
Circa 167 milioni di ragazze[1] che vivono nei Paesi con le maggiori disuguaglianze di genere pagheranno il prezzo più alto dei tagli agli aiuti umanitari internazionali. Lo rivela un’analisi di Save the Children – pubblicata in occasione della Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze -, secondo la quale 17 dei 20 Paesi più duramente colpiti dalla stretta sugli aiuti nel 2025[2] sono anche classificati come “scarsi” (4) o “molto scarsi” (13) in termini di uguaglianza di genere secondo l’Indice Globale di Genere degli SDG[3].
Si tratta di ragazze che vedono ridotte le opportunità di vedere tutelati i propri diritti fondamentali, come l’accesso all’istruzione, e sono costrette a fronteggiare rischi crescenti di violenza ed esclusione. Tra le più penalizzate quelle che vivono in Giamaica, Eswatini e Namibia, con la combinazione più critica tra riduzione degli aiuti programmabili pro capite e disuguaglianza di genere.
I tagli agli aiuti umanitari internazionali arrivano in un anno già drammatico per le ragazze che vivono in contesti di crisi: oltre 3,5 milioni sono state colpite da disastri naturali e dalle loro conseguenze, e 122 milioni vivono in aree fragili o colpite da conflitti, tra incertezza, paura e tragedie.
Nonostante queste emergenze, gli aiuti globali sono diminuiti del 14%, con una perdita di circa 22 miliardi di dollari destinati a programmi essenziali e interventi umanitari.
Per molte ragazze, questo si traduce in sogni infranti. Nessun Paese al mondo è attualmente sulla buona strada per raggiungere l’uguaglianza di genere entro il 2030, obiettivo previsto dagli SDG per costruire società più eque e pacifiche.
Maria*, 16 anni, vive in un campo profughi in Tanzania, uno dei Paesi con bassi livelli di uguaglianza di genere e tra i più colpiti dai tagli agli aiuti del 2025. Sogna di diventare neurochirurga, ma la riduzione del sostegno ai programmi scolastici le ha reso difficile proseguire gli studi.
“Voglio studiare e diventare dottoressa, ma senza i materiali scolastici necessari ho paura di perdere la battaglia. Quando ci assegnano i test, solo pochi riescono a farli perché molti non hanno nemmeno un quaderno. È ingiusto, ma cosa possiamo fare?”, ha raccontato agli operatori di Save the Children.
Isack, insegnante di Maria, ha spiegato che la frequenza scolastica, il numero di abbandoni e il rendimento sono peggiorati perché i tagli hanno causato l’interruzione della distribuzione gratuita di quaderni e assorbenti, fondamentali per permettere alle ragazze di frequentare la scuola.
“Le ragazze che crescono in Paesi colpiti da massicci tagli agli aiuti affrontavano già ostacoli sproporzionati nel realizzare i propri diritti. Ma a causa dell’interruzione di alcuni interventi e servizi essenziali, i rischi di violenza, disuguaglianza e conflitto aumentano, mentre il supporto diminuisce”, dichiara Inger Ashing, Direttrice generale di Save the Children.
“La speranza è nelle ragazze. Si stanno organizzando nelle loro comunità, lottano per la giustizia climatica, chiedono la fine di ogni tipo di violenza e immaginano un futuro diverso. Chiedono di essere viste non solo per le sfide che affrontano, ma per le soluzioni che propongono. Nessun Paese al mondo è sulla buona strada per raggiungere l’uguaglianza di genere entro il 2030. Al ritmo attuale, una ragazza nata oggi dovrà aspettare il suo 97° compleanno – oltre la sua aspettativa di vita – per celebrare finalmente una società equa”.
“I governi, le aziende e i leader globali devono investire sempre di più nelle ragazze. L’uguaglianza di genere è una base fondamentale per la pace, lo sviluppo economico e sociale. Le ragazze hanno un ruolo cruciale nel futuro dell’uguaglianza e della cooperazione globale, e noi abbiamo la responsabilità di sostenerle”.
Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, lavora in tutto il mondo per supportare l’empowerment delle ragazze e l’uguaglianza di genere, attraverso la promozione della partecipazione femminile nei processi decisionali e dell’accesso inclusivo ai servizi essenziali, nella conduzione di ricerche e analisi di bilancio per indirizzare interventi, leggi e politiche efficaci, e la sensibilizzazione dei decisori politici verso i diritti e i bisogni delle ragazze.