WWF: SENTIERI ALPINI, 37.000 CHILOMETRI PER PROTEGGERE LA NATURA

In alta quota c’è una via lunga migliaia di chilometri che attraverso i millenni ha modellato il rapporto tra l’uomo e uno degli ecosistemi più preziosi e selvaggi d’Europa, ha consentito il passaggio di persone, animali, merci e artiglierie, e oggi è una risorsa incalcolabile non solo come valore economico ma anche come strumento di tutela ambientale, che permette di conoscere – e quindi proteggere – le aree più preziose e più a rischio dell’intero arco alpino, dai ghiacciai che scompaiono per il cambiamento climatico (nel Gran Paradiso mancherebbero 20 anni, entro il 2100 sono a rischio quasi tutti quelli italiani), agli ultimi fiumi selvaggi minacciati dalle infrastrutture, fino alle pendici protette dove stambecchi, camosci e anfibi rarissimi vivono al sicuro. È dedicato ai sentieri alpini, un reticolo vivente che si snoda per 37.000 chilometri nelle sole regioni italiane (3.000 km in meno della circonferenza terrestre; e in Trentino Alto Adige ci sono sentieri per 5764 km a fronte di 2413 km di strade!), il secondo capitolo del dossier WWF “Alpi: tetto d’Europa al sicuro”. Un percorso guidato tra passato, presente e (possibile) futuro di questi veri e propri musei alpini a cielo aperto, lanciato oggi in vista di “Biodiversamente: il Festival dell’Ecoscienza”, week-end tra scienza e natura organizzato dal WWF in collaborazione con l’Associazione Nazionale Musei Scientifici (ANMS) e quest’anno dedicato alle Alpi e all’acqua, che il 27-28 ottobre aprirà gratuitamente oltre 100 musei scientifici, science center, orti botanici, acquari, parchi naturali e Oasi WWF con centinaia di iniziative speciali in tutta Italia (www.wwf.it/biodiversamente ).

E poiché è grazie ai sentieri che le montagne più alte d’Europa si possono vivere e conoscere, il WWF lancia l’iniziativa speciale sul web “Narratori delle Alpi: racconta la ‘tua’ montagna” per coinvolgere i cittadini nel raccontare la propria esperienza di queste straordinarie montagne, dei loro sentieri e della loro natura, raccogliendo testimonianze e inviando racconti, foto e video originali sul sito www.wwf.it/alpi fino al 19 novembre. In palio, "Assaggi di Natura " e "Scappatelle di Natura", i nuovi giftbox per due week-end in una Fattoria del Panda o in una località tra le “Perle Alpine”; una speciale visita guidata nell’Oasi WWF di Valtrigona, gioiello alpino nel cuore del Trentino; e 5 libri WWF-Touring “Weekend nella natura” con 45 itinerari all’aria aperta in tutta Italia. Primo “narratore” d’eccezione per il WWF, il presidente della Società Meteorologica Italiana Luca Mercalli, che in un video realizzato per l’iniziativa racconta le montagne dal suo punto di vista, quello delle Alpi come “cerniera” tra le nevi e il Mediterraneo, e quello dei cambiamenti climatici che hanno divorato il 54% dei ghiacciai in un secolo e mezzo e che entro il 2100 rischiano di far scomparire praticamente tutti i ghiacciai italiani, con gravi conseguenze sulla disponibilità di acqua e il dissesto idrogeologico. Nei prossimi giorni toccherà invece al bronzo olimpico di mountain bike Marco Fontana, che racconterà le emozioni della montagna su due ruote, agli esperti del WWF che le Alpi le proteggono ogni giorno sul campo e a tutti i cittadini che vorranno dire la loro partecipando all’iniziativa online.

