
Tutte le regioni italiane si trovano oggi di fronte a una sfida decisiva per la salute, la sicurezza, la tutela del territorio e il futuro delle comunità. L’esempio della Regione Marche è emblematico: l’amministrazione regionale ha avviato la modifica del Piano regionale dei rifiuti e, tra le novità, spicca la proposta di realizzare un inceneritore regionale. Prende la parola sul tema EveryOne Group, che ha sempre avuto ambiente e salute fra i valori da difendere. “Quella annunciata è una linea pericolosa e obsoleta, che deve essere cambiata,” spiega Roberto Malini, co-presidente dell’organizzazione internazionale per i diritti e l’ambiente che ha sede a Pesaro.
“Discariche e inceneritori, infatti, non sono soluzioni: le prime avvelenano aria, acqua e suolo, i secondi trasformano i rifiuti in emissioni nocive che nemmeno i filtri più moderni riescono a trattenere del tutto. Si tratta di tecnologie inquinanti, climalteranti e costose, che non hanno più spazio in un mondo che punta alla neutralità climatica e alla protezione della salute pubblica”.
EveryOne sottolinea come la vera alternativa è già sotto i nostri occhi: riuso, riciclo e riduzione alla fonte. Non tutti i materiali meritano di essere prodotti: plastica per imballaggi e manufatti usa e getta rappresentano un problema in sé, perché nascono già destinati a diventare rifiuto dannoso. Per il futuro dobbiamo prevedere la loro progressiva eliminazione, sostituiti da soluzioni durevoli, compostabili o riutilizzabili.
Sul fronte della raccolta, il porta a porta razionalizzato ha dimostrato di essere il sistema più efficace per ottenere materiali differenziati di qualità, ridurre al minimo la quota indifferenziata e responsabilizzare i cittadini. “Laddove applicato correttamente,” spiega Malini, “i tassi di riciclo raggiungono livelli elevati e sostenibili, generando filiere virtuose del recupero e del riuso”.
Gli ambientalisti di EveryOne evidenziano come le nuove tecnologie di trattamento, come pirolisi, gassificazione o plasma, offrano scenari meno inquinanti degli inceneritori, “ma si tratta comunque di opzioni che non sono in linea con gli obiettivi di gestione dei rifiuti senza impatti negativi su persone e ambiente: vanno tenute in ogni caso lontane dai centri abitati”. Lo stesso vale per il compostaggio industriale: utile se ben gestito, ma da collocare in aree adatte e non in prossimità delle città.
Il futuro della gestione dei rifiuti non passa dunque dalle ciminiere, ma da un’economia che non produce scarti inutili, da comunità consapevoli e da istituzioni che scelgono la strada della sostenibilità. “Per la salute dei cittadini,” conclude Malini, “per la sicurezza dei territori, per il rispetto degli impegni climatici allontaniamoci da discariche e inceneritori e investiamo finalmente in un modello ecologico, equo e razionale”.