
La scena è di qualche anno fa ma attualissima oggi e molto probabilmente ancora per qualche decennio. Il protagonista è Joshua Bell, uno dei più grandi geni del violino dei nostri tempi. La scena è la stazione della metropolitana di Washington. Bell che tre giorni prima si era esibito alla Symphony Hall, facendo il tutto esaurito con biglietti a costi altissimi, tenta insieme al Washington Post, un esperimento che in realtà può dire molto dei tempi.
Joshua Bell arriva alla metropolitana la mattina nell’ora di punta, vestito con jeans, maglietta e cappello, e comincia a suonare con il suo Stradivari che vale peraltro circa 4 milioni di dollari. Suona per quasi un’ora pezzi molto difficili nella totale indifferenza dei passanti che corrono via, raccogliendo alla fine 32 dollari di cui 20 dall’unico passante che si è fermato ad ascoltarlo, riconoscendo l’artista o la sua arte non sappiamo.
Si collega bene a questa storia, più di quel che potrebbe sembrare, un articolo pubblicato sul Foglio pochi giorni fa. Il pezzo lo firma Antonio Gurrado e parla di Giuseppe Cesaro, un nome ben noto e apprezzato nella cosiddetta editoria italiana. Cesaro annuncia in sintesi che non scriverà più romanzi. Secondo i suoi calcoli – spiega il Foglio – l’editoria italiana pubblica 85.000 nuovi titoli all’anno, cioè 230 al giorno, quasi 10 ogni ora, notte compresa. “Sperare che il proprio libro venga notato è come sperare che qualcuno noti la tua pallina da pingpong, all’interno di uno stadio colmo fino all’orlo da palline da pingpong”.
Gli editori non cercano penne, concludono definitivo Giuseppe Cesaro, ma cercano facce. Questa, aggiungiamo noi, è anche la sconfitta dei premi letterari ormai farseschi, dei critici letterari da salotto (quelli, per intenderci, che bocciarono ripetutamente Camilleri e Tommasi di Lampedusa), delle recensioni amichettistiche. Resta però, immortale, l’unico vero veicolo di successo di un libro, il più antico e il più forte, cioè il passaparola ma ci vuole tempo e lettori giusti. Anzi già basterebbero dei lettori, solo dei lettori.
Carlo Romeo, collaboratore Aduc