Ricerca Ipsos: l’83% degli Italiani dichiara di non consumare carne di cavallo, il 73% prova empatia e lo considera un animale al pari di cani e gatti

Animal Equality rilascia un nuovo report realizzato in collaborazione con Ipsos, che ha condotto un’analisi sul consumo di carne di cavallo in Italia intervistando un campione rappresentativo di 40 milioni di Italiani. Il report rivela che la grande maggioranza della popolazione non consuma carne di cavallo e che la macellazione clandestina di questi animali è una realtà poco conosciuta, pur rappresentando una delle criticità più gravi della filiera equina.

L’indagine condotta dal centro di ricerche e sondaggi Ipsos rivela che l’83% della popolazione che dichiara di non consumare carne di cavallo è guidata da questi principali motivi: il 44% non è abituato a consumarla e non ne è incuriosito, il 42% adduce motivazioni emozionali, provando per esempio empatia per questo animale, e il 31% segue motivazioni etiche, considerando i cavalli soprattutto come animali “da compagnia”.

Secondo i dati raccolti da Ipsos, del 92% degli Italiani consumatori di carne, solo il 17% dichiara di mangiare carne di cavallo almeno una volta al mese, una tendenza in calo nell’ultimo anno. I consumatori sono concentrati in Lombardia e Puglia e la maggior parte dichiara di acquistarla da negozi specializzati, in particolare da macellerie equine.

Tuttavia la carne di cavallo non è sempre “locale”: come rivelano i dati della ricerca Businesscoot contenuti nel report, l’Italia è ai primi posti in Europa per consumo di carne di cavallo, con circa 17.000 equidi macellati nel 2024, detenendo il primato a livello mondiale per numero di importazioni.

Il 67% di chi dichiara di mangiare carne di cavallo in Italia lo fa perché la ritiene salutare. Tra i consumatori di carne equina, la percentuale di coloro che dicono di essere a conoscenza della differenza che esiste tra cavalli riconosciuti come DPA (destinati alla produzione alimentare) e non-DPA (non destinati alla produzione alimentare poiché trattati con farmaci non compatibili con il consumo umano) è pari al 56%. Il 48% ritiene che l’attuale sistema dei controlli sia in grado di assicurare il consumo di carni di cavallo sicure.

I farmaci non-DPA utilizzati sui cavalli durante la carriera sportiva possono rappresentare un grave rischio per la salute pubblica lasciando residui tossici nella carne di questo animale. Tra i consumatori di altre tipologie di carne (principalmente bovino, maiale e pollo), il 33% è a conoscenza della dicitura DPA e non-DPA e il 42% dice di conoscere il fenomeno del mercato illegale della macellazione equina, tuttavia solo una piccola parte (10%) dichiara di aver letto approfonditamente notizie su macellazioni illegali di equidi.

In Italia, secondo la Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari Italiani, molti cavalli macellati non provengono da allevamenti ufficiali. La Relazione annuale 2022 del Ministero della Salute segnala gravi non conformità sul fronte della tracciabilità e sicurezza dei prodotti di origine animale. Anche il monitoraggio delle macellazioni equine risulta difficile: tra il 2017 e il 2020 l’Istat non ha fornito dati specifici, mentre nei pochi dati disponibili la categoria ‘cavalli’ viene spesso inclusa in quella più generica degli ‘ungulati’, alterando le statistiche ufficiali e rendendo ancora più difficile garantire trasparenza e tracciabilità nella filiera.

“Finora come Animal Equality abbiamo raccolto circa 195 mila firme di persone che vogliono vietare per sempre la macellazione dei cavalli – afferma Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia – Per fermare la macellazione clandestina e la sofferenza di migliaia di animali, il nostro paese può allinearsi alla Grecia, che nel 2020 ha vietato la macellazione dei cavalli includendoli nelle norme riservate a cani e gatti. Alla luce dei risultati analizzati da Ipsos, esortiamo ancora una volta le istituzioni a riconoscere ai cavalli la protezione giuridica riservata agli animali considerati d’affezione”.