Israele – Palestina: QUALCHE INFORMAZIONE PRIMA DI PARLARE A VANVERA

Partiamo dal riconoscimento politico di Emmanuel Macron dello Stato di Palestina. Giustamente l’amministrazione Trump si è risentita, nonostante tutto Trump non si è mai illuso dei “due popoli in due Stati”. In pratica Macron vuole riconoscere l’indipendenza di un Paese che non ha un governo, lo scrive Stefano Magni su atlanticoquotidiano.it (L’errore di Macron: premia chi vuole distruggere Israele, 26.7.25)…

L’autorità palestinese di Abu Mazen controlla solo una piccola parte del territorio che si vorrebbe riconoscere. Un territorio che non possiede confini riconosciuti, non solo dagli israeliani, ma neanche degli stessi palestinesi. Altro clamoroso particolare che rileva Stefano Magni è che sono i palestinesi che per primi NON vogliono uno Stato palestinese. “Nessuno, nemmeno dal punto di vista storico. Infatti, i nazionalisti palestinesi, sin dagli anni 30 del secolo scorso, per non parlare dei movimenti islamisti palestinesi (Hamas e Jihad islamica) nati negli anni ’80, non hanno mai rivendicato alcuna indipendenza per i territori inclusi nei “confini del 67”.

Non è un’esagerazione nazionalista ebraica affermare che la “Palestina non esiste”, perché è un’affermazione storicamente vera. La causa palestinese, che pure attira i consensi degli indipendentisti di tutto il mondo, non è paragonabile ad alcun altro indipendentismo. Il Gran Muftì di Gerusalemme, poi Arafat, infine Mahmoud Abbas, hanno sempre mirato a sostituire Israele, dal Giordano al Mediterraneo, non a chiedere l’indipendenza di un loro territorio dallo Stato ebraico”. Del resto a cominciare da Arafat, i palestinesi hanno sempre sostenuto un ritorno a casa loro, cioè in Israele. Oggi questa pretesa è ancor più esplicita in movimenti trainanti come Hamas, che non fanno mistero di mirare alla cacciata o all’uccisione degli ebrei in tutto il territorio dal Giordano al Mediterraneo. Inoltre per Magni, è caduta anche la maschera dei pro-Pal occidentali che non chiedono” due popoli in due Stati”, ma “dal fiume al mare, la Palestina sarà libera”. Pertanto, Macron non fa altro che assecondare la volontà secolare della leadership palestinese a distruggere Israele, usando il riconoscimento della propria sovranità come primo passo per il raggiungimento del loro vero obiettivo e non come culmine di un percorso verso l’indipendenza da Israele (che non vogliono e non chiedono neppure). In pratica Macron e altri eurolirici come Calenda, riconoscendo la Palestina indipendente, fanno una confusione bestiale, se per l’Ucraina, distinguono l’aggressore dall’aggredito. Qui per Israele ed Hamas non lo fanno. Dimenticano l’aggressione plateale di Hamas a Israele e al suo popolo il 7 ottobre. “La guerra, per quanto siano dure le immagini che arrivano da Gaza, non può essere in alcun modo scambiata per un’aggressione israeliana”, scrive Magni.

Pertanto, “Se pretendi la pace dall’aggredito (il governo Netanyahu) invece che dall’aggressore (Hamas e i suoi alleati) non stai facendo altro che premiare l’aggressione. Dunque, la via migliore perché la guerra si ripeta, perché il 7 Ottobre si replichi ancora, ancora e ancora”. Peraltro, non è un caso che Hamas abbia immediatamente lodato Macron per il riconoscimento della Palestina. Tra l’altro, anche i sinistri di casa nostra dopo aver lodato Macron, pretendono che il nostro governo faccia altrettanto. Avevo intenzione di affrontare la questione dei tunnel. E subito sorge la domanda: come mai nessuno aveva mai fotografato questi tunnel, eppure tutta Gaza era sotto osservazione dei funzionari Onu…

a cura di Domenico Bonvegna