Mobilità e crisi turistica. Oltre la propaganda

Sembra che i turisti vadano meno al mare e più in montagna. I balneari denunciano una media di cali del 15% (con punte del 25 in Emilia-Romagna e Calabria). Le località montane più “classiche”, tipo Dolomiti, risultano complete a fine luglio. I dati dovremo analizzarli a fine stagione (1), ma intanto possiamo abbozzare valutazioni e, soprattutto, metodi delle stesse.

Per il mare, girano alcuni tormentoni.

I balneari lamentano la scarsa attenzione del governo e si preparano a piatire bonus e più chirurgiche violazioni di quelle norme che, nonostante i divieti Ue, consentono loro di pagare quattro soldi gli affitti degli arenili demaniali e di procrastinare le gestioni come se loro fossero i padroni (contesto in cui tutti i contribuenti pagano le multe Ue per non aver ottemperato alla liberalizzazione).

Sintomatici, e preoccupanti, tutti i filo-governativi che, facendo finta che non ci sia il problema della non-liberalizzazione, dicono che non è vero: i turisti ci sono, i soldi ci sono, i lavoratori ci sono.

Il secondo tormentone – sempre mare – è quello di diversi oppositori del governo che, ignorando anch’essi la non-liberalizzazione,  dicono che la crisi è drammatica, il potere d’acquisto complice insieme a tutte le politiche possibili e immaginabili del governo – tutte in crisi.

Qui c’è anche qualche piccola vocina che dice che la colpa è dei balneari per la mancata liberalizzazione, e che si sono montati la testa… ma talmente piccola che nessuno se ne accorge.

Altro tormentone è quello degli albergatori e ristoratori “urbani”, che lamentano un calo e anch’essi si preparano a piagnistei che sperano sfocino in bonus più o meno elettorali.

Intanto… l’overtourism che, a differenza di alcuni negazionisti istituzionali, c’è e si vede.

Tipico contesto dell’overtourism sono le città d’arte più note,  località balneari – molte – e montane – meno (almeno in questa stagione).

Situazione che va considerata poiché – consumatori più informati e consapevoli – scelgono meno i luoghi affollati e costosi.

Aggiungiamo un dato demografico. Gli anziani sono, in assoluto, sempre più numerosi dei giovani e di quelli di età mediane. Anziani più ricchi e in migliore salute rispetto al passato. Anziani che mediamente si spostano di più e cercano meno confusione rispetto alle resse degli ombrelloni (preferite da quelli di età mediane) e alle resse più in generale.

Tutto accade mentre ci apprestiamo a registrare una delle più calde estati della nostra vita. Avanza l’ipotesi che forse il turista abbia preferito il fresco – montano e, più in generale, lontano dalle folle – al caldo balneare e alle resse in generale.

Quindi, altro che potere d’acquisto dei consumatori in calo… solo demografia e spostamenti?

Vedremo coi dati a tempo debito. Per cui è bene prestare scarsa attenzione alle chiacchiere estive. Quasi sempre vanvera, vanvera e vanvera.

 

 

1 – https://www.aduc.it/articolo/turismo+crisi+ni_39666.php

 

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc