Come è andato (realmente) il viaggio in Ucraina? Ha pensato davvero di diventare papa? Quali sono le urgenze nella Chiesa e nella società? Dall’infanzia alla creazione a Cardinale, “Don Matteo Zuppi. Uno di noi” è la biografia autorizzata dell’Arcivescovo di Bologna, frutto di incontri e conversazioni private con Massimo Orlandi, giornalista e membro della Fraternità di Romena.
Il volume ricostruisce, attraverso lunghe conversazioni, il percorso umano, spirituale e pastorale del cardinale bolognese: dagli anni della gioventù al Liceo Virgilio di Roma al cammino con la Comunità di Sant’Egidio, dalla scelta per i poveri al servizio nella Chiesa italiana, fino alle riflessioni su pace, politica, economia e ruolo della fede nel mondo di oggi.

Tra i temi centrali del libro i poveri e la scelta di “stare nelle periferie”: «La Chiesa non deve solo guardare la periferia, deve proprio starci. Una Chiesa senza i poveri finisce per essere una Chiesa senza Gesù». Zuppi racconta inoltre la propria vocazione come esperienza di un amore «così grande da abbracciare tutti», il suo modo di intendere il ministero – “un prete per strada” – e la quotidianità della preghiera: «Se non trovo uno spazio per il silenzio, il cuore si svuota e diventa più difficile amare».
Non mancano i passaggi sui grandi temi sociali ed etici, dal valore della Costituzione come “modello modernissimo di cultura del noi” alla necessità di un’economia centrata sulla persona: «Non c’è separazione tra temi sociali ed etici: i temi etici sono sociali e quelli sociali sono etici. L’etica cristiana è la difesa della vita, sempre. Si tratti di salvare la vita di un feto o quella di un migrante». Sul rapporto tra Chiesa e governo, Zuppi sottolinea: «È un rapporto di collaborazione e libertà reciproca. La Chiesa non fa politica e non tornerà a farla. Se la Chiesa esprime un’opinione non è per entrare nel dibattito politico o per dare indicazioni sociopolitiche specifiche, ma solo per promuovere la persona».
Rilevante anche la sezione dedicata alla pace e ai conflitti internazionali, a partire dall’impegno in Ucraina nel 2023: «L’obiettivo è stato quello di cercare tutte le sinergie possibili per favorire la pace e lenire le sofferenze della gente. In particolare, risolvere i gravissimi problemi umanitari come quello dei bambini ucraini che si trovavano in Russia, divisi dalle loro famiglie».
E poi Gaza: «Ciò che è accaduto il 7 ottobre del 2023 va condannato senza incertezze, così come è inaccettabile che a quella terribile operazione si sia risposto con l’uccisione, nella Striscia di Gaza, di decine di migliaia di persone» – spiega il cardinale. E alla domanda se per l’obiettivo della pace si debba rinunciare a quello della giustizia, risponde: «No. La pace, perché sia veramente tale, deve procedere insieme alla giustizia. Rinunciare alla giustizia significa porre le basi per un conflitto futuro».
Poi, il gesto compiuto a Marzabotto con la lettura dei nomi dei bambini uccisi a Gaza e in Israele: «Abbiamo scelto questo gesto perché la sofferenza dei bambini, che più di tutte è insopportabile, deve renderci insopportabile ogni violenza – afferma – ogni nome è una richiesta a Dio e agli uomini perché non si metta più in pericolo la vita dei bambini». Ampio spazio è dedicato al rapporto con i giovani – «Vedo sfide diverse, ma lo stesso potenziale di cambiamento”, osserva Zuppi – e le difficoltà del mondo adulto a comunicare con loro: Dovremmo fare qualche sforzo in più per essere credibili, autentici, vicini».
Il cardinale invita a non giudicare, ma ad accompagnare e “sognare insieme” con le nuove generazioni, senza rinunciare alla dimensione spirituale: «Nei giovani questa sfera intima è presente, deve solo trovare un modo per essere vissuta».
Nel capitolo conclusivo, Zuppi parla del suo rapporto con Papa Francesco, «ha avvicinato la Chiesa alla gente. Grazie a lui sono cadute parecchie preclusioni, anche consolidate, verso la Chiesa e il Papa”, e con Papa Leone, di cui ricorda “mitezza, umiltà e sguardo universale”.
Non mancano riflessioni sulla Chiesa di oggi e sul futuro: «Vorrei una Chiesa che è madre, che sa ascoltare e che non risponde alle domande che nessuno le fa, ma a quelle vere che abitano il cuore delle persone».
“Don Matteo Zuppi, uno di noi” è dunque il ritratto di un pastore che parla in prima persona del suo cammino umano e spirituale, del rapporto con i giovani, con i poveri, con la politica e con il mondo contemporaneo, offrendo una lettura cristiana e concreta dei grandi temi del nostro tempo.
DON MATTEO ZUPPI. Uno di noi
Edizioni San Paolo 2025, pp. 168, euro 16,00
