Informazione di Stato. Strumentalizzare disastri e bambini?

La tv di Stato (Rai), in un nuovo show che si chiama “Splendida Cornice”, conduttrice Geppi Cucciari, ha intervistato una bimba palestinese, originaria di Gaza e profuga in Olanda. Toccante intervista dove la bimba, poco più che decenne, ha risposto a domande sulla sua vita nei Paesi Bassi rispetto alla Striscia, evidenziando ovviamente tutti gli aspetti e differenze – sintomatiche e contingenti – che non ci possono non essere.

Non sappiamo, se nella programmazione di questo show sia prevista altrettanta intervista ad altrettanta bambina sopravvissuta dai kibbutz israeliani messi a ferro e fuoco il 7 ottobre del 2023, o bambina israeliana, magari abitante nel centro di Tel Aviv, adusa a fare avanti e indietro tra casa o scuola  nei rifugi antiaerei e a guardarsi bene attorno chi sale nell’autobus che prende per andare a scuola.

Se l’intenzione dello show è di mettere a confronto la sensibilità infantile con uno dei drammi della nostra civiltà, entrambe le bimbe andrebbero bene. Considerando magari di intervistare altrettante bimbe del Bangladesh, del Sudan o di qualche slam delle periferie povere americane dove la polizia cosiddetta antimmigrazione di Trump fa razzie tutti i giorni separando e distruggendo famiglie. Insomma, dal punto di vista editoriale, ce n’è per tutti i gusti.

A noi lascia perplessi che l’informazione di Stato abbia al momento fatto la scelta della bimba profuga in Olanda. Non solo, ma che una bimba sia diventata protagonista di una trasmissione “per grandi” (orari di trasmissione e tipologia) dove, l’intervistata non avrebbe potuto rispondere altrimenti, senza possibilità oggettiva di interlocuzione, bimba usata come replicante dell’incapacità umana di vivere in pace: la proprietà di linguaggio della bimba, la precisione delle risposte alle domande erano come in un film, tutt’altro che intervista.

E’ questa l’informazione di Stato? Sì, purtroppo.

A partire da mancanza di delicatezza e rispetto verso una bimba, iconizzata  a star di uno show per grandi.

Ci domandiamo, dopo la discutibile spettacolarizzazione che – prima ed oggi – i media hanno fatto di Greta Thunberg, se una qualche lezione sia stata appresa. Sembra di no. Anzi. Sembra proprio che la narrazione  dei disastri e delle incapacità dell’umanità si preferisca farla “creando” nuove Greta, piuttosto che non con la denuncia di quelli che si ritengono responsabili e complici di questi disastri.

 

Chissà se conduttori e responsabili di questi show si pongono il problema che sono in una emittente di Stato, servizio pubblico per grandi e bambini in quanto tali e non strumenti e icone delle proprie incapacità, anche mediatiche in questo caso.

 

 

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc