
Dal 2000, in media, ogni giorno un operatore umanitario è stato ucciso, ferito, rapito o arrestato, e il 2025 è sulla strada per diventare l’anno più letale di sempre per gli operatori umanitari, ha affermato Save the Children in occasione della Giornata Mondiale dell’Aiuto Umanitario[1].
Secondo gli ultimi dati dell’Aid Worker Security Database (AWSD), dal 2000 sono stati registrati oltre 8.500 attacchi gravi contro operatori umanitari. I dati dimostrano che diventare operatore umanitario è sempre più pericoloso, con rischi in aumento anno dopo anno, nonostante il diritto internazionale vieti gli attacchi contro di loro.
L’anno scorso è stato il più letale mai registrato per gli operatori umanitari, con 383 persone uccise, di questi, circa 172 morte entro questo stesso periodo dell’anno scorso[2]. Ciò ha spinto l’Australia, insieme ad alcuni altri paesi, a redigere la Dichiarazione sulla protezione del personale umanitario, sottolineando l’impegno della comunità internazionale a invertire la tendenza.
Tuttavia, il 2025 è sulla strada per diventare l’anno più letale mai registrato, con 265 operatori umanitari uccisi finora quest’anno, con un aumento del 54% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, secondo il conteggio provvisorio dell’AWSD[3].
L’aumento dei decessi negli ultimi tre anni è dovuto principalmente alla guerra a Gaza, durante la quale, quest’anno, le forze israeliane hanno ucciso finora 173 operatori umanitari, superando il numero totale di tutti quelli uccisi a livello globale nel 2022.
Negli ultimi cinque anni, la maggior parte degli attacchi si è verificata nel Territorio Palestinese Occupato, nel Sud Sudan e in Sudan, rendendo questi luoghi i più pericolosi per gli operatori umanitari.
“Ogni giorno gli operatori umanitari rischiano la loro vita per salvarne altre. E ogni singolo giorno, da oltre 25 anni, in media, almeno un operatore umanitario viene ucciso, ferito, rapito o detenuto mentre svolge il proprio lavoro. Si tratta di oltre 8.500 attacchi gravi. La promessa di protezione per gli operatori umanitari prevista dal diritto internazionale umanitario è stata infranta. Il nostro lavoro è sottofinanziato, messo a dura prova e sotto attacco. Non possiamo accettare un mondo in cui chi salva vite umane viene preso di mira proprio per questo. Un anno fa, il mondo si è schierato al nostro fianco chiedendo la fine delle uccisioni degli operatori umanitari. I leader mondiali hanno ascoltato e firmato la Dichiarazione e poi hanno distolto lo sguardo mentre il numero delle vittime continuava a salire. Le leggi sono chiare. Gli attacchi contro gli operatori umanitari sono crimini di guerra e i crimini di guerra non devono rimanere impuniti. Non servono altre dichiarazioni se non vengono applicate o se non vengono firmate da tutti i paesi. Abbiamo bisogno di azioni concrete e di responsabilità per indagare, perseguire e porre fine al ciclo di impunità” dichiara Inger Ashing, Amministratrice delegata di Save the Children International.
Save the Children invita tutti i governi a chiedere che venga fatta giustizia per ogni violazione del diritto internazionale umanitario nei confronti degli operatori umanitari e a garantire che i responsabili siano assicurati alla giustizia. Save the Children, inoltre, chiede che tutti i governi approvino la Dichiarazione sulla protezione del personale umanitario promossa dall’Australia durante la Settimana di Alto Livello dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che si terrà a settembre, al fine di dimostrare l’impegno globale a proteggere gli operatori umanitari e a far rispettare le leggi di guerra.