Nel biennio 2013-2014 l’Italia avrà la presidenza della Convenzione delle Alpi, trattato internazionale che dal 1991 unisce tutti i Paesi alpini per salvaguardare questo prezioso ecosistema e promuovere lo sviluppo sostenibile, e la campagna del WWF vuole rilanciare nel nostro Paese l’attenzione verso la protezione di questi meravigliosi ecosistemi di alta quota. E’ quindi dedicato alla biodiversità alpina anche il nuovo bando per una borsa di studio promosso dal WWF per sostenere la ricerca scientifica “made in Italy” (candidature aperte fino al 10 novembre), mentre alle buone pratiche di conservazione già realizzate verrà assegnato il Panda d’Oro 2012, il prossimo 24 ottobre in una cerimonia ufficiale presso il Museo della Montagna di Torino. A sostenere le Alpi è scesa in campo anche la fiction RAI “Un passo dal Cielo 2” ambientata tra le montagne del Trentino Alto Adige con protagonista Terence Hill: sul sito della fiction curiosità e notizie a cura degli esperti del WWF.

SENTIERI PER LE ALPI: I MAGNIFICI CINQUE PROPOSTI DAL WWF – Mappa e multimedia su www.wwf.it/alpi
I sentieri sono un patrimonio che al pari delle risorse naturali va curato e difeso, ma sono anche un importante strumento di conoscenza, fondamentale punto di partenza per ogni azione di tutela della natura. Nel nuovo capitolo del dossier Alpi, il WWF racconta cinque sentieri simbolici, un percorso guidato alla scoperta di tutti gli elementi di ricchezza e di minaccia da cui una efficace azione di tutela delle Alpi non può prescindere.
1) “GRAN” PARADISO DEGLI STAMBECCHI! (PIEMONTE: Dalla Valle dell’Orco ai piani del Nivolet, 1000 metri di dislivello, acqua e cibo nei rifugi) Il Gran Paradiso è il primo parco nazionale istituto in Italia e insieme a quello d’Abruzzo, quest’anno compie 90 anni. Sopravvissuto alla Grande Guerra, costellato di laghi – e due dighe, per un idroelettrico non sempre sostenibile (sono 550 gli impianti idroelettrici, per oltre 10 MW di potenza e 2900 GWh di produzione annua) – dagli anni ’50 sede di ricerche scientifiche sulla fauna esportate in tutto l’arco alpino e dal 2010 sede di stazioni di rilevamento sul cambiamento climatico da cui proprio in questi giorni è partito un nuovo allarme: entro vent’anni i ghiacciai del Gran Paradiso potrebbero sparire. Qui il ‘signore delle cime’ è lo stambecco, padre di tutta la popolazione alpina della specie a dimostrazione del ruolo fondamentale delle aree protette ben gestite nel difendere la natura: nel XIX secolo ne rimanevano 100 e vivevano solo qui, oggi grazie un progetto di ripopolamento partito proprio dal parco, sono 31 mila individui in tutte le Alpi. E intanto nel cielo vola il raro gipeto, l’uccello più grande dell’arco alpino con quasi 3 metri di apertura alare, che ai primi del ‘900 era dato per estinto.
2) IL TAGLIAMENTO, ULTIMO FIUME SELVAGGIO D’EUROPA (FRIULI VENEZIA GIULIA: 2 ore di cammino da Paese di San Giacomo a S. Giovanni in Monte). Il Tagliamento è il fiume più naturale d’Europa per lo stato di conservazione delle sue sponde, un ponte silenzioso che dalle Alpi porta all’Adriatico, ospita il 50% degli anfibi e rettili di tutta la regione, e viene studiato dalla comunità scientifica internazionale per elaborare strategie di tutela applicate sul Danubio, sul Rodano e anche sul Missouri. Nella sua lunga storia, il Re dei fiumi alpini è stato teatro della Grande Guerra e sta resistendo a gravissime minacce ambientali. Proprio in questi giorni il Tribunale delle Acque ha bloccato un progetto di artificializzazione, fortemente contrastato dal WWF perché inefficace e dannoso, che prevedeva 10 chilometri di casse di espansione proprio nell’area più preziosa (in piena zona SIC). E a febbraio 2012 è stata vinta la battaglia contro la diga idroelettrica dell’affluente Arzino, che avrebbe intaccato uno dei torrenti a maggior pregio ambientale. Ma sono ancora aperti i progetti autostradali del tratto Cimpello-Gemona che taglierebbero boschi e territorio come una ferita incancellabile a fronte di un traffico merci assolutamente inconsistente. Il WWF e un ampio movimento locale sono in azione.
