
Pesaro – La vicenda del vincolo paesaggistico su Riceci è un esempio concreto di come società civile e istituzioni possano operare insieme, anche partendo da posizioni politiche diverse, verso un obiettivo comune: la tutela del territorio.
Fin dall’inizio, comitati, cittadini e associazioni hanno lavorato per raccogliere informazioni, creare consenso e mantenere alta l’attenzione mediatica e istituzionale. Senza questa pressione dal basso, è probabile che il tema non avrebbe avuto la stessa priorità nell’agenda regionale.
Sul fronte istituzionale, la Regione Marche — tramite la Soprintendenza e con la regia politica dell’assessore Stefano Aguzzi — ha trasformato questa domanda sociale in un atto concreto: il vincolo paesaggistico.
Lo stesso Aguzzi, durante uno scambio di idee con l’attivista Roberto Malini, co-presidente di EveryOne Group, ha riconosciuto il valore della collaborazione tra istituzioni e società civile. Nel corso della conversazione ha ricordato di aver portato a termine l’impegno preso con la comunità, dichiarando:
“Ho fatto il mio lavoro come mi ero impegnato con voi… Sono soddisfatto di aver fatto il mio dovere di amministratore seguendo le mie convinzioni”.
Qui si applica bene il principio espresso da figure come Pertini, Berlinguer e Napolitano: il riconoscimento del merito istituzionale deve prescindere dall’appartenenza politica.
Una persona di centrosinistra — come una di centrodestra o apartitica — può e deve riconoscere quando un ente agisce bene nell’interesse comune, indipendentemente dal colore politico di chi lo governa in quel momento.
Questo non significa rinunciare alla critica politica quando serve, ma saper distinguere tra l’azione di un’istituzione che funziona e le logiche di schieramento.
Il vincolo paesaggistico su Riceci è oggi realtà anche grazie all’impegno personale dell’assessore Aguzzi e alla determinazione degli uffici regionali. È un risultato che: rafforza la tutela ambientale per il futuro, dimostra che il dialogo tra cittadini e istituzioni può portare frutti concreti e insegna che la collaborazione trasversale è possibile e auspicabile.