
In queste settimane di piena estate milioni di famiglie italiane si ritrovano in una vera e propria trappola: impossibilitate sia a partire per le vacanze, sia ad affidare i figli ai centri estivi. Queste strutture private, laddove presenti, hanno infatti raggiunto costi insostenibili (che oscillano tra i 100 e i 300 euro a settimana, con punte anche più elevate), ormai equivalenti a una rata del mutuo; mentre i centri estivi comunali, più economici, non bastano a coprire la domanda.
Un fatto grave, considerando ce la stessa Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, all’articolo 31, riconosce ai bambini il diritto al riposo, al gioco e ad attività ricreative adeguate alla loro età: diritti oggi, di fatto, negati a migliaia di minori in Italia.
La situazione è particolarmente grave al Sud, dove secondo i dati Openpolis si concentra il 60% dei Comuni con minore offerta di servizi. Qui l’assenza di alternative pubbliche lascia le famiglie prive di ogni supporto, in una situazione aggravata da fondi e stanziamenti statali e locali che si rivelano del tutto insufficienti anche solo per le fasce più deboli della popolazione.
Il problema si intreccia con un altro dato allarmante: quest’anno quasi 9 milioni di italiani non partiranno per le ferie. Una condizione che amplifica le disuguaglianze sociali, costringendo le famiglie con figli a restare nelle città roventi, senza risorse e senza possibilità di garantire ai più piccoli momenti di svago e crescita.
Un quadro che rende evidente l’ipocrisia della retorica sul sostegno alla natalità e alla famiglia, portata avanti da questo e da altri governi in precedenza.
“Anche quest’anno le famiglie, dopo tante promesse e annunci, restano sole di fronte a una realtà drammatica: centri estivi che costano come rate di mutuo e un’offerta pubblica del tutto insufficiente. Mentre il governo parla di natalità e famiglia, i cittadini si ritrovano intrappolati, spesso impossibilitati sia a partire per le ferie sia ad affidare i propri figli a strutture accessibili. E poi, come una beffa, queste spese non sono neppure detraibili fiscalmente: la mazzata finale per i genitori, lasciati senza risposte concrete”, dichiara il presidente Carlo Rienzi.