Salva Messina, salva Messina da imbelli e ipocriti

Salva Messina, salva Messina da imbelli e ipocriti. Sui bilanci comunali, sui bilanci degli enti locali, sui bilanci delle c.d. partecipate non si può giocare nè nel senso di coprire con veline buchi nè nel senso di richiamare fantasmi. Questa è l’unica operazione verità: Non sbiancare la sozzeria. Non appannare la trasparenza. 

Vorrei, davvero, comprendere perché con dolo, con volontà e rappresentazione, con scienza e in-coscienza si dovrebbe percorrere la linea del falso, dell’abuso, dell’illecito per non fare “fallire” il Comune. Continuare a spendere e spandere per amici e amici degli amici? Mantenere la poltrona? Allinearsi conniventi al potere oscuro di palazzi e palazzinari tradendo la fiducia degli onesti cittadini? Ingraziarsi il primo cittadino di turno che magari durante la campagna e la propaganda elettorale si esprime demagogicamente per il dissesto e poi cerca di salvare il salvabile dal default? Ammainare bandiera alla burocrazia di uffici leggeri e corrotti?
Non mi accontento di un capo di imputazione.
Le forze politiche, sociali e sindacali che non esprimono solidarietà o quanto meno che non auspicano agli avvisati – per falso e/o abuso – di potere affermare la loro innocenza sono imperdonabili, squalificate, patetiche. Partiti ed esponenti politici in particolare che non hanno espresso solidarietà ad Accorinti e ai suoi assessori, così come non hanno espresso solidarietà a Buzzanca e ai suoi assessori, così come non sapranno esprimere solidarietà a De Luca e ai suoi assessori (per prognostica e paragnostica profezia di ulteriore appendice di inchiesta a venire) per la mancata dichiarazione di dissesto … sono imbelli e ipocriti.
A me dispiace per #tuttiquellicheceranoprima(Accorinticompreso)e #per tuttiquellicherischiano(DeLucacompreso); #perfortunanoncisonopiudal2007.
Sono intervenuto negli anni sul tema in diverse occasioni.
Forse, è il caso di essere più diretto.
1. Si insiste su questo ca…volo di dissesto non dichiarato. Si sa di cosa si parla? Soprattutto, a questo punto, perché non indagare anche funzionari ministeriali e componenti della Corte dei Conti? Provocazione!? No. Minima conoscenza del T.U.E.L.. Gli strumenti e i documenti degli esercizi economico-finanziari vengono periodicamente trasmessi e aggiornati a favore della Corte dei Conti. L’organo, ravvisando gli estremi del dissesto, previa disamina di eventuali falsità materiali e ideologiche sulle previsioni di entrata e di spesa, di eventuali lacune e deficienze nel rispetto dei parametri, di eventuali deviazioni procedurali, può e deve attivarsi, di concerto con la Prefettura per co-stringere organi di governo e di indirizzo, giunta e civico consesso, alla dichiarazione di dissesto qualora non esperibili altri percorsi.
2. Possiamo rileggere insieme l’art. 247 del T.U.E.L.? Ne trascrivo il testo: Art. 247 (in rubrica … Omissione della deliberazione di dissesto) … “Ove dalle deliberazioni dell’ente, dai bilanci di previsione, dai rendiconti o da altra fonte l’organo regionale di controllo venga a conoscenza dell’eventuale condizione di dissesto, chiede chiarimenti all’ente e motivata relazione all’organo di revisione contabile assegnando un termine, non prorogabile, di trenta giorni. Ove sia ritenuta sussistente l’ipotesi di dissesto l’organo regionale di controllo assegna al consiglio, con lettera notificata ai singoli consiglieri, un termine, non superiore a venti giorni, per la deliberazione del dissesto. Decorso infruttuosamente tale termine l’organo regionale di controllo nomina un commissario ad acta per la deliberazione dello stato di dissesto. Del provvedimento sostitutivo è data comunicazione al prefetto che inizia la procedura per lo scioglimento del consiglio dell’ente, ai sensi dell’articolo 141
3. Il dissesto non liquida o scioglie esperienze politiche e/o amministrative.
Tra i fautori del dissesto, fatti salvi analisti in buona fede, molti sono quelli tra i malpancisti e livorosi detrattori di chi ha assunto responsabilità pubbliche che pensano che si voglia evitare il dissesto per non incappare nella ghigliottina della incandidabilita’ o della ineleggibilità. Niente di più perverso ed errato. Nessun automatismo. Sulla Città Metropolitana (ex Provincia), nessun problema perché non vi sono politici da azzoppare, organismi elettivi da svuotare e riempire, indennità di carica o gettoni di presenza da elargire?
