
Roma. “Rendere il sistema vaccinale più vicino ai bisogni reali della popolazione over 65, perché l’Italia che invecchia ha bisogno di una prevenzione più forte, efficace e mirata”. Nasce per questo il documento di posizione ‘Verso un nuovo modello di prevenzione vaccinale nell’anziano. Proposte operative per un modello fondato su evidenze, sostenibilità e capacità organizzativa’, presentato oggi a Roma da HappyAgeing – Alleanza Italiana per l’Invecchiamento Attivo, nel corso dell’Assise Nazionale sulla Prevenzione delle Malattie Infettive nell’Anziano. L’evento, organizzata con il contributo non condizionante di CSL Seqirus, GSK GlaxoSmithKline, Moderna, MSD Italia, Pfizer e Sanofi, si è svolto presso la sede dell’Istituto Enciclopedia Italiana Treccani. La pubblicazione, realizzata a seguito di un confronto con il CIP (Coordinamento Interregionale Prevenzione) e con altri attori direttamente coinvolti nell’organizzazione, gestione e monitoraggio dei programmi vaccinali, propone un “nuovo approccio strategico” basato su tre dimensioni fondamentali: scientifica, organizzativa ed economica.
Il Documento, in particolare, suggerisce di aggiornare formalmente il calendario nazionale, rendendo esplicite le nuove indicazioni e garantendo un allineamento tra raccomandazioni e attuazione; avere ogni anno, in tempo utile, la circolare ministeriale di aggiornamento per la vaccinazione antinfluenzale e per il Covid-19, così come l’aggiornamento delle indicazioni vaccinali per l’Herpes Zoster; garantire equità tra territori nell’offerta vaccinale. Sempre nel documento, si propone di “aumentare dal 5% al 7% la quota del Fondo sanitario nazionale destinato alla prevenzione, vincolando parte dei fondi alla vaccinazione”, mentre alle Regioni si suggerisce, parallelamente, di “incrementare la quota dei propri bilanci” riservata alla prevenzione vaccinale. E integrare la logica del ‘ritorno sulla prevenzione’ nei bilanci sanitari e nei documenti di programmazione, rendendo visibile il valore generato dai vaccini in termini di salute, benessere e produttività”.
“Oggi serve una visione chiara e coerente che permetta agli anziani di vivere più a lungo, ma soprattutto in buona salute- ha fatto sapere Michele Conversano, presidente del Comitato Tecnico Scientifico di HappyAgeing- La vaccinazione è uno strumento formidabile per prevenire malattie infettive, ridurre il carico di morbosità e mortalità, limitare le ospedalizzazioni e preservare l’autonomia dei soggetti, oltre a consentire al sistema sanitario di allocare in modo più efficiente le proprie risorse. Ma le coperture sono ancora troppo basse e la frammentazione organizzativa crea disuguaglianze inaccettabili”.
Sotto il profilo scientifico, secondo Conversano, il principale limite è rappresentato dal “mancato aggiornamento tempestivo del Calendario Vaccinale del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV), che non riflette più le attuali evidenze scientifiche né l’evoluzione del panorama epidemiologico. Ne derivano disomogeneità applicative tra Regioni, incertezze operative e un ritardo nell’integrazione delle innovazioni, come i vaccini contro il virus respiratorio sinciziale (RSV), nei percorsi di offerta per la popolazione anziana”.
Ulteriore elemento che va “assolutamente” preso in considerazione è la “promozione di un uso appropriato dei diversi vaccini a disposizione, tenendo conto dell’età, dello stato immunologico e delle condizioni cliniche individuali”, ha precisa ancora il presidente del Comitato Tecnico Scientifico di HappyAgeing. La dimensione organizzativa, intanto, si conferma la più . A queste criticità, è emerso dall’evento di oggi, si aggiungono un uso “ancora marginale” della chiamata attiva e i “limiti nell’interoperabilità dei sistemi informativi e nella gestione dei dati sensibili per finalità di prevenzione”.
L’accesso ai vaccini per gli over 65, poi, non può dipendere dal luogo in cui si vive. HappyAgeing avanza allora possibili rafforzare l’infrastruttura digitale per una gestione più integrata ed efficiente dell’offerta (anagrafe vaccinale e gestione dei dati); potenziare sul territorio il ruolo dei Dipartimenti di Prevenzione come organo centrale nel coordinamento della rete di operatori che ruotano intorno alle vaccinazioni; adottare un modello unificato di consenso informato per favorire una scelta responsabile e consapevole da parte del cittadino; ampliare gli attori dell’offerta vaccinale (rafforzare la collaborazione con medici di medicina generale, specialisti ospedalieri e territoriali, e farmacie); realizzare un adeguato percorso di comunicazione alla popolazione.
“Occorre costruire un’offerta vaccinale durante tutto l’anno, che preveda la destagionalizzazione delle somministrazioni attraverso la definizione di un ‘Calendario Vaccinale’- ha sottolineato Francesca Russo, coordinatrice del CIP- che includa anche tutte le vaccinazioni per l’anziano previste dal PNPV e pianificando quindi le somministrazioni di quelle non stagionali al di fuori del periodo autunnale. Tra gli strumenti più efficaci vi è certamente la chiamata attiva, che deve essere operativa per fascia di età attraverso mezzi tradizionali, come la lettera o la telefonata, oppure mezzi innovativi come gli SMS, le app di messaggistica istantanea e le email. Rispetto al trattamento dei dati sensibili, è opportuno introdurre una norma chiara che consenta l’uso dei flussi correnti per targettizzare iniziative di prevenzione, con adeguate garanzie per i cittadini”.
Sul piano economico, infine, gli esperti hanno evidenziato una “cronica sottovalutazione” del valore della vaccinazione come investimento. “Le risorse destinate alla prevenzione sono limitate, rigide e spesso assorbite dal mantenimento dell’esistente a scapito dell’innovazione. Mancano strumenti strutturali per valutare il ritorno economico delle strategie vaccinali”. Eppure, l’insufficiente copertura vaccinale tra la popolazione adulta e anziana genera un impatto economico , hanno concluso gli esperti.