premio per i ricercatori under35 è stato assegnato a Faustino Rizzo per la ricerca “Sfide e prospettive nella tutela dei diritti dell’infanzia in contesti mafiosi: un’analisi delle misure di protezione avviate dal Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria negli anni 2012-2020”. Faustino Rizzo, assegnista di ricerca presso l’Università di Padova, mette in luce la realtà di bambini e adolescenti che appartengono a famiglie legate alla criminalità organizzata, inseriti in programmi di protezione, ed esplora le iniziative di tutela. Al centro del lavoro di ricerca c’è il concetto di “vulnerabilità mafiosa”, la condizione in cui i bambini sono immersi in una pedagogia criminale e violenta, e la proposta di un adattamento del Livello Essenziale di Prestazione Sociale “Prevenzione dell’allontanamento familiare – P.I.P.P.I.” ai minori che vivono in questa condizione nelle procedure adottate dagli operatori sociali, per una maggiore tutela e per interrompere il ciclo di svantaggio sociale in cui si trovano.
Save the Children ha scelto di attribuire due menzioni speciali a un centro di ricerca internazionale e a un progetto di cittadinanza scientifica che ha avvicinato bambini e bambine alla scienza. La prima è stata assegnata al KSE Institute (Kyiv School of Economics, Ucraina) per le attività di ricerca in ambito educativo in contesti di guerra e l’impegno nel documentare l’impatto del conflitto sulla società ucraina e sostenere il sistema educativo e sociale anche attraverso la creazione di rifugi educativi nelle scuole e la collaborazione con ONG per il supporto psicologico ai minori. La seconda menzione speciale, invece, è per la Fondazione Mondo Digitale Italia (FMD) per il progetto “Coding Girls”, un programma formativo che promuove l’avvicinamento di bambine e ragazze alla conoscenza scientifica e tecnologica, con l’obiettivo di superare pregiudizi e stereotipi di genere che ancora limitano l’accesso delle ragazze alle discipline STEM.
La cerimonia, condotta dalla giornalista Mariangela Pira, si è svolta questa mattina a Milano, presso il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci”, alla presenza della Vicesindaca del Comune di Milano, Anna Scavuzzo, e di autorevoli esponenti del mondo della ricerca componenti della Giuria del Premio: Anna Maria Ajello, Professoressa di psicologia dello sviluppo all’Università La Sapienza; Tito Boeri, Economista dell’Università Bocconi; Enrico Giovannini, statistico ed economista, Direttore Scientifico ASviS; Paola Milani, Professoressa di pedagogia sociale dell’Università di Padova.
A premiare i vincitori e a sottolineare l’importanza per la società civile delle ricerche premiate, sono saliti sul palco anche l’attore Paolo Briguglia e Andrea Zucca, Responsabile dello Sviluppo Istituzionale di Fondazione Feltrinelli. Nel corso dell’evento l’astronauta Paolo Nespoli ha dialogato con le ragazze del progetto “Coding girls” rispondendo alle loro curiosità sullo spazio e sul suo lavoro, mentre la giornalista Francesca Mannocchi ha portato la sua preziosa testimonianza di ciò che vivono i bambini in guerra.
La prima edizione del Premio ha il patrocinio del Comune di Milano e del Ministero dell’Università e della Ricerca, è realizzata grazie al sostegno di Poste Italiane e Aon. All’iniziativa è stata conferita la Medaglia del Presidente della Repubblica.
L’iniziativa si è avvalsa, inoltre, del contributo dello IED- Istituto Europeo di Design – e della Fondazione Francesco Morelli: i trofei consegnati ai vincitori del Premio, sono stati realizzati da un gruppo di bambini del Punto Luce di Ostia di Save the Children, guidati in un laboratorio dagli studenti dello IED di Roma.
Il “Premio” è promosso dal Polo Ricerche di Save the Children, una struttura dell’Organizzazione interamente dedicata ad ampliare e diffondere le conoscenze sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia e nel mondo, allo scopo di promuovere i diritti di tutti i bambini e le bambine e di incidere concretamente – attraverso i dati e le analisi – sulle politiche e sulle prassi di soggetti istituzionali, privati e non profit. Le attività del Polo Ricerche si articolano in quattro ambiti: la ricerca, l’analisi dei dati (anche attraverso un portale consultabile on line: https://datahub.savethechildren.it), la formazione e la promozione della cittadinanza scientifica.
