La grande ipocrisia, scandali e doppia morale nelle Chiese conservatrici. Un viaggio nell’ombra del moralismo religioso e del potere politico

di Davide Romano

Se c’è una lezione che la storia ci ha insegnato con la costanza di un tormentone, è che più alto si erge il pulpito della morale, più profondo può essere l’abisso dell’ipocrisia. E mai come negli ultimi anni questo paradosso si è manifestato con tale veemenza nel mondo delle chiese conservatrici, tanto evangeliche quanto tradizionali, dove il rigorismo dottrinale spesso convive con una disinvoltura morale che farebbe arrossire Casanova. Ma quando questi predicatori della virtù diventano anche consulenti del potere politico, l’ipocrisia si trasforma in un vero e proprio sistema di controllo sociale, dove la doppia morale non è più un’aberrazione individuale ma una strategia di dominio.

Il paradosso del predicatore politicizzato

Prendiamo Ted Haggard, già presidente della National Association of Evangelicals, che per anni ha tuonato contro l’omosessualità definendola un “abominio agli occhi di Dio”. Noto per i suoi accalorati attacchi contro gli omosessuali nel suo Paese, il pastore è stato coinvolto in uno scandalo che ha sconcertato circa 30 milioni di fedeli appartenenti alla Chiesa evangelica americana: avrebbe, infatti, avuto una relazione omosessuale con un gigolò. L’ironia della storia vuole che l’uomo che predicava la santità del matrimonio eterosessuale sia stato smascherato proprio per aver frequentato un prostituto maschio. Un classico caso di “fate quello che dico, non quello che faccio”, che avrebbe fatto sorridere amaramente Voltaire.

Ma Haggard rappresenta solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che attraversa tutto il mondo evangelico conservatore americano, quello stesso mondo che ha saputo conquistare le stanze del potere fino ad arrivare alla Casa Bianca. È dalla fine degli Anni Ottanta che, con il caso di allontanamento dal ministero pastorale di Jimmy Swaggart per adulterio e prostituzione, la classe pastorale evangelica sta mostrando di essere affetta da casi di cedimento, fallimento e abusi che si ripetono con la regolarità di un orologio svizzero.

 

I Falwell: una dinastia di scandali e potere

La famiglia Falwell rappresenta forse il caso più emblematico di come potere religioso, politico ed economico si intreccino in un groviglio indissolubile di ipocrisia. Jerry Falwell Sr., fondatore della Moral Majority negli anni ’80, aveva fatto del moralismo conservatore la sua bandiera politica, diventando uno dei più influenti leader della destra religiosa americana. Ma è con suo figlio Jerry Falwell Jr. che la dinastia raggiunge vette di ipocrisia degne di un romanzo di Oscar Wilde.

Jerry Falwell Jr., sotto la cui guida Liberty University è finita sotto scrutinio per il controllo autoritario su dipendenti e studenti, nepotismo verso le aziende di famiglia e la crescente influenza della moglie Becki negli affari scolastici, è stato accusato di aver guardato sua moglie partecipare a incontri sessuali con un altro uomo. Un comportamento che, se fosse stato commesso da un democratico, avrebbe scatenato sermoni infuocati sui “valori della famiglia cristiana”.

Il caso Falwell Jr. è particolarmente gustoso per i suoi dettagli piccanti: retorica trumpiana rancida, teorie del complotto e insulti volgari su Twitter, Fox e talk radio. Segnalazioni che accennavano ampiamente a scappatelle sessuali e pagamenti per il silenzio. Lamentele che Falwell si presentava “apparendo ubriaco o puzzando di alcol” nel campus. Un quadro che ricorda più un reality show che il comportamento di chi dovrebbe essere un faro morale per milioni di giovani studenti.

