Pesaro, Fox Petroli: mediazione in tribunale con gli attivisti Malini e Sperindei. Sul tavolo libertà di espressione e tutela dell’ambiente

Lunedì 29 settembre si terrà, presso il Palazzo di Giustizia di Pesaro – Organismo di Mediazione e Conciliazione del Foro di Pesaro, Piano 0 – il primo incontro della procedura di mediazione avviata dalla società Fox Petroli S.p.A.nei confronti degli attivisti Roberto Malini e Lisetta Sperindei, rappresentanti del Comitato PESARO: NO GNL.

Una memoria tecnica è già stata depositata a beneficio del mediatore incaricato, al fine di illustrare nel merito la posizione degli attivisti. 

La mediazione civile è uno strumento previsto dalla legge italiana come tentativo obbligatorio e preliminare rispetto all’apertura di un vero e proprio processo, in alcuni ambiti specifici tra cui la diffamazione a mezzo stampa. Si tratta di un procedimento extragiudiziale volto a trovare un accordo tra le parti in modo rapido, riservato e meno oneroso.

Nel caso in cui non si giunga a un accordo soddisfacente, si aprirà il procedimento giudiziario vero e proprio: l’udienza è già stata fissata per il 22 dicembre 2025 presso il Tribunale di Pesaro.

Fox Petroli accusa Malini e Sperindei di diffamazione per aver pubblicamente definito “in stato di degrado” l’area industriale di Tombaccia, già sede di impianti petroliferi. L’azienda chiede almeno due milioni di euro di risarcimento danni.

I due attivisti ribadiscono che le loro dichiarazioni si basano su documenti ufficiali, relazioni tecniche, analisi ambientali e atti pubblici, e rivendicano il diritto-dovere della società civile di esprimersi su questioni di salute pubblica, sicurezza e tutela dell’ambiente.

Il procedimento ha suscitato preoccupazione a livello internazionale, poiché presenta tutte le caratteristiche di una SLAPP (Strategic Lawsuit Against Public Participation), ovvero una causa giudiziaria strategica volta a intimidire chi partecipa al dibattito pubblico su temi di interesse collettivo.

A confermare questa interpretazione sono state alcune delle principali organizzazioni internazionali che operano a tutela dei Human Rights Defenders – spesso colpiti da persecuzione giudiziaria, anche nella forma della SLAPP – in stretto contatto con le Nazioni Unite e la Commissione Europea. In particolare ha già diffuso un appello FrontLine Defenders, cui seguirà presto l’azione di CASE – Coalition Against SLAPPs in Europe – e di Net4Defenders. Anche lo Special Rapporteur ONU sui Difensori dei Diritti Umani e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) si occupano del caso e agiranno a tutela di Malini e Sperindei, rivolgendosi alle istituzioni italiane affinché venga rispettato il diritto dei due attivisti di proseguire il proprio impegno civico senza subire pressioni o intimidazioni giudiziarie. 

Si ricorda che entro il 2026 l’Italia recepirà la Direttiva europea anti-SLAPP, che ha l’obiettivo di proteggere Difensori dei diritti umani e giornalisti da procedimenti giudiziari intimidatori tesi a boicottare l’informazione e la partecipazione al dibattito su temi di interesse pubblico.

Roberto Malini, co-presidente di EveryOne Group e scrittore (che è colpito per la quarta volta, in 40 anni di difesa dei diritti e dell’ambiente, da una SLAPP) e Lisetta Sperindei, ex consigliera comunale e attivista per la tutela ambientale, dichiarano:

“Partecipiamo alla mediazione con senso di responsabilità e pieno rispetto delle istituzioni. Ma non accetteremo alcuna intesa che comporti una ritrattazione di affermazioni veritiere e documentate. Il nostro dovere è verso i cittadini, la trasparenza e la salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica”.

Nella foto, Lisetta Sperindei e Roberto Malini