La storia di Aurora Ferreri: Diamo fiducia ai nostri giovani, così cambieremo la Sicilia

«Dopo anni passati all’estero, ho deciso di mettere la mia storia e la mia passione al servizio di questa città, per renderla un luogo in cui tornare e non solo da cui andare via. Per costruire una Palermo sostenibile, efficiente, che riscopre il valore della partecipazione e che tutela i diritti delle donne e delle famiglie». 

Parole di Aurora Ferreri, operatrice turistica, componente della direzione regionale del Partito democratico in Sicilia e responsabile provinciale Diritti e Pari opportunità del Pd Palermo, che annuncia così la propria candidatura per le prossime elezioni amministrative del capoluogo siciliano.  Aurora, classe ’89, laureata in Lingue e Letterature Moderne con una tesi sulle figure femminili in Much Ado about nothing di Shakespeare, ha vissuto in Inghilterra per qualche anno, dopo la laurea, dove ha lavorato per un tour operator. Nel turismo lavora da sempre.

“Durante l’università ho fatto uno stage al Grand Hotel delle Palme, a Palermo, e ho lavorato come maschera al Teatro Massimo per quattro anni, venendo a contatto con turisti da tutto il mondo. Oggi faccio l’operatrice turistica e ogni giorno vendo vacanze a turisti inglesi che vogliono visitare le tre isole maggiori del mediterraneo, Sicilia, Sardegna e Corsica”.

Appassionata di politica da quando era ragazzina, ha deciso di tesserarmi al Pd nel 2017 e ho dato avvio alla mia militanza, concentrandosi sempre sui diritti e sulle politiche sociali. Lo scorso anno è stata nominata responsabile diritti e politiche di genere del Pd di Palermo. Le sue giornate, oggi, sono dedicate al lavoro, all’impegno politico, all’associazionismo e a i suoi affetti.

A ogni tempo il suo affanno. A poco giova il confronto col passato, se è solo per una classifica qual è la generazione migliore. Ciò detto, va colto l’invito di Aurora ad avere più fiducia nei giovani. Con più ottimismo. E a puntare su di loro con coraggio. Sono il nostro investimento per il futuro. E sono molto meglio di come vengono rappresentati. I mass media parlano solo degli eccessi dei pochi, ma ignorano l’impegno dei molti. Basterebbe dare un’occhiata al mondo del volontariato. O alla preziosa opera di tanti giovani che impegnano il loro tempo, con generosità, per assistere ammalati, poveri o bambini handicappati. Purtroppo, la foresta che cresce fa poco rumore. Forza Aurora!

 

Aurora da Roma a Palermo sembra assistere a un unico teatrino. Avversari da polverizzare, con ogni mezzo, il potere assoluto non ammette dissenso: non fa prigionieri, solo terra bruciata contro chi canta fuori dal coro. Perché una ragazza dovrebbe candidarsi se questo è lo scenario?

Premetto che non penso che lo scenario nel quale viviamo sia questo. Viviamo in un mondo democratico nel quale ci si confronta, spesso anche duramente e senza rispetto per il prossimo, ma è anche vero che il nostro è un mondo in fermento, che sta vivendo profondi cambiamenti. Una candidatura come la mia nasce dalla voglia di portare quel cambiamento nella nostra realtà cittadina, per contrapporre alla rassegnazione di chi dice che “tanto non cambia mai niente”, la forza di chi si impegna sul territorio ogni giorno perché in quel cambiamento crede eccome.

Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra… Sono passati ventuno anni da quando lo cantava Gaber nella bellissima e ironica Destra-Sinistra (2001). Il grande cantautore aveva già intuito la crisi cui andava incontro il nostro Paese: la banalizzazione, per non dire la fine delle ideologie e, peggio ancora, degli ideali. Convincimi che ancora la partita non è compromessa… A cosa bisogna aggrapparsi per non cadere nello sconforto?

Non credo che sia la fine delle ideologie. Spesso, nel nostro paese, ragioniamo seguendo ideologie che sono costrutti stereotipati (i politici sono tutti corrotti, le donne che abortiscono sono delle assassine, il nucleare va contro la morale, l’amore esiste solo fra uomo e donna ecc.). Forse, se ce ne liberassimo, potremmo arrivare al cambiamento di cui parlavo prima. Così come credo molto, al contrario, nel potere delle idee: basta confrontarsi con gli altri per rendersi conto che ce ne sono tantissime. Soprattutto fra i giovani, che non solo sanno dove vogliono arrivare, ma sanno anche dire come. E comunque la destra e la sinistra esistono ancora, ed esistono perché fanno capo a ideali contrapposti, che sono molto chiari, oggi più che mai. Una persona di destra ed una di sinistra, oggi, hanno una visione del mondo diametralmente opposta.