Ma il colpo di grazia arriva con i dettagli finanziari: Jerry Falwell Jr. ha ricevuto un pagamento di 15,3 milioni di dollari dalla scuola, di cui 5,5 milioni in aggiunta ai quasi 10 milioni già ricevuti come liquidazione e pensione. Una buonuscita d’oro per chi aveva trasformato un’università cristiana in un feudo personale, dimostrando che negli Stati Uniti anche il fallimento morale può essere molto redditizio se si ha il pedigree giusto.

I problemi di Falwell si sono moltiplicati negli ultimi mesi quando si è scusato pubblicamente per un tweet che mostrava una persona in blackface e ha pubblicato una foto sul suo account Instagram in cui aveva la camicia alzata e teneva in mano un bicchiere di liquido scuro. Un’immagine imbarazzante che lo mostrava accanto a una donna, confermando quella disinvoltura morale che mal si conciliava con i rigidi codici comportamentali imposti agli studenti di Liberty University.

 

Paula White: la consulente spirituale del potere temporale

Se i Falwell rappresentano l’establishment evangelico tradizionale, Paula White-Cain incarna perfettamente la nuova generazione di predicatori che hanno saputo trasformare il Vangelo in un business plan e la fede in uno strumento di potere politico. Sposata tre volte, è sopravvissuta sia a scandali finanziari che sessuali, ma soprattutto è riuscita nell’impresa più difficile: diventare la consigliera spirituale di Donald Trump, l’uomo che di spirituale aveva forse solo il prezzo delle sue proprietà immobiliari.

Diversi cristiani, inclusi alcuni pastori, si sono espressi contro Paula White-Cain, consigliere spirituale di Donald Trump, definendola una “falsa insegnante”. Un giudizio che non sembra aver scalfito la sua influenza presso l’ex e attuale presidente americano. Trump non ha solo ricompensato gli evangelici; ha specificamente elevato un gruppo marginale di leader religiosi con credenze e ambizioni non tradizionali per conquistare e trasformare il cristianesimo evangelico americano.

Il caso di Paula White è emblematico di come la “teologia della prosperità” possa diventare un formidabile strumento di manipolazione delle masse. “Sono stata chiamata eretica, apostata, adultera, ciarlatana e tossicodipendente”, ha dichiarato lei stessa, quasi vantandosene. Paula White-Cain promette “benedizioni soprannaturali” a coloro che donano al suo ministero prima della Pasqua, vendendo miracoli come una delle sue modalità preferite per approfittare delle persone sofferenti.

Ma il momento più surreale del suo ministero arriva con le elezioni del 2020: ha guidato un servizio di preghiera per combattere le “confederazioni demoniache” che si erano frapposte al ritorno di Trump dopo che il leader Maga aveva affermato che le elezioni presidenziali erano truccate contro di lui. Un esempio perfetto di come la religione possa essere utilizzata per legittimare le più fantasiose teorie del complotto.

 

Pat Robertson: il patriarca della politica religiosa

Nessuna analisi dell’ipocrisia religiosa conservatrice può prescindere da Pat Robertson, il patriarca indiscusso del televangelismo politicizzato americano. Robertson attaccava la separazione tra chiesa e stato e chiedeva che l’America diventasse una “nazione cristiana”, trasformando il suo programma “700 Club” in una piattaforma di propaganda politica mascherata da predicazione.

Robertson viene descritto come una figura a due facce, che si presenta ragionevole e moderato ai media generalisti ma fa dichiarazioni demagogiche nelle sue trasmissioni del 700 Club e nei suoi libri, che i media laici ignorano. Un classico esempio di doppia morale: una versione per il grande pubblico e una per i fedeli, dimostrando una cinica consapevolezza della necessità di adattare il messaggio al pubblico.

Il cinismo di Robertson raggiunge l’apice quando si tratta di giudicare i comportamenti morali in base all’appartenenza politica: Robertson condannava i democratici coinvolti in scandali sessuali, dicendo ad esempio che il presidente Bill Clinton aveva trasformato la Casa Bianca in un parco giochi per la libertà sessuale. Ma ha aiutato a solidificare il sostegno evangelico per Trump, ignorando i commenti sessualmente predatori del candidato. Un caso da manuale di come la morale cristiana possa essere applicata a geometria variabile a seconda delle convenienze politiche.

