
I poliziotti della Squadra mobile di Piacenza hanno indagato 28 persone per traffico di stupefacenti, estorsione, usura, porto abusivo di armi da fuoco, sfruttamento della prostituzione, oltre a incendio e lesioni.
Le indagini sono scattate grazie a varie circostanze, avvenute nel 2021, durante le quali alcuni arresti degli uomini della Mobile nei confronti di persone trovate in possesso di droga hanno portato a identificare la catena di vendita della droga in oggetto, dal piccolo spacciatore al grossista, un giovane ragazzo di origini albanesi che veniva definito, nelle intercettazioni, come “il più grande venditore di erba piacentino”.
Successivamente, nel settembre dello stesso anno, un giovane spacciatore di marijuana, ha fallito il tentativo di salire ad un livello più importante, accumulando debiti con i suoi fornitori per più di 100mila euro.
Dopo svariate minacce e aggressioni subite da lui e dal suo nucleo familiare, sfociate in pestaggi e nell’incendio della propria auto, il ragazzo ha deciso di denunciare quanto stava accadendo e svelare importanti dettagli dello spaccio di droga a Piacenza e provincia.
Gli agenti hanno quindi scoperto l’esistenza di una rete criminale, che per eludere eventuali controlli utilizzava utenze telefoniche e veicoli intestati a diverse persone e che per comunicare faceva ricorso a vari social networks.
Tra gli acquirenti, tutti consumatori abituali di sostanze stupefacenti, numerosi hanno contratto a loro volta importanti debiti con gli spacciatori e sono stati quindi costretti a coinvolgere persino le loro famiglie per far fronte alla restituzione dei soldi o addirittura all’acquisto di ulteriore droga.
L’accertata prassi dell’acquisto a credito ha portato quindi a continue ripercussioni estorsive.
Tra i criminali più attivi spiccava un giovane, mandante dell’incendio della macchina dello spacciatore che ha denunciato i fatti, che è stato arrestato in flagranza mentre cedeva una grossa quantità di cocaina ad un acquirente.
Il ragazzo era solito pagare in droga gli operai che in quel periodo stavano svolgendo lavori di ristrutturazione nella propria abitazione.
Gli investigatori hanno accertato inoltre come un altro membro della rete criminale fosse specializzato nello sfruttamento della prostituzione, facendo convergere a casa sua le ragazze dall’estero per poi pubblicizzarle ad una vasta platea e arrivando addirittura ad accompagnarle con la sua auto dai clienti.