LA TRAGEDIA NAZIONALE DELLE MORTI SUL LAVORO: NEGLI ULTIMI QUATTRO ANNI VITTIME IN AUMENTO DEL +8,4%

LA FOTOGRAFIA AGGIORNATA DELL’ITALIA CHE LAVORA E CHE MUORE, REALIZZATA DALL’OSSERVATORIO SICUREZZA E AMBIENTE VEGA DI MESTRE SULLA BASE DEI DATI DEI PRIMI SEMESTRI DAL 2022 AL 2025…

LA MAPPATURA DEL RISCHIO DI INFORTUNIO MORTALE: DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA

Nel periodo osservato, ossia nei primi semestri degli ultimi 4 anni, sul podio dell’insicurezza troviamo il Trentino-Alto Adige, finito in zona rossa per quattro anni su quattro, seguito da Umbria, Sicilia, Abruzzo, Campania e Valle d’Aosta per due anni su quattro in zona rossa. Mentre le uniche regioni rimaste per tre anni in zona bianca, con incidenze di mortalità molto basse sono Sardegna e Molise.

“Come regolarmente rileviamo nei nostri studi, il rischio di morte più elevato appartiene alle regioni con una popolazione lavorativa meno numerosa – spiega ancora il presidente Mauro Rossato – Teniamo molto a sottolineare questo aspetto perché si tratta di un dato fondamentale e troppo spesso trascurato. Una sottovalutazione dovuta alla diffusa convinzione che la definizione dell’emergenza debba passare attraverso i numeri assoluti delle vittime. In realtà, gli addetti ai lavori sono perfettamente consapevoli che l’incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa è il valore più realistico attraverso il quale realizzare una corretta epidemiologia degli infortuni mortali ed arrivare a scelte risolutive più incisive sia a livello imprenditoriale che istituzionale”.

Intanto, alla fine dei primi sei mesi del 2025 le regioni in zona rossa, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 15,1 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori), sono: Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Puglia, Abruzzo e Campania. In zona arancione: Calabria, Valle d’Aosta, Veneto, Liguria e Piemonte. In zona gialla: Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Lombardia, Sardegna ed Emilia-Romagna. In zona bianca: Molise e Lazio.

LE INCIDENZE NAZIONALI DI MORTALITÀ NEI PRIMI SEMESTRI DAL 2022 AL 2025

Nel primo semestre del 2022 l’incidenza media era di 14,8 morti per milione di occupati, nel 2023 di 14,7, nel 2024 di 15,2 e quest’anno di 15,1.

INCIDENZE DI MORTALITÀ PER GENERE

Osservando le incidenze di morte per genere in occasione di lavoro, si scopre che le donne rischiano meno dei colleghi maschi. Per gli uomini, infatti, l’incidenza è passata da 23,4 del 2022 a 24,8 del 2025. Per le donne è scesa da 3,0 a 2,1. La situazione si ripete anche per le denunce di infortunio mortale in itinere, dove sono sempre gli uomini a far rilevare il dato più elevato in tutto il quadriennio.

INCIDENZE DI MORTALITÀ PER NAZIONALITÀ ED ETÀ

Guardando alla provenienza, l’incidenza di mortalità dei lavoratori stranieri in occasione di lavoro è cresciuta da 24,0 nel 2022 a 29,8 nel 2025, mentre per gli italiani è scesa da 13,8 a 13,4. Stessa tendenza anche per gli infortuni mortali in itinere. Per gli italiani nel 2022 l’incidenza era 4,5 e nel 2025 è passata a 5,0. Per i lavoratori stranieri l’incidenza della mortalità in itinere è passata da 11,8 nel 2022 a 13,1 nel 2025.

Sulle fasce d’età desta sempre grande preoccupazione la situazione degli ultrasessantacinquenni: l’incidenza degli infortuni mortali in occasione di lavoro, pur mantenendosi la più elevata dell’intero quadriennio, è scesa da 48,0 denunce di infortunio per milione di occupati nel 2022 a 47,3 nel 2025. Da segnalare due preoccupanti picchi nel 2023 e nel 2024 pari rispettivamente a 51,0 e a 62,6. I dati degli over 65 risultano pressoché doppi rispetto ai colleghi nella fascia 55-64 anni che vanno da un’incidenza di 26,0 del 2022 a 24,4 nel 2025.

INCIDENZA DELLE DENUNCE TOTALI (MORTALI E NON) PER GENERE

Nel quadriennio analizzato, sono quasi sempre gli uomini a registrare l’incidenza maggiore in relazione al numero di denunce di infortunio, con la sola eccezione del 2022 quando sono state le donne a far rilevare un’incidenza maggiore. Viceversa, in itinere, sono le donne a far registrare in tutti e quattro gli anni l’incidenza maggiore per le denunce di infortunio. (In allegato lo storico dei dati per genere)

INCIDENZA DELLE DENUNCE TOTALI (MORTALI E NON) PER SETTORE DI ATTIVITÀ

I settori più colpiti nel corso del quadriennio sono Attività Manifatturiere, Costruzioni, Sanità, Commercio e Trasporti e Magazzinaggio. Con le Attività Manifatturiere in testa alla classifica ogni anno ad esclusione del 2022 quando, a causa della pandemia, era il settore della Sanità e Assistenza Sociale a contare più denunce.

INCIDENZA PER NAZIONALITÀ NELLE DENUNCE TOTALI (MORTALI E NON)

Guardando alla nazionalità, i lavoratori stranieri fanno rilevare in occasione di lavoro un rischio doppio d’infortunio rispetto ai colleghi italiani in tutto il quadriennio. Sono passati, infatti, da un’incidenza di 22.628,6 di infortuni per milione di occupati del 2022 a 20.459,8 del 2025, mentre gli italiani da 13.849,9 a 9.403,6.

INCIDENZA INFORTUNI TOTALI PER FASCE DI ETÀ

Per quanto riguarda le fasce d’età, la più colpita da infortuni è quella dei giovanissimi dai 15 ai 24 anni: l’incidenza è passata da 35.006, 4 denunce di infortunio per milione di occupati nel 2022 a 33.132,7 nel 2025. Le incidenze di infortuni meno elevate vengono rilevate nella fascia 45-54 anni (8.860,3 nel 2025) e in quella dai 35 ai 44 anni (8.982,9 nel 2025).

I NUMERI DEGLI INFORTUNI MORTALI NEI PRIMI SEMESTRI DAL 2022 AL 2025

Le vittime totali sono passate dalle 463 del primo semestre 2022 a 502 del 2025 (+ 8,4%), quelle in occasione di lavoro da 342 nel 2022 a 362 nel 2025. Mentre gli infortuni mortali in itinere da 121 a 140 (19 decessi in più rispetto al 2022).

I NUMERI DELLE DENUNCE DI INFORTUNIO TOTALI (MORTALI E NON) NEI PRIMI SEMESTRI DAL 2022 AL 2025

Dal 2022 al 2025 le denunce di infortunio registrate nei primi semestri sono passate dai 382.288 del 2022 alle 299.130 del 2025 (-21,8%).

IL LUNEDÌ E IL MARTEDÌ I GIORNI PIÙ NERI PER I LAVORATORI ITALIANI

Il lunedì è il giorno della settimana in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali sul lavoro in Italia nel 2023 (19,9% del totale) e nel 2025 (22,7%). Mentre nel 2022 (con il 19,3% del totale degli infortuni) e nel 2024 (21,2%) è il martedì il giorno più pericoloso in cui lavorare.