 

Il caso dei Battisti del Sud: l’America protestante sotto accusa

Ma è negli Stati Uniti, culla dell’evangelismo conservatore, che si è consumato uno dei capitoli più drammatici di questa cronaca dell’ipocrisia. Dal 1998 erano almeno 380 i pastori accusati di aver abusato sessualmente di più di 700 fedeli, tra cui bambini, solo all’interno della Southern Baptist Convention, la più grande denominazione protestante americana e uno dei pilastri della destra religiosa statunitense.

Il particolare più inquietante di questa vicenda sta nel profilo degli abusatori: quasi 400 pastori sposati della Southern Baptist Convention, padri di famiglia che predicavano la santità del matrimonio mentre perpetravano gli atti più turpi sui propri fedeli. La scoperta che la maggior parte degli accusati era sposato durante gli abusi demolisce anche la teoria che collega il celibato ecclesiastico alla pedofilia – evidentemente, l’ipocrisia non ha bisogno di voti di castità per prosperare.

Secondo un’indagine condotta da uno studio legale esterno, i leader della SBC hanno insabbiato per anni gli abusi del clero e denigrato i sopravvissuti, confermando come la struttura gerarchica di queste comunità faciliti non solo gli abusi di potere, ma anche la loro sistematica copertura.

 

Hillsong: quando il successo corrompe

Emblematico è anche il caso di Hillsong Church, il colosso evangelico australiano che ha conquistato il mondo con la sua musica accattivante e il suo messaggio di prosperità. Ancora problemi per Hillsong church, gruppo di chiese evangeliche che ha visto un’ascesa di grande impatto numerico negli ultimi cinque anni; il New York Times fa il punto sulle recenti, accidentate vicende del ramo Usa del gruppo, rilevando che dopo «una serie di crisi, tra cui le dimissioni del suo leader, l’organizzazione evangelica ha perso… fedeli a causa degli scandali che hanno coinvolto la leadership.

Il successo internazionale di Hillsong, con le sue megachiese che sembrano più stadi rock che luoghi di culto, rappresenta perfettamente il paradosso del cristianesimo conservatore contemporaneo: predicare la rinuncia alle cose del mondo mentre si costruiscono imperi economici milionari. Il movimento Hillsong ha attirato celebrità di Hollywood e politici, diventando un simbolo del cristianesimo “cool” e commercialmente di successo, fino a quando gli scandali non hanno iniziato a emergere con la stessa regolarità delle loro hit musicali.

 

Il Pentecostalismo: tra miracoli e misfatti

Anche il mondo pentecostale, con la sua enfasi sui doni spirituali e sul rapporto diretto con il divino, non è immune da scandali. In Italia, gravi episodi hanno scosso comunità pentecostali, confermando quanto già si osservava: “dietro tanti pulpiti si annidano servitori di Mammona e non del nostro Signore Gesù Cristo”.

Il movimento pentecostale, pur avendo “buoni numeri soprattutto nel sud America”, presenta secondo gli osservatori “vistose lacune” dottrinali che facilitano derive autoritarie e abusi di potere spirituale. La promessa di guarigioni miracolose e benedizioni divine diventa spesso un espediente per estorcere denaro a fedeli disperati, in una moderna versione delle indulgenze medievali.

 

Il fenomeno del pastore-imprenditore

Il caso più recente che ha fatto scalpore è quello del pastore americano che “Vai e vendi criptovalute”: un pastore evangelico americano dice di aver ricevuto questo mandato da Dio e di aver obbedito. Ha creato così INDXcoin, una criptovaluta di ispirazione divina, raccogliendo quasi tre milioni e mezzo di dollari dai suoi seguaci. Un’operazione che ricorda le indulgenze medievali, aggiornate ai tempi del Bitcoin e spacciata come volontà divina. La modernità al servizio dell’antica arte della truffa religiosa.

