
Ultime tre repliche del tour siciliano di “Pirandello. Questo, codesto e quello” il fortunato spettacolo di e con Sergio Vespertino, il grande mattatore palermitano tra i più amati dal pubblico, dedicato al Premio Nobel agrigentino e scritto a quattro mani con Salvatore Ferlita. che sarà in scena, per il circuito “Teatri di Pietra”, sabato 16 agosto, alle 21, all’Area archeologica Halaesa Arconidea di Tusa (Messina), domenica 17 agosto, alle 19, al Villaggio preistorico dei Faraglioni di Ustica (Palermo), e martedi 19 agosto, alle 21, al Tempio di Hera dell’area archeologica di Selinunte a Castelvetrano (Trapani). Una produzione della Cooperativa Agricantus di Palermo, con la direzione artistica di Vito Meccio. Biglietti per le tre date € 15 più diritti di prevendita.
Accompagnato dalle musiche originali eseguite dal vivo dalla fisarmonicista Virginia Maiorana, Sergio Vespertino porterà in scena i “fantasmi” di Luigi Pirandello. Che lo scrittore agrigentino nutrisse una passione per l’occulto e soprattutto per lo spiritismo è cosa nota, tanto che i fantasmi – sia spiriti paurosi che dei veri e propri buontemponi – hanno avuto un ruolo importante nella sua produzione letteraria (basti pensare alle novelle “La casa del Granella”, “Il vitalizio” o “Il fu Mattia Pascal”, solo per citarne alcune).
Le cronache riportano che il Premio Nobel agrigentino, rinchiuso nel suo studio, fosse solito dare udienza a quelle presenze larvali che di tanto in tanto lo imploravano per ottenere cittadinanza letteraria, nella speranza di essere accolti nel canale di scorrimento della “presunta” vita vera. Vespertino, in scena, darà vita proprio a questi bislacchi incontri, sovvertendone però la prospettiva.
Qui i questuanti non sono sconosciuti fantasmi, ma i personaggi già noti nati dalla sua penna, che abitano romanzi e novelle. Insomma, quelli “famosi”, ormai di dominio pubblico, perché incontrati a scuola, tra le pagine di un libro o a teatro. Venuti fuori dalle pagine, sbucati dalle tavole di un palcoscenico, sospinti dal motore dell’insoddisfazione e stanchi della maschera finora indossata, adesso sono loro a chiedere all’autore conto e ragione, rinfacciandogli l’ignominia alla quale sono stati inchiodati, volendo a tutti i costi restituirgli la loro “croce”. «Mantenendo il giusto rigore che richiede un autore del calibro di Pirandello – dice Sergio Vespertino -, abbiamo imbastito uno spettacolo di narrazione che vuole stare lontano dai soliti cliché. Con questo spettacolo portiamo in scena un nuovo modo di raccontare Pirandello secondo una personale chiave di lettura, che porta con sé l’ironia e il giusto sguardo di dissacrante distacco».
E mentre il clima si fa arroventato e la vertigine si impossessa di tutti quanti – personaggi e autore – i ruoli si ribaltano: è Pirandello stavolta a non poterne più, a volersi liberare dei legacci d’inchiostro e mentali che lo avvinghiano alle sue opere per mostrare, finalmente, il vero volto che gli appartiene, inusitato e sorprendente.