
Al convegno in Villa Burba diffusi dati importanti e il risultato dei progetti attivati nelle scuole e con i gestori delle sale slot… |
Rho – Una riduzione del gioco fisico in città, passato dai 41 milioni del 2023 ai 35,9 del 2024 sulle macchinette presenti in bar e sale slot, con un calo del 12,7 per cento. Uno sportello che permetterà di accogliere negli spazi dell’Auditorium di via Meda quanti non se la sentono di rivolgersi direttamente al Servizio Dipendenze. La volontà di continuare sulla strada imboccata e di fare rete con altri soggetti. Questi gli esiti a due anni dal Patto di comunità contro il gioco d’azzardo siglato il 21 maggio 2023 da una sessantina di realtà locali, a partire da scuole, parrocchie, associazioni, forze dell’ordine. I dati sono stati annunciati la mattina del 17 maggio 2025 a Villa Burba dall’assessore alla Legalità Nicola Violante durante il convegno “Stop all’azzardo – Risultati e progetti” che rappresenta l’evento informativo delle tre Giornate di sensibilizzazione sul gioco d’azzardo patologico, apertesi venerdì mattina con un torneo di calcetto tra gli studenti delle scuole superiori di Rho e Arese. Erano presenti il Sindaco Andrea Orlandi, il vicesindaco Maria Rita Vergani, la presidente della Commissione legalità e antimafia Clelia La Palomenta, i consiglieri comunali Christian Colombo, Andrea Recalcati, Dario Re, Stefano Giussani, molti firmatari del Patto, le forze dell’ordine locali e la Polizia locale di Arese, rappresentanti di Comuni del circondario, direttori delle filiali BPM.
Il seme gettato a Rho sta dando frutti anche in altre realtà, da Legnano ad Angera. Introducendo i lavori, la giornalista Angela Grassi ha spiegato che si va avanti perché i segnali non sono bellissimi. Perché negli incontri con le scuole il 65,9% degli studenti ha dichiarato di aver giocato d’azzardo almeno una volta. Perché i gestori delle sale raccontano situazioni preoccupanti. Perché a livello nazionale il quadro peggiora, con nuovi casi di scommesse nel mondo del calcio e con un nuovo contratto tra governo nazionale e RAI in cui è sparito il vincolo per la RAI a “garantire l’assenza di messaggi pubblicitari sul gioco d’azzardo per favorire il contrasto alle ludopatie”. Al contrario prolificano trasmissioni che promettono vincite importanti senza mettere in campo particolari abilità e sono comparse pubblicità che vedono protagonisti volti rassicuranti di attori e calciatori che invitano a “Giocare responsabilmente”, ma intanto invitano soprattutto a giocare.
Dopo il saluto di Paola Pollini, presidente della Commissione regionale legalità, che ha ringraziato il Comune di Rho per i percorsi avviati, a Claudia Luppi, dell’Istituto di fisiologica clinica CNR, è stato affidato l’intervento principale. Tanti i dati significativi a livello nazionale: “Nel 2023 sono stati giocati in Italia 148 miliardi di euro e la domanda è aumentata in maniera impressionante. A nulla sono valse le azioni intraprese, l’unica contrazione si è vista durante il lockdown. La media è di mille euro pro capite nel gioco fisico e 1.400 in quello telematico. La Lombardia risulta al terzo posto nel gioco fisico al quarto nell’altro caso. Primeggia in negativo Andalo Valtellina, dove una sala slot si trova su una strada ad alta percorrenza: lì si giocano 18mila euro a testa. Online è primo Moniga del Garda con 8mila euro pro capite giocati. I dati rhodensi parlano di 2.621 euro pro capite: 1.464 sul canale fisico e 1.157 in via telematica. In Italia crescono i conti gioco oltre agli utenti attivi. Sono uomini giovani e donne adulte. Il nostro Istituto compie diverse ricerche, che si confrontano poi a livello europeo. Gli studi GAPS sono specifici sui 15-19 anni, gli ESPAD sugli adulti. Per il 2022 restituiscono uno spaccato inquietante, visto che si parla di due milioni di persone con comportamenti già a rischio e 800mila con comportamenti già problematici, spesso legati al gioco online”. L’online risulta raddoppiato rispetto alle precedenti rilevazioni. Le donne amano giochi che danno soddisfazione immediata (Lotto, Gratta e Vinci), gli uomini le scommesse. Si tratta di persone in condizioni economiche non agevoli, con percezione di mancato benessere, di stress, con relazioni poco solide a livello personale, come sul lavoro o a scuola. I dati ESPAD sul 2024 dicono che i giocatori sono cresciuti, quasi 1,5 milioni di italiani ha giocato almeno una volta. Quasi 120mila sono già problematici. La Lombardia è un pochino sotto la media nazionale. “Preoccupa il dato sui minori, cui il gioco dovrebbe essere vietato – ha detto Luppi – Ebbene, 840mila studenti minorenni hanno giocato. I maschi nei bar, le ragazze coi Gratta e Vinci. Si punta su Totocalcio e scommesse sportive, sulle scommesse virtuali generate da un pc in cui un algoritmo prevede su evento inesistente un risultato totalmente inventato. Non esiste competenza. Inoltre, cresce il trading: si crede di fare i brokers, la rete si popola di personaggi che millantano competenze incredibili. Così ci troviamo con ragazzi con grossi problemi economici, mentre inseguono la promessa di diventare ricchi. Tutto è veloce, come in Borsa. Chi gioca pensa di essere bravo, astuto. La propensione al rischio vede coinvolti giovani dipendenti anche da alcol o sostanze, che compie poi comportamenti devianti, è coinvolta in risse, rapporti non protetti, furti, aggressioni agli insegnanti. Parliamo di ragazzi vittime del binge drinking (bevute che portano allo sballo) e magari attivano il trading online usando energy drink. Ribadisco, i minori non dovrebbero avere accesso all’azzardo”. Tanti sono coinvolti dai videogames: il 36 per cento ha speso soldi per acquistare “vite” o strumenti per passare di livello. Ben 415mila studenti hanno un profilo gaming a rischio, soprattutto maschi. Ha concluso Luppi: “Ci sono poi le loot box, scatole premio misteriose che compri con denaro reale. Si spendono soldi o tempo di gioco per aprirle, isolandosi dalla socialità”.