Questo caso rappresenta perfettamente l’evoluzione del televangelismo nell’era digitale: non più solo richieste di donazioni durante le trasmissioni televisive, ma veri e propri schemi di investimento mascherati da missioni divine. Il pastore-imprenditore del XXI secolo sa che per impressionare un pubblico abituato alle innovazioni tecnologiche, bisogna vendere anche Dio in versione 2.0.

 

Il meccanismo della complicità

Il problema di fondo di questi scandali non è tanto la presenza di individui corrotti – esistono medici, avvocati e politici corrotti in ogni settore – quanto la scoperta che l’ipocrisia sembra essere sistemica e che le comunità religiose spesso diventano complici attive o passive di questi comportamenti.

Il meccanismo è sempre lo stesso: il pastore, investito di autorità spirituale e spesso economica, diventa intoccabile agli occhi della comunità. I fedeli, educati all’obbedienza e al rispetto dell’autorità religiosa, faticano a denunciare abusi che spesso vengono interpretati come “tentazioni del diavolo” o “prove di fede”. La dottrina dell'”uomo di Dio” infallibile crea un ambiente dove il controllo critico viene sospeso in nome della fede cieca.

Inoltre, la struttura economica di molte megachiese moderne, basata su donazioni e “decime” obbligatorie, crea un interesse finanziario diretto nel mantenere il leader carismatico al potere, anche quando emergono evidenze di comportamenti inappropriati. Gli scandali vengono quindi minimizzati, nascosti o addirittura giustificati come attacchi del maligno contro l’opera di Dio.

 

La teologia della prosperità come sistema di controllo

Imbambolano milioni di persone, promettono felicità e guarigioni miracolose. In realtà sanno offrire sostegno, consolazione, l’inserimento in comunità di conoscenti, scrive con lucida amarezza un osservatore del fenomeno evangelico. Ma il prezzo di questa consolazione è spesso l’abbandono del senso critico e l’accettazione acritica di dogmi che servono più a mantenere il controllo che a elevare spiritualmente.

La “teologia della prosperità”, predicata da molte di queste chiese, è forse l’esempio più sfacciato di questa mercificazione della fede: Dio benedice materialmente chi dona generosamente alla chiesa, creando un circolo vizioso dove i più poveri si impoveriscono ulteriormente nella speranza di una ricchezza che non arriverà mai, mentre i pastori si arricchiscono predicando povertà e umiltà.

Questa dottrina, che trasforma la religione in una sorta di marketing multilivello divino, è particolarmente insidiosa perché ribalta completamente il messaggio evangelico originario: non più “beati i poveri in spirito”, ma “beati i ricchi che donano alla chiesa”. Il povero che non prospera nonostante le donazioni non è una vittima di un sistema truffaldino, ma un peccatore che non ha abbastanza fede o che nasconde qualche colpa segreta.

 

L’intreccio con la politica: il vero scandalo

Ma il vero scandalo di queste chiese conservative non è tanto nei comportamenti privati dei loro leader, quanto nel loro sistematico coinvolgimento nella politica nazionale, trasformando il Vangelo in propaganda partitica e la religione in uno strumento di mobilitazione elettorale.

L’alleanza tra evangelici conservatori e il partito repubblicano ha creato una situazione paradossale: predicatori che dovrebbero occuparsi della salvezza delle anime si ritrovano a fare endorsement politici, mentre politici che dovrebbero occuparsi del bene comune si ergono a giudici morali della nazione. Il risultato è una confusione di ruoli che tradisce entrambe le missioni.

Il caso di Trump è emblematico: un uomo che incarnava tutto ciò che il moralismo cristiano condanna – adulterio, avidità, superbia, menzogna sistematica – viene benedetto e sostenuto da leader religiosi che giustificano il loro supporto con contorsioni teologiche degne di un sofista bizantino. “Dio può usare anche uno strumento imperfetto” diventa la formula magica per giustificare qualsiasi compromesso morale.

