
Le gravi criticità emerse in queste ore sul mancato raggiungimento degli obiettivi PNRR in materia di giustizia civile confermano quanto l’Associazione Nazionale Forense denuncia da tempo. Già nel comunicato del 20 marzo 2023, ANF aveva espresso preoccupazione per la sostenibilità degli impegni assunti dall’Italia con l’Unione Europea, sottolineando che le percentuali di riduzione dell’arretrato (55-65% entro la fine del 2024, 90% entro metà 2026) risultavano irrealistiche e irrealizzabili a parità di risorse, di personale di magistratura e amministrativo. In quell’occasione, si denunciava la forte carenza di organico, la sua disomogenea distribuzione sul territorio nazionale, l’inadeguatezza dei sistemi telematici soggetti a continue interruzioni e la fatiscenza delle strutture giudiziarie, evidenziando come solo un serio investimento in questi ambiti potesse rendere effettivamente raggiungibili gli obiettivi del PNRR.
La realtà odierna purtroppo conferma tali previsioni. È della giornata di ieri, 6 luglio 2025, un articolo di stampa che certifica il fallimento di una programmazione adeguata: al Paese mancherebbe ancora metà dell’abbattimento del 40% pattuito con l’Europa, e si parla apertamente del rischio di restituzione di parte dei fondi. Di fronte alla necessità di portare a termine oltre 200mila sentenze in più e a un abbattimento del 20% del “Disposition time”, si pensa di ricorrere a soluzioni emergenziali come il coinvolgimento dei giudici del Massimario della Cassazione, già oggetto di tensioni istituzionali, e ad altri interventi straordinari sui seniores e i tirocinanti. Tutto ciò conferma, ancora una volta, che la giustizia civile non può essere affrontata con strumenti episodici.
La riduzione della durata dei processi non può essere affidata a soluzioni estemporanee come il ricorso a magistrati in pensione, l’allungamento dei tirocini o l’assegnazione di pacchetti di sentenze da remoto. Tali misure, se prive di un disegno organico e di adeguate garanzie, rischiano di compromettere ulteriormente l’equilibrio del sistema giudiziario.
ANF ha più volte rappresentato, in ogni sede istituzionale, l’urgenza di:
una reale e stabile valorizzazione dell’Ufficio per il processo;
un piano straordinario di investimenti e assunzioni;
un ripensamento del modello organizzativo, volto alla riduzione del contenzioso e alla digitalizzazione efficace delle procedure.
Occorre abbandonare la logica dell’emergenza e adottare soluzioni strutturali, trasparenti e condivise, in grado di garantire una giustizia civile più efficiente, sostenibile e coerente con gli impegni europei.
L’Associazione Nazionale Forense continuerà a farsi portavoce delle istanze della categoria e della domanda di giustizia di cittadini e imprese, nella consapevolezza che senza risorse, visione e volontà politica, non vi può essere alcun serio progetto di riforma.