CERTIFICATI (inutili) di IDONEITà SPORTIVA NON AGONISTICA

Egregio Direttore,
arriva l’autunno, si riaprono scuole, palestre, piscine, centri sportivi e la legge prevede per chi li frequenta l’obbligo di presentare un CERTIFICATO di IDONEITA’ ALLA PRATICA SPORTIVA NON AGONISTICA. Con enorme disturbo, e relativa spesa, per chi si deve recare o portare i propri bambini dal Medico per tale certificazione. Chi mi conosce sa bene come la penso, e che ho sempre sostenuto la INUTILITA’ di tale certificazione (necessaria non tanto per tutelare la salute delle persone quanto per esonerare da qualsiasi responsabilità i gestori dei centri sportivi, tant’é vero che non è richiesta per l’Educazione fisica scolastica, ma solo per i Giochi della Gioventù – forse perché equiparati ad attività agonistica?). E cerco di spiegarne i motivi.
-Il Medico, anche con la visita più scrupolosa, non è in grado di rilevare certe patologie sottese, soprattutto cardiache (a meno che non siano già state antecedentemente diagnosticate) che possono costituire un rischio anche mortale in caso di attività fisiche impegnative (vedi recente caso di Cassano e diverse morti improvvise durante attività sportive);
-La distinzione tra attività sportiva agonistica e non agonistica è del tutto teorica e scarsamente aderente alla realtà (es. un bambino che si impegna in una partita amichevole di calcio perché non è da considerarsi agonismo?);
-il Medico dovrebbe al massimo certificare soltanto che con la visita non ha rilevato, ed anche che non è a conoscenza di, patologie che potrebbero controindicare la pratica sportiva non agonistica;
-Il Medico che redige il certificato può anche non essere il Medico di Famiglia o il Pediatra del richiedente e quindi potrebbe ignorare, a meno che non ne venisse informato, patologie latenti (es. epilessia) che potrebbero motivare il rifiuto della certificazione stessa;
-La visita medica “occasionale” per detta certificazione, anche se scrupolosa (completa di es. neurologico e rilevazione della pressione arteriosa) costituisce come un “flash”, una istantanea delle condizioni di salute del soggetto “in quel preciso momento” e non può assolutamente garantire che tale situazione di salute si protrarrà nel futuro, anche prossimo: pertanto la certificazione dovrebbe teoricamente valere solo per quel momento (giorno) in cui è stata effettuata la visita (invece per legge ne è prevista la validità annuale);
-La certificazione richiesta attualmente è troppo “generica” e valida per qualsiasi sport, non facendo alcuna distinzione tra i differenti tipi di sport (alcuni potrebbero essere consentiti, altri invece controindicati);
-Alcune patologie latenti (cardio-vascolari in particolare) non sono diagnosticabili con una semplice visita medica ma possono essere evidenziate solo attraverso esami specialistici (es. ecg, ecodoppler, esami radiologici, ecc.) che non sono (fortunatamente !) richiesti per questo tipo di certificazione;
-Al giorno d’oggi chi non ha un Medico o un Pediatra di Famiglia che non l’abbia mai visitato almeno una volta in tempi recenti? Quindi è a perfetta conoscenza del proprio (e dei suoi figli) stato di salute;

Se ne desume che tale certificazione costituisce una INUTILE PERDITA di TEMPO e di DENARO per i richiedenti, e POTREBBE BENISSIMO ESSERE SOSTITUITA DA UNA AUTOCERTIFICAZIONE (o DICHIARAZIONE SCRITTA dei GENITORI in caso di MINORI) che riporti una dicitura di questo tenore: “IN BASE ALLE CONOSCENZE POSSEDUTE DICHIARO SOTTO LA MIA RESPONSABILITA’ DI ESSERE (oppure: CHE MIO/A FIGLIO/A E’) IN BUONE CONDIZIONI DI SALUTE TALI DA POTER PRATICARE ATTIVITA’ SPORTIVE NON AGONISTICHE”. Chi infatti sarebbe così stolto da certificare il falso, oltretutto sapendo di rischiare grosso per la propria pelle o per quella dei propri figli in caso di sottaciute importanti patologie di cui è a conoscenza??? Potrebbe eventualmente consultarsi col proprio Medico, questo sì, per sapere se esse controindichino o meno certe specifiche attività sportive. Inoltre credo che proprio questa “deresponsabilizzazione”, cioè il demandare ad altri la responsabilità di certe decisioni, sia la causa di molti “incidenti”, a volte prevedibili, che si verificano nel corso di attività sportive, ludiche o agonistiche. Ognuno dovrebbe essere consapevole dei limiti del proprio organismo, oltre i quali sa di rischiare.

Giovanni Dotti (medico in Cardologia e in Pediatria)