
I poliziotti delle Squadre mobili di Ancona, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Cosenza, Firenze, Forlì Cesena, Genova, Latina, Mantova, Milano, Padova, Parma, Perugia, Pistoia, Prato, Reggio Emilia, Roma, Siena, Treviso, Udine, Verona e Vicenza, coordinate dal Servizio centrale operativo (Sco), hanno effettuato un’operazione ad alto impatto contro le organizzazioni criminali di origine cinese presenti in Italia.
In particolare gli agenti, coadiuvati dal Reparto prevenzione crimine, hanno arrestato 13 persone per reati connessi all’immigrazione clandestina, allo sfruttamento della prostituzione e del lavoro, alla contraffazione di prodotti, alla distribuzione di stupefacenti e alla detenzione abusiva di armi.
Nella stessa operazione sono state inoltre denunciate in stato di libertà altre 31 persone su quasi 2mila identificate e controllati più di 300 esercizi commerciali, di cui due sottoposti a sequestro, come anche sequestrati diverse quantità di stupefacenti e denaro.
Le indagini hanno confermato come le organizzazioni criminali cinesi, diffuse su tutto il territorio nazionale, agiscano in particolare nelle regioni dove è più alta la concentrazione di connazionali stabilmente residenti in Italia.
I poliziotti hanno inoltre evidenziato che una delle principali attività connesse alla criminalità cinese era l’hawala, un sistema di trasferimento sommerso di ingenti somme di denaro da un continente all’altro, utilizzato anche da altre organizzazioni criminali come mezzo di pagamento dei traffici illeciti e per il riciclaggio di denaro.
Come le mafie tradizionali anche queste organizzazioni criminali cinesi, composte per lo più da gruppi appartenenti alle stesse famiglie, utilizzavano la loro ala armata per dominare il territorio di influenza con atti di intimidazione e violenza, soprattutto nei confronti dei connazionali, e, in particolare, con un radicato concetto di vendetta, che spesso sfociava in vere e proprie faide.
L’attività di questi giorni si colloca in un più ampio progetto operativo denominato “Squadra mobile”, intrapreso dallo Sco a partire dal 2023 e già applicato in altri ambiti, tra cui la devianza giovanile, lo sfruttamento della manodopera, il gioco illegale, la prostituzione, il furto di autoveicoli e le irregolarità nelle procedure di ingresso disciplinate dal decreto flussi.