L’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, presenta oggi i risultati della valutazione indipendente del programma Welcome – Working for Refugee Integration, attivo in Italia dal 2016. Lo studio, condotto da Opcit Research e riferito al periodo 2020–2024, si è basato su dati raccolti in cinque regioni italiane e sul coinvolgimento di rifugiati, aziende, istituzioni e organizzazioni della società civile. I risultati confermano che Welcome è un modello efficace e sostenibile per favorire l’accesso dei rifugiati al lavoro e per rafforzare le imprese e la coesione all’interno delle comunità.
Il rapporto dimostra che i rifugiati coinvolti nel programma hanno tassi di occupazione più alti della media nazionale dei rifugiati in Italia. Non si tratta soltanto del numero di opportunità di impiego, ma di qualità del lavoro: contratti regolari, condizioni dignitose, opportunità meglio allineate a competenze e qualifiche. Questo si traduce in maggiore stabilità, minore esposizione allo sfruttamento e un più solido percorso verso l’autonomia.
Per i rifugiati, l’impatto va oltre l’occupazione. Grazie a Welcome migliorano le competenze linguistiche, la capacità di presentare i propri profili professionali e la fiducia nel futuro. Molti riportano un rafforzamento del senso di appartenenza alle comunità locali e una maggiore inclusione sociale.
Per le imprese, Welcome rappresenta una risposta concreta ai fabbisogni di manodopera, offrendo strumenti pratici come la piattaforma digitale Welcome in One Click e linee guida per l’inclusione. L’esperienza dimostra che i rifugiati portano resilienza, motivazione e nuove prospettive, contribuendo non solo alla produttività ma anche al rafforzamento della cultura aziendale. La partecipazione al programma, inoltre, accresce la visibilità e la reputazione delle aziende, rafforzando il loro impegno in materia di responsabilità sociale e sostenibilità.
Il report sottolinea anche l’importanza delle reti locali: attraverso WelcomeNet, oltre 120 organizzazioni della società civile hanno sviluppato approcci comuni e rafforzato la propria capacità di supportare i rifugiati nel mercato del lavoro, in stretta collaborazione con istituzioni e amministrazioni locali. Questo approccio multi-attore ha permesso di consolidare pratiche di inclusione che vanno ben oltre i singoli progetti.
“Dietro ogni percorso di lavoro c’è una persona che ricostruisce la propria vita. Con Welcome vediamo rifugiati che, grazie al loro impegno e al sostegno delle aziende, trovano non solo un impiego, ma una prospettiva di dignità e di futuro”. Ha dichiarato Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. “Questo programma ci ricorda che l’integrazione non è il risultato di un singolo attore, ma nasce dalla collaborazione di imprese, istituzioni e società civile: è la somma di tanti sforzi che rende possibile il cambiamento. Welcome è un modello che l’Italia offre come esempio anche ad altri Paesi europei”.
La valutazione mette in luce anche le sfide ancora aperte: la conoscenza della lingua italiana e il supporto alle persone più vulnerabili restano fattori critici per una piena integrazione. Senza un investimento strutturale in questi ambiti, i risultati rischiano di non essere pienamente sostenibili nel tempo.
Alla luce di questi dati, UNHCR rinnova il proprio appello a istituzioni, imprese e società civile affinché continuino a condividere responsabilità e impegno, rafforzando le buone pratiche già avviate e ampliando ulteriormente l’impatto del programma.
