
“Ci ha lasciati ieri Gianni Berengo Gardin. Un maestro della fotografia, ma prima ancora un uomo capace di guardare il mondo con rispetto, profondità e verità. La sua scomparsa ci tocca nel profondo. Genova era la sua città, quella dove ha vissuto a lungo e dove ha sede anche la nostra Associazione. E’ qui che ci siamo incontrati e abbiamo dato vita a un grande e potente progetto. Ricordiamo con commozione la sua sensibilità e il grande contributo umano e artistico. Con il suo lavoro ha fatto emergere storie, volti, emozioni. AISM gli è grata per aver scelto di esserci, con la sua arte, al fianco delle persone con sclerosi multipla.” Così lo ricorda Mario Alberto Battaglia, Presidente di FISM, la Fondazione di AISM che guida la ricerca scientifica sulla sclerosi multipla.
Berengo Gardin ha raccontato l’Italia del Novecento come pochi altri: ha dato voce alle periferie, ha saputo cogliere la bellezza nella fragilità, ha restituito dignità a chi spesso viene dimenticato. E lo ha fatto anche per AISM, con uno sguardo limpido, mai invadente, sempre umano.
Tra i suoi lavori, negli anni ’90 ha realizzato il reportage La vita, nonostante: sclerosi multipla, diario per immagini, una monografia istituzionale che ha segnato una svolta nella comunicazione sociale. Il progetto ha raccontato con forza visiva e tensione emotiva la quotidianità di Marigia, insegnante di 51 anni, costretta in carrozzina dalla sclerosi multipla. Per giorni, il fotografo l’ha seguita in Sardegna, ritraendo con delicatezza nei gesti quotidiani, nei momenti di fatica e resistenza. Ha poi documentato l’attività di un centro clinico AISM e i percorsi accessibili sull’Altopiano di Asiago, restituendo con il suo sguardo poetico e potente la complessità della malattia e la forza delle persone che la affrontano.
“L’obiettivo era quello di documentare ciò che l’Associazione fa per i malati e mostrare che anche in carrozzina si può avere una vita quasi normale.” Così Berengo Gardin raccontava il senso del suo lavoro. Berengo Gardin ha sempre creduto nella fotografia come strumento di comunicazione profonda, capace di raccontare ciò che le parole non riescono a dire. “Gianni Berengo Gardin raccontava il suo lavoro con semplicità e verità: con quel progetto, ha voluto mostrare come sia possibile andare oltre la sclerosi multipla. Erano altri tempi, e da allora molto è cambiato, anche grazie a campagne come quella. Ma le sfide non sono finite. Ciò di cui avremo sempre bisogno è uno sguardo lucido e appassionato come il suo: la capacità di testimoniare, di partecipare, di fare la propria parte per il bene comune. Con quel lavoro ha aperto uno squarcio nel difficile universo della sclerosi multipla, offrendo uno sguardo umano, rispettoso, pieno di dignità.” Dichiara Battaglia.
AISM saluta con riconoscenza il fotografo che ha saputo entrare in punta di piedi nel mondo della sclerosi multipla, restituendone la verità con uno sguardo limpido e mai retorico. Le sue immagini restano patrimonio vivo della nostra memoria collettiva.