
di Andrea Filloramo
Nel panorama ecclesiastico contemporaneo, il pontificato di Papa Francesco ha segnato una svolta profonda, portando un messaggio di apertura e rinnovamento che ha coinvolto fedeli e istituzioni ma – lo sappiamo – non ha soddisfatto quanti ritengono che a partire dalle riforme avvenute dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa si sia allontanata dalla sua tradizione cattolica e auspicano un ritorno a pratiche e dottrine più tradizionali.
Tuttavia, accanto alla figura carismatica di Papa Bergoglio, emerge un profilo meno noto ma, già ad un mese di pontificato e dalla conoscenza pregressa mediatica che abbiamo, è altrettanto influente.
E’ quello di Papa Prevost che, per il suo approccio misurato e progressivo, diventerà anche lui un papa rivoluzionario.
Facilmente osserviamo i due Papi hanno stili diversi di vivere la stessa missione pontificale: rinnovare la Chiesa nel rispetto della tradizione e della misericordia.
Papa Francesco si è distinto per uno stile diretto, spesso provocatorio e per gesti simbolici di grande impatto che hanno reso la Chiesa più vicina ai problemi concreti del mondo contemporaneo. La sua leadership, mediatica e carismatica, ha puntato sull’urgenza del cambiamento, scuotendo le coscienze con parole semplici e forti.
Papa Leone XIV, invece, dopo l’esperienza di Papa Francesco che sempre ricorda e cita nei suoi discorsi, sceglie la gradualità e il dialogo come strumenti di riforma. Con un approccio calmo e diplomatico, promuove trasformazioni profonde ma senza scossoni apparenti; lavorando dall’interno prepara il terreno a un cambiamento duraturo e stabile.
Un campo emblematico di questa differenza – a mio parere – sarà la pastorale della sessualità. Mentre Papa Francesco, con l’esortazione Amoris Laetitia, ha aperto nuove prospettive di accompagnamento e misericordia, suscitando dibattiti intensi, Leone XIV, che ha favorito come vescovo una riflessione teologica approfondita, incoraggerà un aggiornamento pastorale meno visibile ma altrettanto significativo.
Nel governo della Curia, Francesco ha denunciato con vigore le resistenze e le logiche di potere.
Leone XIV ha già espresso la volontà di una riforma della Curia più funzionale alla missione evangelica della Chiesa, più unita, solidale e orientata alla missione, sottolineando l’importanza del lavoro di tutti i suoi membri e preferendo riforme più interne, basate sulla formazione e sulla promozione di uno spirito di servizio e enfatizzando collaborazione e umiltà.
Anche nel modo di comunicare dei due pontefici si riflette la diversità. Francesco si è fatto portavoce di un messaggio urgente e appassionato, utilizzando i media in modo innovativo e coinvolgente. Leone XIV sceglie, invece, un linguaggio sobrio e misurato, attento a preservare sempre l’identità della Chiesa e a costruire un ponte equilibrato tra tradizione e modernità.
Da osservare, infine, che Papa Francesco ha risvegliato la Chiesa con il vigore del carisma e della parola diretta, Papa Leone XIV consolida quel risveglio con pazienza e coerenza.
Insieme, Papa Francesco e Papa Leone rappresentano due facce di una stessa medaglia: la Chiesa che si rinnova, a volte con impeto, altre con delicatezza, ma sempre con lo sguardo rivolto alla sua missione evangelica.