GNL a Pesaro: il Ministero risponde senza rispondere

Pesaro – 14 maggio 2025. È la data in cui il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha inviato una risposta ufficiale alle preoccupazioni espresse da cittadini, comitati e attivisti in merito alla situazione ambientale del sito Fox Petroli di Pesaro, destinato a ospitare un impianto di liquefazione del gas naturale (GNL). Una risposta che, purtroppo, non entra nel merito delle domande poste: nessun chiarimento concreto, solo il rimando a una nota precedente datata 28 marzo 2025.

Il documento ministeriale afferma infatti:

“Si è provveduto a sentire la competente Direzione generale valutazioni ambientali di questa Amministrazione che ha comunicato di aver provveduto a fornire il necessario riscontro alle tematiche segnalate con la nota prot. n. 0058955 del 28 marzo 2025, alla quale si fa rinvio per i dettagli.”

Una formula evasiva, che lascia intatti i dubbi e le perplessità sollevati nell’appello del 9 maggio: nessuna risposta diretta sullo stato di contaminazione del sito, nessuna menzione di bonifica preventiva, nessun commento sui rischi sanitari per i lavoratori e i residenti che vivono a poco più di 100 metri dall’impianto.

La nota del 28 marzo: una risposta già priva di contenuto

La nota richiamata dal Ministero, prot. n. 0058955, era stata redatta in risposta a un precedente appello del 28 gennaio 2025. In essa si afferma che:

“La Commissione tecnica PNRR-PNIEC durante lo svolgimento dell’istruttoria tecnica ha effettuato un sopralluogo presso i luoghi interessati dal progetto ed ha richiesto integrazioni documentali. […] La Commissione, in base all’istruttoria svolta, tenuto conto dei pareri e delle osservazioni pervenute, ha valutato positivamente il progetto in questione.”

Nulla viene detto circa analisi ambientali indipendentiverifiche di contaminazione delle faldecopresenza di coperture in amianto o individuazione di idrocarburi nel vicino fiume Foglia, segnalati da cittadini e attivisti.

La mancanza di contenuto è aggravata dal fatto che il Ministero si limita a fornire un link generico al portale VIA del MASE, senza dettagliare quali documenti tecnici, osservazioni o pareri siano stati esaminati e come siano stati valutati i rischi ambientali.

Nessun riferimento alla bonifica del sito

La situazione è resa ancora più preoccupante dal fatto che il sito Fox Petroli è storicamente utilizzato per attività industriali pesanti, con probabile presenza di inquinanti nel sottosuolo e nei sedimenti. Tuttavia, nessuna procedura di caratterizzazione o bonifica risulta avviata prima dell’approvazione del progetto. Secondo i firmatari dell’esposto, ciò rappresenta una violazione del principio di precauzione, sancito dal D.Lgs. 152/2006 (Codice dell’Ambiente), nonché una potenziale omissione di garanzie per la sicurezza pubblica.

Una richiesta di chiarezza e trasparenza

“La risposta del Ministero,” afferma Roberto Malini, co-firmatario dell’esposto, “è burocratica, dilatoria e priva di contenuto reale. Non solo non fornisce risposte alle nostre domande, ma si appoggia a un documento che a sua volta non entra mai nel merito. È come una matrioska vuota. A distanza di mesi, il silenzio sulle bonifiche, sui rischi sanitari e sulla fragilità del sito è assordante.”

Proposte per le prossime azioni

Alla luce dell’opacità istituzionale, i cittadini e i comitati coinvolti chiedono:

  • accesso completo agli atti depositati dal proponente e ai verbali della Commissione tecnica, che non sono presentati nella documentazione pubblicata nel sito del MASE;
  • una nuova risposta puntuale da parte del MASE, con impegni chiari sul monitoraggio ambientale;
  • il coinvolgimento diretto di ARPA Marche e ISPRA per ispezioni sul campo;
  • una segnalazione ufficiale alla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sui Reati Ambientali, con allegata la documentazione già trasmessa.

Pesaro, ancora una volta, si trova a fare i conti con un progetto impattante, in una zona già provata dal degrado industriale e da una storica disattenzione ambientale. “È una situazione kafkiana,” conclude Malini, “in cui alle omissioni e lacune si sommano risposte prive di contenuto e le istituzioni, che rappresentano i cittadini e i loro diritti, difendono un progetto che non dà alcuna garanzia di sicurezza o salubrità. Abbiamo coinvolto Commissione europea, Consiglio d’Europa e tutti i parlamentari europei che non rinnegano le conquiste ambientaliste. Grazie ad Europa Verde, abbiamo una relazione che mette in luce l’inopportunità e pericolosità del progetto. Prefettura e Procura sono al lavoro per valutare quest’iniziativa che si pone in contrasto con il principio di precauzione e le normative. Due interrogazioni parlamentari sono state presentate da Europa Verde e AVS, mentre il Ricorso al Presidente della Repubblica segue il suo iter. Chi sta conducendo un business inquietante sulla vita di bambini e famiglie, sappia che i nodi verranno al pettine e le responsabilità personali e istituzionali emergeranno in ogni sede”.