Allarme Anaao-Als: il 17% delle borse di specializzazione non è stato assegnato

Su 15.283 contratti regionali a bando per il concorso di specializzazione medica, ben 2.569 (17%) non sono stati assegnati, numero destinato ad aumentare vertiginosamente a causa delle centinaia di mancate effettive immatricolazioni. Continua inoltre la tendenza negativa per le cosiddette specializzazioni meno ambite, prima tra tutte la medicina d’emergenza-urgenza (45% dei contratti non assegnati). I risultati delle assegnazioni del concorso di specializzazione 2025 si confermano come un “disastro annunciato”.

A fare il quadro della situazione sono Anaao Giovani e Als, che si dichiarano preoccupati e amareggiati per i risultati delle assegnazioni del concorso di quest’anno, già ampiamente previsti e denunciati in anticipo a più riprese.

Analizzando più nel dettaglio le 36 scuole di specializzazione di Medicina di Emergenza il dato è impietoso: su 976 contratti banditi, è stato assegnato solo il 55% degli stessi (537 contratti). E anche scuole fondamentali per la diagnosi e terapia di malattie oncologiche (Anatomia Patologica e Radioterapia) hanno percentuali simili e altrettanto preoccupanti.

“Quest’anno il numero di contratti non assegnati è diminuito” – dichiara il Presidente ALS Massimo Minerva – “e questo è dovuto all’aumento del numero dei candidati. Ci auguriamo che il futuro ci riservi coerenza tra le necessità di specialisti e il numero di candidati. Ma con l’enorme numero attuale di iscritti alla facoltà di Medicina, sarà molto difficile mantenere questo equilibrio”.

“Davanti a questi dati incontrovertibili, la domanda che deve essere posta a tutti coloro che si occupano di politica sanitaria è la seguente: ‘come risolviamo la cronica e pericolosa carenza di medici in branche come la medicina d’emergenza? – si chiedono Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed, e Giammaria Liuzzi, Responsabile Nazionale Anaao Giovani -. In quanto realtà associative maggiormente rappresentative dei medici specializzandi, non abbiamo dubbi: l’unica soluzione è riformare la formazione medica post-laurea, archiviando l’impianto formativo attuale e sostituendolo con un contratto di formazione-lavoro istituendo i learning hospital, con specializzandi che cosi avrebbero diritti e i doveri precisi e chiari calati in un contratto incardinato nel Ccnl con retribuzione e responsabilità crescenti. Una soluzione che “stranamente” non comporta un aumento di spesa perché abolirebbe non il numero chiuso, ma la figura dei gettonisti, costati all’erario pubblico ben 1,7 miliardi di euro dal 2019 al 2023.

Occorre inoltre una profonda revisione dei fabbisogni di medici specialisti maggiormente calata sulle reali necessità del territorio e degli ospedali, evitando così il proliferare di specializzazioni senza appeal e che producono solo borse perse.

In tal modo si potrebbe migliorare l’efficienza del sistema attuale, ma non si risolverebbe il problema alla radice.”

“Se rivolgessimo la stessa domanda al mondo Universitario-Accademico – proseguono i leader di Anaao Assomed e Als – cosa risponderebbe? Che la formazione italiana è la migliore d’Europa, che i giovani medici pensano solo ai soldi e non alla vocazione, che sono fannulloni e che dovrebbero essere contenti a lavorare per 1300€ netti al mese visto che “ai loro tempi” la specializzazione era gratis? Che occorre aumentare gli ingressi a medicina o peggio ancora andare oltre il numero chiuso? Occorre a nostro avviso, creare in tempi rapidi un tavolo interministeriale con il mondo associativo, sindacale e accademico per rispondere rapidamente a questa domanda e predisporre tutte le opportune azioni legislative per contrastare una carenza di appeal della professione   che si sta irrimediabilmente ripercuotendo sulla qualità dell’erogazione del nostro Ssn”.

“Siamo pronti a lavorare insieme per il bene dei giovani medici – concludono i vertici di Anaao Assomed e Als – chiediamo pertanto al Ministro Bernini di sederci ad un tavolo propositivo.

Due sono nel frattempo le iniziative fondamentali per gli attuali concorrenti SSM:

1) aumentare a 7 gli scaglioni straordinari di scelta prima della presa di servizio;

2) istituire una flessibilità di 45 giorni per la presa di servizio dei neo specializzandi.

Un aumento degli scaglioni contribuirà ad aumentare l’entità di contratti assegnati entro la presa di servizio, arrecando un sostanziale beneficio a tutto il SSN. L’introduzione di una flessibilità di 45 giorni per la presa di servizio per i neo specializzandi appena immatricolati permetterà una dignitosa organizzazione per le migliaia di giovani medici che in pochi giorni sono costretti a cambiare città, anche lontana centinaia di chilometri dalla propria sede.

Noi come sempre restiamo disponibili a lavorare di concerto con le istituzioni perché la salute è un bene prezioso comune e costituzionale”.