IL CULTO DEL SACRO CUORE IN GIOVANNI PAOLO II

Mentre scorre il mese di giugno dedicato dalla Chiesa alla Santa devozione del Sacro Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo, io ne approfitto di leggere e quindi di fare delle salutari meditazioni, un prezioso testo curato da un gesuita polacco Padre Czeslaw Drazek, già responsabile dell’edizione in lingua polacca dell’Osservatore Romano.

Il Cuore di Gesù nell’insegnamento del Papa Giovanni Paolo II”, Edizioni AdP (Apostolato della Preghiera); (2005). Drazek ha conosciuto molto da vicino il magistero e l’attività pastorale di Karol Wojtyla a Cracovia, ha poi seguito l’intero Pontificato di Giovanni Paolo II a Roma. Sono tanti i temi e l’eredità pastorale e spirituale che ci ha lasciato Giovanni Paolo II. In questo libro il padre gesuita si occupa del culto del Sacro Cuore di Gesù durante il pontificato del papa polacco. In ripetute occasioni Giovanni Paolo II ne ha fatto tema di approfondimento, esortazione e personale pratica, con discorsi e interventi di singolare profondità. Il volume offre una raccolta di testi dedicati alla teologia, spiritualità e pastorale del Sacro Cuore. Nella prima parte, l’autore della raccolta tratteggia, con un ampio saggio introduttivo e insieme di sintesi, il pensiero di Giovanni Paolo II sul culto. Nella seconda parte, invece, i testi del grande pontefice vengono raggruppati per capitoli tematici: come le meditazioni sulle litanie del Sacro Cuore, il pellegrinaggio del Papa a Paray-le-Monial, i suoi discorsi durante i viaggi in Polonia. Meditazioni sulla Missione di Margherita Maria Alacoque e di Claudio La Colombiere.

Il Cristocentrismo è la caratteristica del magistero pontificio di Giovanni Paolo II, scrive padre Drazek, inoltre la persona di Cristo occupa il posto centrale anche nel nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica. Nel corso del suo pontificato, il Santo padre ha fatto moltissimo per il suo rinnovamento e lo sviluppo del culto del Sacro Cuore di Gesù nella Chiesa. Sono numerosi i suoi pronunciamenti a partire dalle encicliche, dalle esortazioni apostoliche, le varie Lettere e poi dai discorsi nelle omelie. “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto” (Gv19,37) Queste parole di Giovanni sono sempre presenti nelle meditazioni del Pontefice. Il Papa ricorda la storia del Sacro Cuore in Polonia, ha presente una data, 6 febbraio 1765, quando fu introdotta in Polonia, la festa del Sacro Cuore. Uno dei pionieri del culto al Sacro Cuore fu un teologo polacco, Kasper Druzbicki SJ (1590-166) ancor prima delle rivelazioni a Maria Alacoque. Nei suoi documenti Giovanni Paolo II fa spesso riferimento al contenuto della parola “cuore” e in particolare al cuore trafitto di Nostro Signore sul Calvario. Il testo di padre Drazek si sofferma sugli apostoli del culto al Sacro Cuore: la Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690) e San Claudio La Colombiere (1641-1682). Giovanni Paolo II ha messo in evidenza, più di altri, il significato delle esperienze mistiche di di Santa Margherita Maria, quando nel 1986, fece il suo pellegrinaggio a Paray-le-Monial. “Sul Cuore divino colpisce l’alto valore ad esso attribuito. Non è una semplice pratica di pietà, una delle tante, che appaiono ogni tanto nella vita del popolo di Dio, e poi scompaiono. La fede in Gesù Cristo che con il suo Cuore ama noi, peccatori, costituisce l’essenziale contenuto della fede cristiana”. Nel libro si fa spesso riferimento al primo Papa che consacrò l’umanità intera al Sacro Cuore di Gesù, e cioè Leone XIII, che in quell’occasione pubblicò il 25 maggio 1899 un’apposita enciclica: “Annum sacrum”. E in occasione dei cento anni dell’enciclica, Giovanni Paolo II, tenne un discorso ampio di grande contenuto teologico e spirituale, sottolineando l’attualità di questo culto per i nostri tempi e il ruolo che dovrebbe svolgere nella nuova evangelizzazione.

Ritengo opportuno soffermarsi sul pellegrinaggio del Papa a Paray-le-Minial, piccola cittadina della Burgundia in Francia, situata nelle vicinanze della celebre abbazia di Cluny, è qui il lugo dove si sono santificati i grandi apostoli del Cuore di Gesù: Maria Alacoque e Claudio La Colombiere. Il libro pubblica l’omelia che tenne Giovanni Paolo II il 5 ottobre 1986. Un lungo discorso storico, teologico, spirituale. “Per tutta la vita, santa Margherite-Marie bruciò della viva fiamma di questo amore che Cristo venuto ad accendere nella storia dell’uomo. Qui, in questo luogo di Pary-le-Monial, come una volta fece l’apostolo Paolo, l’umile serva di Dio sembrava gridare al mondo intero: “Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo?” (Rm 8,35) Al convento delle Suore Visitandine e presso la tomba di santa Margherita Maria Alacoque disse: “Rendo grazie a Dio per il messaggio ricevuto da Santa Margherita Maria”. Un altro discorso da segnalare è quello tenuto in occasione della canonizzazione del Padre Claudio La Colombiere il 31 maggio 1992, che ha capito e ha predicato il messaggio di santa Margherita. Accettò la missione e diventò così un fervido apostolo della devozione al Sacro Cuore e dell’impegno per la riparazione. Claudio La Colombiere “aveva perfettamente compreso che contro la freddezza del giansenismo e contro l’indifferenza religiosa di molti cristiani e anche di tante persone consacrate era necessario predicare e far sentire profondamente il vero motivo della creazione e della redenzione: l’Amore!”. Se due secoli fa, la devozione al Sacro Cuore, sotto l’impulso di Maria Alacoque, è stata la risposta al rigorismo giansenista, che aveva finito per disconoscere l’infinita misericordia di Dio. Oggi, l’umanità appiattita, tentata di cedere al nichilismo pratico, “la devozione al Cuore di Gesù offre una proposta di autentica ed armoniosa pienezza nella prospettiva della speranza che non delude”.

DOMENICO BONVEGNA

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