3) L’OASI WWF DI VALTRIGONA, VALLE DI BIODIVERSITA’ (TRENTINO ALTO ADIGE: 2h 30 fino ai 2110 metri di quota). Valtrigona è la perla alpina delle Oasi WWF, acquistata nel 1997 grazie alla generosità dei cittadini italiani nel cuore del Lagorai, in provincia di Trento. Qui vivono praticamente tutte le specie alpine, dai galli cedroni alle aquile reali, dai cervi ai camosci, dalle marmotte, ricomparse proprio a seguito dall’istituzione del’Oasi, fino alla Pernice bianca, uno degli animali più minacciati dai cambiamenti climatici. Un mosaico ecologico, fatto di lariceti secolari, abeti rossi e faggi (nonostante l’alta quota), modellato dai vulcani del Paleozoico, dal ghiaccio e dall’utilizzo da parte dell’uomo che ha realizzato malghe e terreni da pascolo. Oggi le malghe sono esempi di bioedilizia e innovazione: ristrutturate nel rispetto di materiali e dimensioni, hanno pannelli fotovoltaici e una piccola idroturbina per l’energia elettrica, un’area di fitodepurazione per le acque reflue, e offrono ospitalità a eco-turisti con voglia di camminare.
4) IL MONTE “GENEROSO”, PERLA ALPINA DOVE I FIORI “STANNO STRETTI”! (tra LOMBARDIA e SVIZZERA: dal lago di Lugano, 1000 metri di dislivello se si arriva alla cima). Nelle Prealpi Luganesi, a cavallo tra Svizzera e Italia, ci sono i ‘prati magri’ , aree un tempo degradate e oggi riportate alla naturalità grazie a una stretta collaborazione con le comunità locali, dove la densità di flora arriva a 60-100 specie per 100 mq di prato (contro 30 specie vegetali in prati da sfalcio). Unica area della Svizzera dove crescono spontanee le rosse peonie, conta un’intensità di flora ha un paesaggio mozzafiato che guarda al Gran Paradiso, il Monte Rosa e il Cervino. L’area dei Laghi Insubrici è una delle 24 “Perle Alpine” selezionate dal programma Alpi Europeo del WWF per la loro ricchezza naturale, ed è utilizzata come area pilota per testare il modo più efficace per la conservazione della biodiversità nelle perle alpine.
5) LA PIANA DI CHIAVENNA, IL ‘CORRIDOIO’ DELL’ACQUA DA FARE IN BICI (LOMBARDIA 20km da Chiavenna a San Fidelino, tutto in piano!). Un percorso che segue l’acqua tra torrenti, fiumi, laghetti e antichi canali di irrigazione, chiamati “merette” creati di secoli per l’agricoltura locale e oggi sempre più poveri se non prosciugati, soprattutto a causa di prelievi a monte per scopi energetici. Stagno e merette ospitano rane verdi, tritoni comuni e il raro ululone dal ventre giallo (anche se non si vede da alcuni anni). La Provincia di Sondrio e il WWF hanno individuato la Piana come un importante corridoio ecologico per l’attraversamento dei cervi da un versante all’altro della valle. La “connettività” è una delle sfide principali dell’azione WWF, e punta a ricucire, ripristinare e recuperare il territorio attraverso “corridoi biologici” che permettono agli animali di raggiungere le aree protette e di maggiore pregio senza incorrere in minacce e superando i tanti ostacoli rappresentati dalle infrastrutture.