Miracolo al Gargano

Il Gargano è da sempre terra di miracoli. Rodi Garganico, ultima domenica di luglio alla spiaggia accanto al piccolo magnifico porticciolo turistico. Scendo dalla barca per farmi un bagno. C’era mare e quindi gli ormeggi si mollano domani mattina, quindi un bagno nel pomeriggio afoso non è una brutta idea.

Trovo anche qui – come ovunque in questa estate in giro – un mondo che ormai ha sfondato in massa le soglie del ridicolo e del brutto oggettivo. Decine di tatuaggi su corpi non preparati a questo, toni voce altissimi per comunicare cose di nessun interesse collettivo e soprattutto cellulari ovunque in piena e totale ormai dipendenza tossica.

Sotto un piccolo ombrellone indaco e celeste con delle allegre decorazioni marine alle falde, due ragazzi giovani sono venuti a passare la domenica al mare. Il ragazzo è magro e tranquillo mentre lei ha gli occhi e la pelle chiarissima visto il colore dei capelli.

Esco dal mare e mi trovo di fronte al miracolo. Lui non so dove sia, ma lei, sotto l’ombrellone, sta leggendo un libro. Un libro di carta dalla copertina scura. È una apparizione quasi mistica: oggi una ragazza che si legge un libro in pace, senza cellulare, senza tatuaggi, senza rumore, senza selfie fintamente allegri come la notte di Capodanno o il matrimonio di un parente.

Lei legge e basta. Finché ci sarà al mondo una persona con un libro in mano – mi trovo a pensare – non tutto sarà perduto. Non so purtroppo che libro fosse ma chiederglielo sarebbe stato inopportuno. Almeno penso così ma noi gente del secolo scorso siamo parecchio strani. Arrivano delle signore, avanti di peso e di anni, rigorosamente tatuate come dei maori. Si fanno qualche decina di selfie (vista spiaggia, il cielo sa perché con un mare del genere). La magia sparisce subito.

 

Carlo Romeo, giornalista, collaboratore  Aduc