Che valore ha la libertà? Ce lo siamo mai chiesti davvero prima del lockdown? E se lo è mai domandato chi oggi sta scontando una condanna dietro le sbarre un attimo prima di compiere il reato?
La giornalista Francesca Ghezzani si è posta questa e tante altre domande nel suo percorso all’interno del pianeta Carcere.
“l silenzio dentro – Quando raccontare diventa un atto di giustizia è un lungo lavoro d’inchiesta che mi ha impegnata per più di un anno su un tema delicato e divisivo quale il carcere. Un approccio costruttivo a un problema enorme, che non riguarda solo chi è in cella ma la società intera e la sua sicurezza dopo il fine pena.
Tante le voci, le testimonianze e le storie raccolte per guardare dietro e oltre le sbarre del sistema penitenziario italiano. Prefazione a cura della giornalista Assunta Corbo e postfazione del critico letterario Claudio Ardigò”.
Se, come previsto dall’art. 27 della Costituzione, tendere alla rieducazione del carcerato è l’obiettivo della pena, dietro a ogni azione compiuta, per quanto illecita, ci sono storie che meritano di essere ascoltate, perché cittadinanza e partecipazione rappresentano un reale bisogno anche all’interno delle mura di un penitenziario.
“Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri, poiché è da esse che si misura il grado di civiltà di una Nazione” affermava il padre dell’Illuminismo Voltaire secoli fa e, ancora oggi, è doveroso interrogarsi sulle condizioni delle prigioni, spesso alle prese con carenza di personale, sovraffollamento, casi di suicidio tra i detenuti e persino nel Corpo di Polizia Penitenziaria, con un anno 2024 che ci ha lasciato in eredità drammatici record.
Cosa fare, allora, senza cadere nella retorica del buonismo e ben sapendo che non tutti sono pronti a riabilitarsi o desiderano farlo, affinché la giustizia faccia il suo corso e chi si è macchiato di un reato e voglia ricucire gli strappi possa contare su un concreto reinserimento che lo tenga lontano da recidive al termine della pena e si salvi? Come agire affinché la ritrovata libertà non faccia più paura della stessa prigione e non si torni a essere un pericolo per sé stessi e la sicurezza sociale? Come far sì che la detenzione, se volta a un processo di rieducazione, sia un investimento per i detenuti e una garanzia per la società?
Questo libro è un viaggio dentro e fuori i penitenziari per raccogliere, attraverso decine di interviste, le testimonianze di carcerati, ex detenuti oggi reinseriti nel tessuto sociale e nomi autorevoli del panorama istituzionale e associazionistico, esperti di criminologia e psichiatria forense, giornalisti e addetti alla comunicazione, esponenti del clero, sociologi, senza tralasciare i concetti di finanza e imprenditoria sociali, economia carceraria e circolare, upcycling presenti all’interno del sistema penitenziario e il delicato rapporto, sempre più sfidante e attuale, tra giustizia penale e intelligenza artificiale.
Un approccio costruttivo a un problema enorme, che non riguarda solo chi è in cella.
Il silenzio dentro – Quando raccontare diventa un atto di giustizia
Swanbook Edizioni