4. Gli avvisi, a cui si è assistito e si assiste, sinora hanno abbracciato un decennio, saltandosi a pie’ pari due anni. A Messina, ci si è dimenticati dell’amabile Commissario dott. Croce, ex capo della Procura della Repubblica? Ci si è dimenticati degli scontri e delle rappacificazioni con il Dirigente Capo Area Economico – finanziaria pro tempore? Ora, faccio davvero fatica a comprendere come dati ereditati da bilanci, preventivi e consuntivi, annuali e pluriennali, sindacati censurati e stigmatizzati, adottati in precedenza e trasmessi per bilanci (sindacati censurati e stigmatizzati) adottati successivamente non siano entrati nell’orbita delle indagini di che trattasi (a meno che non si siano aperti e poi archiviati fascicoli non balzati agli onori della cronaca). Nessuna totale discontinuità sarebbe neppure logicamente, amministrativamente, ragionieristicamente sostenibile. Lungi da me gettare ombre sull’onesto Commissario. È sulla onesta’ a convenienza o per definizione che mi oppongo. Accorinti meno onesto di Croce, più onesto di Buzzanca, al pari di De Luca? De Luca … salva Messina, salva Messina. Meschinità pseudo intellettuali per faziosi, prevenuti, odiosi leoni da tastiera e ruffiani di maniera. Fatto sta che … qualcosa non torna. O non torna matematica o non torna grammatica.
5.  Non votare i bilanci, astenersi, fare finta di essere impegnati in famiglia o di sentirsi male magari recandosi al pronto soccorso in occasione del voto, votare contrario per pregiudiziali ideologiche o per partito preso o senza valide motivazioni tecniche e giuridiche (… o per non essere stati accontentati) è quanto di più deprecabile si possa assistere da parte di rappresentanti istituzionali. Parola da prima e ultima repubblica … prima delle derive anarcoidi e dei rovesciamenti di ordini costituiti senza colpo ferire.
Quanto sopra condensa e reitera quanto già affermato nel novembre del 2007, a dicembre 2011, nel giugno del 2014, a ottobre del 2018. Tuttavia, un passaggio lo voglio rammentare. Nella nota del 23 giugno 2014, dal titolo bilanci e avvisi, scrivevo (rectius mi dicevo addosso) … “Continuando a non volere inseguire l’umore della piazza mi immedesimo nello stato d’animo di coloro che sono stati raggiunti dalle informazioni di garanzia. Certo appare paradossale e anche risibile che accanto alla notizia di ipotesi di reato ascritta a carico di 73 persone si legga la notizia (non criminis) di soddisfazione nella dichiarazione dell’assessore prof. Signorino sul consuntivo 2013 …  “tratta di un importante adempimento i cui dati confermano la solidità del percorso di risanamento finanziario dell’Ente avviato lo scorso anno. Dopo la certificazione del rispetto del Patto di Stabilità, si presenta alla città di Messina un bilancio nuovamente in attivo dopo due anni di deficit … Naturalmente c’è ancora strada da fare soprattutto nel campo delle società partecipate dove, comunque, l’Amministrazione comunale ha mosso passi decisi verso il controllo diretto, l’armonizzazione della contabilità, la certificazione congiunta dei debiti/crediti ...””.
Aggiungevo “bah … con rispetto per il lavoro della magistratura inquirente …”.
Anche ora concludo con bah … aggiungendo il dissesto se c’è non si può che dichiarare; se non c’è non si può che non dichiarare.
Il dissesto, misura di estrema ratio, non è opinione e non è opzione politica … nè giudiziaria.
Emilio Fragale