CATANIA – «Avevo 10 anni, quando andavo a giocare alle Ciminiere: era una zona completamente abbandonata e piena di zolfo. Quello che stiamo vivendo oggi è un momento davvero triste per Catania e per la professione. Ma la città deve ripartire.
“Le Ciminiere”, nell’idea di mio fratello, erano la possibilità di coniugare il passato con il futuro, un vero ponte culturale». Ricorda così l’architetto Marcello Leone, fratello di Giacomo, il “padre” del centro culturale, congressuale e fieristico etneo, in occasione dell’incontro “Rethinking Le Ciminiere” che si è svolto nella sede dell’Ordine degli Architetti PPC.
Un momento di confronto, di ascolto, di condivisione di idee, fortemente voluto dall’Ordine e dalla sua Fondazione, in seguito all’incendio che, l’11 novembre, ha colpito il centro fieristico etneo, bruciando un pezzo di memoria condivisa, un luogo di aggregazione, un pezzo di cuore della comunità degli architetti.
Ma è già tempo di ripartire, di riemergere, di rinascere subito dalle ceneri.
La linea dell’Ordine è netta e propositiva: «Ripartiamo dal progetto dell’architetto Giacomo Leone – ha spiegato il presidente Alessandro Amaro – si può pensare a una ricostruzione fedele alla configurazione originaria del “cutulisci”, e, al tempo stesso, riprendere la sua idea di piccolo “quartiere” con funzioni pubbliche e private, ristoranti e spazi di relazione».
Un’attenzione particolare è stata richiamata alle terrazze, concepite nel progetto come giardini e spazi verdi: una potenzialità ancora inespressa da restituire alla città. Amaro ha ricordato anche come, da anni, Ordine e Fondazione chiedano uno spazio per svolgere attività per la città, organizzando mostre, workshop ed eventi culturali e «chiediamo – ha aggiunto Amaro – che questo luogo venga intitolato all’architetto Leone, riconoscendone il ruolo visionario. L’obiettivo finale è che la Città Metropolitana riesca a gestire al massimo della potenzialità questo edificio». Quest’ultima è già al lavoro per intercettare finanziamenti destinati al rifacimento del “Ciotolone”, con l’obiettivo di trasformarlo in uno spazio realmente multifunzionale. Ieri si è svolta una riunione con deputati regionali e consiglieri, convocata dal sindaco Enrico Trantino, alla presenza del ministro Nello Musumeci. «È stato un confronto su ciò che dev’essere il futuro prossimo di ricostruzione – ha spiegato Ivan Albo, responsabile Pianificazione della Città Metropolitana – Le risorse economiche sono il tema principale, ma l’ente metropolitano, a prescindere dagli esiti della riunione – certamente positivi e propositivi – ha già attivato una serie di meccanismi, inclusi mutui e forme di autofinanziamento, affinché la fase progettuale e quella esecutiva possano essere quanto più prossime possibile».
Si può dunque ripartire, non soltanto per “riparare il danno”, ma per trasformare l’emergenza in occasione di rigenerazione urbana e culturale. «Nella nostra città si è creato un vuoto, è stato un vero e proprio lutto per la comunità – ha dichiarato Melania Guarrera, presidente della Fondazione degli Architetti – ma “Rethinking Le Ciminiere” è un punto di partenza. Abbiamo voluto un incontro aperto alla città perché crediamo nei processi partecipativi e vogliamo riflettere insieme sulle possibilità di costruire una città fruibile per tutti. Una città da vivere, proprio come la immaginava Raffaele Leone».
Da ferita urbana a laboratorio di futuro: il percorso è appena iniziato, ma la direzione è tracciata.