 

La sindrome del potere spirituale

Il problema di fondo non è teologico ma antropologico. “Satana ed i suoi demoni sanno questo e quindi attaccano i leader religiosi”, sostengono i credenti più ortodossi, ma la verità è più prosaica: il potere corrompe, anche quando è esercitato in nome di Dio. Anzi, forse soprattutto allora, perché si ammanta di una sacralità che lo rende immune alle critiche e ai controlli.

La posizione del leader religioso carismatico è per sua natura pericolosa: combina autorità morale, economica e spesso politica, senza i contrappesi che caratterizzano altre forme di leadership. Il gregge è educato all’obbedienza, non al controllo; alla fede, non al dubbio; alla donazione, non alla verifica di come vengono utilizzati i fondi.

Questo sistema genera inevitabilmente dei mostri: uomini (sono quasi sempre uomini) che cominciano magari con sincere intenzioni missionarie ma che, intossicati dal potere e dall’adulazione, finiscono per credere alla propria infallibilità. La tentazione di utilizzare la propria posizione per soddisfare bisogni personali – sessuali, economici o di potere – diventa irresistibile quando si è convinti di essere al di sopra delle leggi umane perché si agisce in nome di quelle divine.

 

L’ipocrisia come sistema di governo

Quello che emerge da questa panoramica non è tanto la presenza di “mele marce” in un sistema altrimenti sano, quanto la scoperta che l’ipocrisia sembra essere sistemica. La rigidità morale predicata dal pulpito contrasta troppo spesso con la condotta privata di chi predica, creando un sistema dove l’apparenza conta più della sostanza e dove il controllo sociale viene esercitato attraverso il senso di colpa e la paura del giudizio divino.

Il moralismo religioso, quando diventa strumento di potere piuttosto che guida spirituale autentica, genera inevitabilmente i suoi opposti: repressione che sfocia in trasgressione, controllo che genera ribellione segreta, purezza predicata che nasconde corruzione praticata. È un sistema che si autoalimenta: più severe sono le regole morali imposte pubblicamente, più attraente diventa la loro violazione privata.

 

Il boom evangelico e i suoi effetti collaterali

Il fenomeno assume dimensioni ancora più preoccupanti se consideriamo la portata del movimento evangelico moderno. All’inizio del XX secolo le chiese evangeliche contavano circa 50 milioni di fedeli. Oggi sono mezzo miliardo: in un secolo, sono riuscite a conquistare il mondo, e non sembrano volersi fermare. Una crescita esponenziale che ha portato con sé non solo milioni di fedeli, ma anche una concentrazione di potere nelle mani di leader carismatici spesso privi di controlli adeguati.

Questa espansione numerica ha trasformato molte denominazioni evangeliche in vere e proprie multinazionali della fede, con fatturati che superano quelli di molte aziende Fortune 500. Il problema è che, a differenza delle corporations laiche, queste organizzazioni religiose godono spesso di esenzioni fiscali e di una supervisione pubblica limitata, creando le condizioni ideali per abusi di potere su larga scala.

 La lezione dimenticata

“Chi è senza peccato scagli la prima pietra”, disse un rabbi di Nazareth duemila anni fa. Era un invito all’umiltà e alla comprensione della fragilità umana. Ma i suoi presunti seguaci sembrano aver dimenticato la lezione, preferendo ergere tribunali morali dai quali giudicare il mondo mentre le loro case di vetro vanno in frantumi.

La vera tragedia non è che esistano pastori corrotti – esistono medici, avvocati e politici corrotti, in fondo siamo tutti umani. La tragedia è l’ipocrisia sistematica di chi predica una perfezione morale che non pratica, di chi usa la fede altrui per costruire il proprio potere terreno, di chi trasforma il messaggio di amore in strumento di controllo sociale e politico.