Quando leggi sui giornali che l’esigenza di un impegno per la legalità e il senso morale in politica è il dettaglio che fa la differenza cosa pensi?

Penso che non sia un dettaglio ma la componente fondamentale di chi fa politica. Soprattutto nel nostro territorio, la legalità, il rispetto delle leggi, dei diritti e dei doveri di ognuno, dovrebbero essere il baluardo non solo della politica ma di tutta la società. Ognuno deve fare la sua parte, nel rispetto di chi ha perso la vita affinché vivessimo in una terra libera e pulita.

 

Come vive Palermo le difficoltà delle famiglie in tempi di crisi?

Palermo, come tutte le città – e non solo del sud Italia – vive un momento di grossa difficoltà nel post pandemia. Le categorie più colpite sono donne e giovani, che hanno subito il peso peggiore delle restrizioni che si sono dovute susseguire nel tempo e che hanno palesato quanto precario e diseguale sia, oggi, il mondo del lavoro e della opportunità, tra uomini e donne. Contratti precari, salari non equi, lavoro di cura non riconosciuto e interamente sulle spalle delle donne, sono solo alcuni dei drammi che vivono le donne, e quindi tutte le famiglie su base quotidiana. Il lavoro da fare per recuperare tutto questo sarà duro, ma siamo sulla buona strada, soprattutto con la nuova legge sulla parità salariale e sul dibattito sul congedo di paternità.

 

Ti auguro di vincere la tua sfida e una volta in Consiglio che farai per le politiche di supporto all’occupazione giovanile, di servizi e aiuti alle famiglie per i bambini, gli anziani, i disabili?

Le parole chiave del mio programma sono sostenibilità – un nuovo regolamento per la riqualificazione degli spazi verdi urbani; trasporto pubblico locale con mezzi a bassa emissione; pannelli fotovoltaici per la fornitura di energia degli uffici comunali e per l’illuminazione stradale. Pari opportunità – istituzione del gender city manager e del bilancio di genere; creazione di uno sportello LGBTQ+; potenziamento di consultori, centri antiviolenza e C.A.M. (Centri di Ascolto uomini Maltrattanti). E partecipazione – città policentrica con decentramento dei servizi; potenziamento uffici e servizi dedicati alla disabilità; creazione di biblioteche multifunzionali e spazi comuni per associazioni culturali. Per una città libera, sicura e senza barriere, che riduca il divario di genere a partire dall’accesso ai servizi e dalla fruizione dello spazio pubblico, per non dire alle donne “non uscire per strada a tarda sera” ma per garantire a tutte e tutti il diritto a vivere la propria città in libertà. Per una città democratica e partecipata, attenta all’inclusione ed al coinvolgimento dei cittadini.

Più pragmatica o sognatrice?

Un buon mix di entrambi. La sera prima di addormentarmi penso sempre alle cose che vorrei fare e poi dalla mattina lavoro per realizzare quello che posso.

Chi sono i tuoi modelli e dove pensi di poter arrivare?

I modelli del presente non li cito ma sono tutte le persone che credono profondamente nel cambiamento e lavorano attivamente per realizzarlo, persone che ho il privilegio di avere accanto in questo mio percorso. Il mio unico modello del passato è Nilde Iotti, una donna che ha combattuto contro tutti e tutto pur di portare in Italia il cambiamento che aveva immaginato, con la forza e la determinazione che contraddistinguono chi ci crede davvero. Dove penso di poter arrivare? Ovunque io voglia, purché sia sempre insieme alle persone che amo.

C’è qualcosa nella trama della tua vita che avresti voluto modificare o va bene così?

Assolutamente si. Si fanno spesso scelte che si rimpiangono, ma rimorsi non ne ho. Ho sempre fatto quello che ho voluto, a volte sbagliando, ma ognuno di noi è il risultato della propria storia. Cambiare il corso della propria vita col senno di poi sarebbe troppo semplice. Non sarebbe vita.

Noi scrittori proviamo sempre a far rivelare ai propri personaggi trame future o dettagli che il pudore convenzionale frena: se fossi una protagonista di un romanzo quale parte interpreteresti e perché?

Sicuramente sarei Hermione, in Harry Potter. Sono quella che studia perché non ama parlare se prima non conosce l’argomento, quella che ci mette il cuore e una buona dose di coraggio in tutto quello che fa. E anche perché una persona a me molto cara una volta mi ha detto che sono “magica”.

Che cosa ti rende davvero felice?

Entrare dentro una libreria, perdermi tra gli scaffali per almeno un’ora, ritrovarmi poi con una pila di libri in mano. Viaggiare e ritrovarmi a passeggiare per le calli di Venezia o per le vie di Roma.

Giusto per essere schietti e diretti: quante bugie hai detto in questa intervista?

Una. Quello che mi rende davvero felice è un bicchiere di vino e un buon piatto di carbonara. Anche questi sempre insieme alle persone che amo.