Save the Children, bene passo indietro su educazione alla sessualità. Restano aspetti critici

“Siamo soddisfatti della scelta del Parlamento di accogliere le richieste di modifica avanzate anche dalla nostra Organizzazione e ripristinare la possibilità di svolgere attività di educazione sessuale nelle scuole secondarie di primo grado, che era stata preclusa da un emendamento approvato dalla Commissione Cultura”. Lo dichiara Giorgia D’Errico di Save the Children, commentando la proposta di modifica al ddl sul consenso informato in ambito scolastico presentata ieri.

“Restano però alcune criticità nel testo – prosegue D’Errico – In particolare, pur concordando con l’obiettivo del disegno di legge di informare tempestivamente e accuratamente le famiglie, riteniamo che l’introduzione di un consenso preventivo generalizzato e obbligatorio da parte dei genitori per attività di educazione alla sessualità rischi di produrre effetti controproducenti, rafforzando diseguaglianze educative e culturali e limitando la libertà di iniziativa delle ragazze e dei ragazzi, restringendo le loro possibilità di esplorare e proporre con responsabilità temi che li riguardano. Per educare i giovani e le giovani a relazioni sessuali e affettive sane, prevenire comportamenti a rischio, discriminazioni e violenze, è urgente una legge che preveda l’inserimento di percorsi obbligatori di educazione all’affettività e alla sessualità, in linea con le Linee guida UNESCO sulla Comprehensive Sexuality Education e gli Standard dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, a partire dalle scuole dell’infanzia e primarie e all’interno dei piani formativi, in modo graduale e adeguato all’età dei beneficiari. È fondamentale – conclude Giorgia D’Errico – inquadrare l’educazione alla sessualità e all’affettività in un contesto ampio e articolato, che non si limiti agli aspetti biologici, ma includa anche dimensioni emotive, sociali e relazionali, per promuovere il benessere e il rispetto reciproco”.