Catania Summer Fest, Francesco Cafiso ospite del trio jazz di Alessandro Lanzoni

Terminata la trionfale stagione di “Jazz in vigna” a Santa Venerina, l’associazione culturale Algos di Catania – dal 2017, dalla fondazione del Monk Jazz Club di Catania, impegnata nell’organizzazione di eventi di musica afro-americana – ha in calendario ancora un paio di eventi open air per il Catania Summer Fest, il cartellone di eventi culturali estivi del Comune di Catania. Lunedì 25 agosto, alle 21, nella corte mariella Lo Giudice del Palazzo della Cultura, suonerà il trio del pianista fiorentino Alessandro Lanzoni (con lui Matteo Bortone al basso e Enrico Morello alla batteria), ospite il sassofonista ibleo Francesco Cafiso. Venerdì 29 agosto, in piazza Federico di Svevia, suonerà la pianista romana Rita Marcotulli in trio con Ares Tavolazzi al contrabbasso e Israel Varela alla batteria. I due concerti sono a ingresso libero.

Giovani, amici, uniti da una passione per il jazz che li ha portati a cercare le esperienze formative più prestigiose: è infatti nelle aule di Siena Jazz, durante i due anni dell’International Jazz Master, che Alessandro Lanzoni, Enrico Morello e Matteo Bortone si sono incontrati, e si sono subito capiti.

È nato così il loro trio, alla luce di un’esperienza comune che si è subito tradotta nella volontà di costruire insieme qualcosa di bello e di nuovo, all’insegna della continua ricerca della fusione e dell’interplay (la band ha all’attivo tre album “Dark flavour”, “Seldom” e “Reverse Motion”).

Al gruppo si aggiunge come special guest il sassofonista vittoriese Francesco Cafiso, musicista dalle doti straordinarie che vanta collaborazioni internazionali di grandissimo prestigio. Alessandro Lanzoni e Francesco Cafiso sono oggi tra i musicisti italiani di punta, ed entrambi godono di un grande credito a livello internazionale. Hanno in comune l’essere stati due enfant prodige, saliti in verde età sulla scena del jazz, e poi diventati artisti maturi e di indiscutibile spessore. Il repertorio sarà costituito da brani originali, ma naturalmente, anche brani della migliore tradizione del jazz, con scelte estremamente mirate (Monk e Coltrane su tutti).

Classe 1992, il pianista fiorentino Alessandro Lanzoni si è diplomato al Conservatorio “Cherubini” di Firenze. Una carriera brillante, la sua, iniziata a soli 14 anni con l’affermazione al Premio “Massimo Urbani” (2006) e proseguita col primo premio al “Luca Flores” di Firenze (2008), fino all’assegnazione del premio “Best Young Soloist” al prestigioso concorso “Martial Solal” di Parigi (2010). Nel 2013 ha vinto il premio “Top Jazz” della rivista Musica Jazz come miglior nuovo talento. Premio che lo ha lanciato anche a livello europeo. La sua formazione è frutto di un percorso sviluppato in due direzioni: gli studi “classici”, culminati col Diploma di Pianoforte nel 2012 col massimo dei voti, e l’approfondimento del linguaggio jazzistico nei corsi estivi di Siena Jazz e della Berklee di Boston come borsista delle Clinics di Umbria Jazz. Lanzoni si è affermato molto presto anche come leader. In Europa, America Latina, Israele e Stati Uniti ha ricevuto recensioni lusinghiere.

Special guest del trio di Lanzoni è una vecchia conoscenza di Umbria Jazz, ovvero quel Francesco Cafiso che il Festival ha contribuito a lanciare quando era una esplosiva promessa e non ancora l’affermato musicista di adesso. Anche Cafiso ha fatto incetta di premi prestigiosi, tra cui il Top Jazz di Musica Jazz, il “Massimo Urbani”, il Django d’Or. Nel 2004 gli è stato assegnato l’International Jazz Festivals Organization Award a New York. Dello stesso anno la vittoria alla World Saxophone Competition a Londra. La lista è lunga ma vale senza dubbio ricordare che il 27 dicembre 2022 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli ha conferito l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”.

Lo scorso anno il trio, con Cafiso ospite, è uscito con l’album “Reverse Motion”. La forte intesa tra i quattro e la naturalezza con la quale affrontano ogni brano è esemplificata in uno dei possibili significati del titolo dell’album: far risultare immediata e naturale una musica estremamente complessa ed articolata, come i brani di “Reverse Motion”.

Palazzo della Cultura: via Vittorio Emanuele II 121, Catania.