Valentina Andrea Sala: AAA CERCASI EDITORE. Vi presento Lucillo, per metà volpe e per metà drago

Valentina Andrea Sala è nata e cresciuta a Monza: impara a leggere a tre anni; i mondi letterari non aspettavano, andavano esplorati fin da piccola. Frequenta il liceo linguistico e lì scopre la sua passione per l’Oriente grazie allo studio del cinese. Dopo il diploma si iscrive a Giurisprudenza, perché a diciott’anni sembrava la scelta giusta. Laureatasi, inizia a lavorare in uno studio legale, ma ben presto intuisce che quel mondo fatto di scartoffie, orari rigidi e vestiario conforme mal si adatta alla sua vena creativa. Approdata finalmente nel mondo dell’editoria, lavora per tre anni e mezzo in una casa editrice che pubblica manga, fumetto occidentale e romanzi come redattrice editoriale.

Partecipa a diverse fiere del settore, prima fra tutte il Lucca Comics & Games, respira manga, fumetti e la cultura nerd a 360°. Dal 2023 diventa freelance e inizia a lavorare come redattrice editoriale per diverse realtà, tra cui case editrici e studi editoriali. Tra una pausa e l’altra, pratica il kendō e legge qualunque testo le capiti a tiro, “Science” e “Nature”. È vegana e ama le piccole città come la sua Monza, curare il suo giardino e i Pokémon.

Valentina, hai il privilegio di raccontare favole in un periodo di guerre, catastrofi, malattie e dolori. Un dono o soltanto fortuna?

Sempre più spesso siamo circondati da brutte notizie e, anche se non le viviamo sulla nostra pelle, ci condizionano molto. Sono sui social, mentre navighiamo su Internet, alla televisione. Credo che raccontare storie, soprattutto per bambini e ragazzi, in un periodo simile, possa aiutare a intravedere la magia presente in ognuno di noi, nonostante il brutto che ci circonda. Quindi è sicuramente un ruolo importante.

Parlaci dei tuoi racconti: quanto sono frutto di fantasia e quanto specchio della realtà?

Quando scrivo mi piace immaginare mondi fantastici, che nella realtà non esistono. Questo mi dà molta libertà creativa. Allo stesso tempo, però, cerco sempre di inserire qualche elemento preso in prestito dalla mia vita, come può essere l’ispirazione per un personaggio, un’ambientazione o una dinamica. Questo a volte aiuta a far sì che la storia sembri più reale, soprattutto quando devo creare un personaggio.

Che rapporto hai con quello che scrivi?

Molto profondo. Scrivere è un’attività creativa e, come altre situazioni simili, l’opera diventa parte di te e finisci per affezionarti. Mi piace anche molto vedere come i personaggi e le situazioni prendono vita sulla carta. Non sempre gli elementi li decido a tavolino, spesso evolvono mentre scrivo, e sono sempre molto curiosa di vedere cosa ne viene fuori!

Se non ci fosse stata la scrittura a riempire i tuoi spazi… in quale favola ti saresti rispecchiata?

Più che favola, mi sento molto affine ai mondi creati da Jules Verne. Amo molto la sua scrittura e gli universi a sfondo delle sue avventure. Da piccola, ma anche adesso, mi rispecchio molto nelle storie di avventura, se poi c’è anche un pizzico di fantasy tanto meglio!

Da lettore di romanzi guardo con attenzione l’evoluzione del personaggio principale. Mi spiego meglio se l’autore ne cura gli elementi visivi, quasi fosse una tavolozza con grande spazio ai colori, agli accostamenti. Mi pare di capire che raccontando favole per te dovrebbe essere un gioco da ragazzi…

Quando creo un personaggio penso sia fondamentale l’aspetto visivo e grafico. È utile anche per me, mi serve immaginare gli attori per identificare il modo migliore per farli muovere sul campo. E parte della magia nei libri per bambini e ragazzi la fanno proprio i mondi e i personaggi. Per questa storia ho preferito come prima cosa farla illustrare, e sono stata molto fortunata perché ho conosciuto Federica Scarì, ex allieva della Scuola del fumetto di Milano. È davvero molto brava e ha saputo cogliere subito lo spirito della storia e dei personaggi. Le sue illustrazioni parlano da sole!

Se potessi tornare indietro a un giorno della tua vita o fare qualcosa in modo diverso, a che giorno torneresti e cosa rifaresti?

Di solito non mi piace parlare in termini di What if, però, se proprio dovessi scegliere un momento che cambierei, di sicuro sarebbe il mio percorso universitario. Ho fatto Giurisprudenza, ma ora seguirei un percorso totalmente diverso. Probabilmente storia oppure geologia, amo molto la scienza.

Cosa si può dire a chi non crede più alle favole?

Ci insegnano a pensare etichettando qualunque cosa e siamo portati a credere che a 18 anni finisca per così dire la nostra fanciullezza e cominci la nostra età adulta. Una sfera in cui alcuni interessi non possono più trovar spazio, perché guarda che sei adulto, ormai, mica puoi guardare i cartoni animati! Non credo sia così. Penso che le fiabe, i libri, le storie, i fumetti, i cartoni e tanto altro abbiano ancora tanto da insegnarci. In primis che la creatività e la fantasia devono essere il nostro motore, che non possiamo perderle.

Usa questo spazio per convincere l’editore a pubblicare il libro che tratta la storia di Lucillo…

Credo che uno dei motivi per cui la storia di Lucillo debba vedere la luce è la sua ricchezza di temi molto attuali. Si parla per esempio di diversità. A Lucillo manca qualcosa, ma allo stesso tempo possiede un potere che nessuno sul suo pianeta ha. Il suo viaggio non è solo una scoperta di ciò che grazie alla sua abilità può fare, è anche l’esplorazione di mondi diversi dal suo, popolati da esseri che si discostano dalla sua quotidianità. E questo penso sia molto importante da insegnare ai bambini più piccoli: la celebrazione del diverso e il non osteggiare ciò che non si conosce. La storia di Lucillo parla poi di coraggio e di avventura, naturalmente. Insomma, chi non vorrebbe imbarcarsi in un viaggio spaziale alla scoperta di nuovi pianeti?