Chiara Tenconi, psicoterapeuta EMDR e neuropsicologa, ha relazionato sul lavoro svolto con lo psicologo Lorenzo di Giuseppe nelle scuole rhodensi. “Alle primarie abbiamo ideato una storia con l’intelligenza artificiale, partendo da lì per riflettere con alunni e insegnanti. Preoccupa vedere che già a bimbi di sei mesi si metta in mano lo smartphone, è una età in cui la plasticità neuronale è attivissima, così si altera il circuito coinvolto nel tema dipendenze. Negli ultimi mesi abbiamo incontrato diversi istituti: Clerici, Rebora, Mattei, Cannizzaro e Olivetti. Abbiamo proposto un sondaggio anonimo per rendere protagonisti gli studenti, Lorenzo Di Giuseppe ci ha aiutato sul fronte videogiochi. Il 66 per cento dei ragazzi ha giocato almeno una volta, soprattutto per vincere la noia. Usa i propri soldi, senza una percezione del perdere denaro reale. Al punto che il 68 per cento dice di non essere interessato a recuperare i soldi persi. I ragazzi capiscono che si possa diventare dipendenti e che le pubblicità su media e social possano influenzarli. Non dicono bugie, a differenza degli adulti: giocare è un vanto, non ha impatto negativo sulla propria immagine. Si sognano trader. Capiscono però quando un amico su questo fronte è in difficoltà, vanno sostenuti e aiutati. Loro stessi chiedono più controlli, limiti imposti dai genitori. Vedono i rischi e non riescono a sviluppare strategie di autocontrollo. Hanno molto apprezzato le testimonianze dirette dei Giocatori anonimi e invocano maggiore dialogo: questo ci interpella, servono continuità educativa e un linguaggio che parli a loro di quello che vivono”.
L’ispettore della Polizia Locale Damiano De Luca ha riferito sulle 17 sanzioni da 500 euro emanate per violazioni all’ordinanza sindacale che impone limiti agli orari delle sale slot: “Il messaggio è arrivato, ora tre sale slot chiudono al mattino perché non ci sono giovani a frequentarle. Solo due sanzioni sono state emesse dalle ore 12 alle 14, sono bar con tavola calda dove arrivano lavoratori in pausa pranzo. La fascia oraria problematica è quella dopo le 18, quando la gente ha finito di lavorare, si fa attrarre dalle slot se non ha chi lo aspetta a casa. Su 17 sanzioni, 9 sono a carico di una unica sala. Continueremo a presidiare anche i centri commerciali. In tutto parliamo di 30 realtà sul territorio”.
Cristiano Bregamo ha riferito del questionario somministrato proprio ai gestori delle sale o dei bar che ospitano “macchinette”, azione promossa da Spazio Giovani, Cooperativa Lotta Contro l’Emarginazione e Cooperativa Intrecci nell’ambito del Piano Operativo Locale GAP di ATS della Città Metropolitana di Milano: “Quattro i nostri obiettivi: riconoscere i gestori come interlocutori; verificare il loro eventuale ruolo di antenne sociali; misurare le loro competenze; raccogliere la loro percezione su eventuali cambiamenti in corso per capire se possano essere disponibili ad attivare azioni di contrasto. Su 30 gestori, 26 hanno risposto. Dicono che secondo loro il 61 per cento dei giocatori è abituale, per il 66 per cento dei casi proviene dal territorio attorno alla sala. In genere si gioca nei giorni in cui si è ricevuto lo stipendio mensile, se la sala offre anche Lotto o Gratta e Vinci la slot passa in secondo piano. Alla domanda “avete colto segni che il gioco stia diventando un problema” in 13 hanno detto di sì, parlando di atteggiamenti aggressivi, nervosismo, irascibilità. In 9 hanno ammesso di avere incontrato difficoltà con un giocatore, che magari chiedeva denaro a loro stessi o non voleva rispettare orari e chiusura. Tutti conoscono il Gioco d’Azzardo Patologico, GAP, conoscono il Servizio dipendenze, sanno indicare a chi chiedere aiuto. Per il 77 per cento delle risposte l’ordinanza sindacale ha portato cambiamenti: un calo del giocato, l’aumento dell’online, l’uso di Gratta e Vinci nelle ore di stop. Il 58 % conosce il Patto di comunità, l’84% applicherebbe la vetrofania con i numeri di riferimento del SERD. Alla domanda “sareste disposti a dismettere le slot se l’Amministrazione comunale prevedesse contromisure”, 3 hanno detto sì se con una premialità economica. In 15 hanno detto no. Chi è in forse auspica che tutti facciano lo stesso, anche nei comuni limitrofi”.