L’intreccio sempre più stretto tra potere religioso e politico ha amplificato questo fenomeno, creando una classe dirigente che si considera investita di una missione divina e quindi immune dalle regole che governano i comuni mortali. Quando un pastore diventa consigliere presidenziale o quando un televangelista influenza le elezioni nazionali, l’ipocrisia personale si trasforma in un problema di democrazia.

Forse, prima di predicare la morale al mondo, queste chiese dovrebbero ricordare un altro insegnamento del loro fondatore: “Perché osservi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?” Ma evidentemente, quando la trave è fatta d’oro e diamanti, quando garantisce influenza politica e potere mediatico, quando apre le porte della Casa Bianca e dei palazzi del potere, diventa molto più difficile vederla.

Il vero scandalo delle chiese conservative moderne non sta negli atti impuri commessi nelle camere da letto, ma nell’impurità del loro rapporto con il potere terreno. Hanno trasformato il Vangelo in un programma politico, la fede in una strategia elettorale, l’amore cristiano in odio partitico. E quando Dio diventa un pretesto per il potere umano, la blasfemia non sta più nei comportamenti sessuali devianti, ma nella profanazione sistematica del sacro per fini profani.

La storia giudicherà severamente questa generazione di leader religiosi che ha venduto l’anima del cristianesimo evangelico per un piatto di lenticchie politiche, scoprendo forse troppo tardi che il vero diavolo non si nascondeva nei comportamenti privati dei singoli, ma nell’aver trasformato la religione in un business e la fede in uno strumento di potere.

 

Fonti:

 

  1. Il Post, “Le accuse di abusi sessuali nella più grande comunità protestante degli Stati Uniti”, 27 maggio 2022
  2. L’Eco delle Valli Valdesi, “La Convenzione battista del Sud pubblica una lista degli abusi commessi al suo interno”, 1 giugno 2022
  3. Liberty University settles with Jerry Falwell Jr., Inside Higher Ed, 29 luglio 2024
  4. Jerry Falwell Jr. sued by Liberty University for millions, NBC News, 16 aprile 2021
  5. Liberty University Pays Jerry Falwell Jr. $5.5 Million, Christianity Today, 21 maggio 2025
  6. Rolling Stone, “Jerry Fallwell Jr.: Sin and Scandal at Liberty University”, 28 ottobre 2020
  7. Religion News Service, “Where has Trump spiritual adviser Paula White gone?”, 12 settembre 2024
  8. Newsweek, “Donald Trump’s Spiritual Advisor Faces Christian Backlash”, 25 marzo 2025
  9. CNN Politics, “Trump’s pastor, Paula White, fires back at critics”, 6 gennaio 2017
  10. Slate, “Trump administration: Pastor Paula White-Cain’s evangelical Christian influence”, 20 gennaio 2025
  11. Americans United, “Preacher of partisan politics: Pat Robertson leaves a legacy of division”, 10 luglio 2023
  12. NPR, “Pat Robertson, televangelist and a leader of the religious right, dies at 93”, 8 giugno 2023
  13. Al Jazeera, “Pat Robertson, who brought religion into US politics, dies at 93”, 8 giugno 2023
  14. MasterX, “Usa: pubblicata la lista dei 600 pastori protestanti accusati di abusi sessuali”, 27 maggio 2022
  15. UCCR, “Centinaia di abusi nella Chiesa battista: crolla il legame celibato-pedofilia”, 13 febbraio 2019
  16. evangelici.net, “Defezioni in serie per Hillsong Usa”, 21 giugno 2022
  17. evangelici.net, “Criptovalute, pastore USA a processo per truffa”, 5 settembre 2025
  18. Il Riformista, “Chiese evangeliche, una truffa che funziona”, 26 agosto 2020
  19. Giacinto Butindaro, “Grave scandalo in una Chiesa Pentecostale di Giugliano”, 16 dicembre 2017
  20. Wikipedia, voce “Ted Haggard”, consultata settembre 2025
  21. Loci Communes, “Fallimento morale di un pastore, avvertimento per tutti”, 3 ottobre 2024