CHARLIE, LA MORTE DELL’UMANITA’ E UN CLIMA CHE CI RIPORTA A TEMPI BUI

di Massimiliano Lussana 
E’ da ieri che non riesco a scrivere questa Puntina.
Non perché non abbia un pensiero sull’omicidio di Charlie Kirk, ma perché penso che ci sia qualcosa di molto peggio dell’omicidio di Charlie Kirk. E sono le reazioni che mi stanno scorrendo davanti agli occhi sui social da ieri mattina.
Perché è il racconto della morte non di un uomo, ma dell’Umanità.
Ora, non c’è nemmeno bisogno di scomodare Voltaire – che poi non era nemmeno Voltaire, visto che la citazione è apocrifa – e il suo citatissimo: «Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire».
Il problema è lo stesso che abbiamo denunciato più volte sulla Puntina il mese scorso, quando è stata vandalizzata per l’ennesima volta la targa dedicata a Norma Cossetto, senza che l’amministrazione comunale dicesse una sola parola per difendere la memoria se non di una ragazza violentata e torturata nelle foibe e medaglia d’oro da parte del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, almeno della toponomastica e di una decisione presa in modo bipartisan e all’unanimità da un altro consiglio comunale, meno di dieci anni fa.
Eppure, sembra passato più di un secolo, sembra di essere in un’altra era geologica, in un altro mondo.
E a me questo mondo, il mondo di oggi, non piace per nulla.
Perché è un mondo dove vince il mancato riconoscimento di chi non la pensa allo stesso modo, la demonizzazione dell’avversario, addirittura il festeggiamento per l’eliminazione di chi è disorganico rispetto al proprio pensiero, generalmente rispondente all’ideologia woke, un disastro che ha rovinato i Democratici in America, ha trasformato la California e soprattutto San Francisco in un mondo di zombies, ectoplasmi in preda al Fentanyl che è una droga che nasce dal permissivismo, dall’idea che tutto sia lecito, che si aiutino i ragazzi dicendo loro sempre di sì, anziché farli crescere con i no.
Tutto questo ha contribuito in modo decisivo all’elezione di Donald Trump, che non è il migliore dei mondi possibili – per usare una citazione di Voltaire nel Candide, dove il professor Pangloss elogia un mondo che non esiste – ma è un mondo che reagisce a questo schifo.
Leggere che è giusto che Kirk, marito e padre di due bimbi piccoli, sia stato ammazzato con le armi di cui lui stesso difendeva la legittimità, è qualcosa di aberrante.
Leggere che si esulta per una morte è qualcosa che va al di là di ogni limite di umanità.
Leggere che gli vengono attribuiti virgolettati mai pronunciati per giustificare in qualche modo un omicidio è qualcosa di profondamente disonesto intellettualmente.
Leggere che alcuni di questi comportamenti sono portati avanti da alcuni sedicenti “moderati”, assolutamente per autocertificazione, ci fa pensare che quei moderati siano semplicemente reggicoda dei massimalisti, che ormai non c’entrano più nulla con la loro storia passata.
Parlano di diritti, ma l’unico diritto che negano è quello di avere idee diverse dalle loro e dal mainstream, tragiche caricature di se stessi, semplicemente perché non avendo idee autonome degne di questo nome cercano sempre di posizionarsi dalla parte vincente. Franza o Spagna purché se magna.
Vedete, alcune delle idee di Kirk sono anche le mie idee.
Parlava di famiglia naturale ed è incredibile che oggi passi per deviante chi parla di famiglia naturale.
Altre delle idee di Kirk non sono le mie idee.
Altre ancora le ritengo aberranti.
Ma Kirk andava nelle università a dibattere, pacificamente, civilmente, rispondendo alle obiezioni, esercitando la dialettica. Ed ho apprezzato molto che Luca Bizzarri, oggi, nella sua splendida puntata di “Non hanno un amico”, ricca di onestà intellettuale e anche di temerarietà nella ricerca quotidiana di nuovi avversari, che non risparmia alcun settore dell’arco costituzionale, l’abbia raccontato come una sorta di Demostene 4.0, amatissimo dal popolo dei social.
Kirk non uccideva nessuno, magari su qualche tema la logica.
Ed è incredibile il fatto che la stragrande maggioranza delle forze politiche italiane, quelle che da settimane ci stanno spiegando che la Flotilla in viaggio verso Israele è il nostro baluardo contro la barbarie, non abbiano speso una parola per dire tutto questo.
In particolare, ho trovato vergognoso che il Parlamento Europeo si sia rifiutato di concedere un minuto di silenzio per ricordare un ragazzo ammazzato per le proprie idee, mentre discuteva pacificamente anche con chi non la pensava come lui e lanciava cappellini al suo pubblico.
Addirittura, di fronte alla bocciatura di questa richiesta, una parte dei deputati di sinistra ha applaudito, togliendo ogni alibi procedurale a questa scelta oscena. No, qui proprio pietà l’è morta.
Anche perché, quando morì George Floyd, in quella circostanza drammatica con l’agente di polizia che gli toglieva il fiato, ovviamente (e giustamente) il minuto di silenzio ci fu.
Ma è possibile che ci sia una pietas a targhe alterne?
E che noi liberali ce l’abbiamo per tutti, mentre per una parte di mondo – sempre più rumorosa – ne hanno diritto solo quelli che dicono ciò che piace a loro?
Mi piace citare alcuni commenti in particolare, a partire da quello di Simone Regazzoni, filosofo che stimo, che certo non ha una storia di destra: “Un giovane di 31 anni, Charlie Kirk, viene ucciso da un cecchino in un campus universitario mentre parla liberamente a migliaia di studenti.
Se di fronte a un simile atto le reazioni sono “Sì però… era l’influencer di Trump” questo significa che oggi la democrazia ha un problema con quella parte politica, una certa sinistra, che si dichiara l’incarnazione stessa della democrazia, ma non sa dire una parola di giustizia quando viene ucciso qualcuno con idee diverse dalle proprie e proprio a causa di queste idee.
Charlie Kirk non aveva le mie idee, ma è morto a causa delle sue idee. E chi muore per le proprie idee è un martire della democrazia. Solo gli antidemocratici non lo riconoscono.
Sono cose già viste in passato. O si fa resistenza politica, etica e culturale contro tutto questo o la democrazia stessa è a rischio”.
Tutto questo mentre Alan Friedman twittava: “La violenza in America cresce grazie a gente come lui”.
E mentre i mondi della sinistra studentesca postavano la foto di Kirk a testa in giù con la scritta: “-1”.
Questo oggi è il clima.
Sottovalutare un clima simile, in passato, è stato un tragico errore.