L’assessore alla Legalità Nicola Violante, promotore del Patto, ha annunciato dati significativi: nel 2023 in Italia si giocavano 148 miliardi, a Rho 74 milioni sul gioco fisico, una quota esorbitante, che ha messo in moto tutto questo lavoro e una rete che si amplia ulteriormente sul fronte delle banche e dell’educazione finanziaria, per diffondere la consapevolezza sui rischi di questo fenomeno. Nel 2023 gli adulti erano 43mila in città, hanno speso 19,5 milioni di giocato fisico, che nel 2024 sono scesi a 15,8, con un calo di 3,6 milioni (18,9 per cento). Il giocato complessivo era pari a 73,9milioni, scesi l’anno dopo a 71,5, meno 2,3 milioni. Sugli apparecchi si è passati da 41 milioni a 35,9, con un calo del 12,7 per cento. L’assessore ha sottolineato che non tutto si può attribuire all’ordinanza o ai percorsi avviati ma che sicuramente un cambiamento c’è stato, a fronte di incrementi che si vedono altrove. Violante ha promesso che il lavoro proseguirà con controlli costanti, interventi nelle scuole e presto una sede per i Giocatori Anonimi. L’intenzione è di non compiere alcun passo indietro. Ma c’è bisogno del supporto di tutti, sapendo che questo tema non ha colore politico è del tutto bipartisan. Alle banche si chiede di essere sentinelle.
Fabio Guerrini, responsabile UOC Dipendenze Asst Rhodense, ha detto senza mezzi termini che occorre dotarsi “di un arsenale di strumenti operativi e terapeutici per evitare che si arrivi al limbo della marginalità sociale e al baratro dell’esclusione sociale”: “ASST Rhodense ha competenze da mettere al servizio delle persone insieme con altri attori. Il nostro è un approccio sanitario nel piano operativo GAP con servizi di cura e riabilitazione. Ma ora puntiamo all’avvio di uno Sportello territoriale, che sarà aperto in via Meda 20 due volte alla settimana, lavorando con Giocatori Anonimi e associazione Gam-Anon (parenti di giocatori patologici) per offrire informazioni, orientamento e consulenza di educazione finanziaria. Si chiude il cerchio integrando il nostro con altri servizi, sperando di rendere più fluida la prima parte del percorso, quella dell’accesso a punti di aiuto, una fase in cui in genere si incontrano difficoltà a orientarsi”.
Umberto, dei Giocatori Anonimi, ha proposto un video dal titolo “Vi odio”, in cui a parlare è la malattia da gioco d’azzardo che dice al giocatore “mi piace far finta di essere tuo amico, mi piace farti soffrire” ma anche “non sono io che mi sono invitato, tu hai scelto di avermi e io odio tutti quelli che come te cercano di uscirne”. Jonata ha proposto la sua testimonianza diretta: “Tutto nasce con lo “smetto quando voglio”, quando avevo 15 anni. Sfortunatamente vinsi e da lì ebbe inizio il mio baratro. Mi sono giocato i soldi per il latte di mio figlio. Ho cercato due volte il suicidio. Il 19 luglio 2017 mi sono rivolto ai Giocatori Anonimi e ora non perdo un incontro. La mia vita è cambiata. Ogni giorno lotto con il mio io giocatore, la compulsività accompagna per tutta la vita, l’importante è parlare, smettere di dire bugie e di vivere in un mondo parallelo mentre intanto, intorno, ti fai terra bruciata. Se vuoi uscirne ci sono i mezzi, ma devi volerlo tu. Pensavo fosse un vizio, invece questa è una malattia. Uscirne è possibile”.
A chiudere gli interventi del consigliere regionale Carlo Borghetti, che ha evidenziato come la legge regionale del 2013 oggi vada aggiornata, e del Sindaco Andrea Orlandi che ha apprezzato il lavoro di rete e invitato la comunità a proseguire sulla strada imboccata visto che il tema assume dimensioni enormi, per quanto spesso rimanga invisibile.
Nella foto, da sinistra: Chiara Tenconi, Cristiano Bregamo, Claudia Luppi, Umberto, Fabio Guerrini, Jonata, Lorenzo Di Giuseppe |