
I corpi in movimento sono quelli del Gaza Parkour Team, squadra professionale di parkour e freerunnig che ha sede a Gaza. Le voci in ascolto solo le loro, quelle dei ragazzi e delle ragazze del team, che hanno scelto Gaza perché in quella lingua di territorio c’è bisogno di ascolto e di voce per far conoscere le difficoltà di sempre e la spirale di orrore che significa essere perennemente sotto attacco.
Fabio Saraceni, formatore Uisp di parkour ha raccontato tutto in un libro “A trip to Gaza Strip” che è stato presentato mercoledi scorso a Trento, nell’ambito del Film Festival, in un incontro dal titolo “Corpi in movimento, voci in ascolto”. Insieme a lui, nello spazio allestito nel centro cittadino, c’erano Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp e Andrea Morghen, direttore Religion Today Film Festival. Presente anche Sabrina Camin, presidente del Comitato territoriale Uisp Trentino, a cui si deve l’organizzazione dell’evento anche grazie al consolidato rapporto di collaborazione tra Uisp e Trento Film Festival. Nel corso della serata ci sono state esibizioni degli atleti del Pk Gaza nella piazza, che hanno introdotto al parkour molti bambini e bambine.
Il libro di Saraceni fornisce una panoramica coinvolgente sul cuore pulsante della Striscia di Gaza, attraverso gli occhi di un coach di parkour. E’ un reportage realizzato a cavallo tra il 2014 e il 2015, mentre il conflitto infiammava la regione. Il protagonista, un appassionato insegnante di parkour, decide di prendere parte ad un progetto di cooperazione internazionale nella Striscia e invita i lettori a esplorare le complessità umane e politiche della regione: dall’energia travolgente dei ragazzi praticanti di parkour alle dure realtà della vita sotto assedio.
“Quel progetto fu promosso proprio dall’Uisp a Gaza, nell’ambito delle iniziative di cooperazione internazionale – ricorda Tiziano Pesce – a Gaza gli istruttori italiani constatando la carenza di strutture adeguate per l’allenamento scelsero all’inizio come luoghi di esibizione le rovine del villaggio di Khuzaa e un albergo sulla spiaggia di Gaza, semi-diroccato dopo un bombardamento”.
Da quella primissima esperienza è nato il libro di Saraceni, con una combinazione di avventura, introspezione e condivisione, che rappresenta una testimonianza preziosa di connessione oltre le barriere culturali e politiche, offrendo una prospettiva rara e sincera di una terra e di un popolo spesso misconosciuti dalla comunità internazionale. “Il parkour come Art Du Déplacement, ovvero l’arte dello spostamento si adatta bene a quel contesto – spiega Fabio Saraceni, presidente dell’associazione ADD Roma, affiliata Uisp Roma – è un’arte mentale e fisica che allena il corpo e la mente con l’obiettivo di superare qualsiasi genere di ostacolo”.
“L’Uisp è stata tra le prime associazioni nazionali a credere nel parkour, innanzitutto per il suo aspetto valoriale – prosegue Saraceni – La maggior parte delle persone e degli altri enti invece hanno focalizzato la loro attenzione sulla novità sportiva, non preoccupandosi del mondo che c’è dietro, che è l’aspetto più importante della disciplina. Una delle cose che caratterizza la pratica del parkour in Uisp è quella di essere non competitiva. Nella Uisp infatti non ci possono essere gare di parkour e questa cosa è fondamentale per passare da un aspetto sportivo-performativo ad un aspetto sportivo-ludico-ricreativo inteso come ricerca personale e non come vittoria su qualcun altro”.
L’ADD Roma nasce come associazione nel 2013 e cresce al fianco dell’Uisp Roma.“È stata una cosa naturale. Questo perché ci ritroviamo fondamentalmente nei valori dell’ente di promozione”. L’associazione è stata protagonista del Festival delle Periferie di Roma a Tor Bella Monaca. Ascoltiamo Fabio Saraceni in una intervista video realizzata in quella occasione.
a cura di Ivano Maiorella, fonti tratte da Uisp Roma