RADIO ZANCA: SALVIAMO EMILIO FRAGALE DAI ROTTAMATORI

L’avvocato Emilio Fragale ha l’andatura indaffarata e sempre in altro occupata, da politico degli anni Settanta, il cui pregio non erano i muscoli o le vallette, ma una certa dimessa accortezza. Eppure quelli come Fragale li vogliono rottamare. Mandarli all’ospizio per far posto ai giovani da bar, quelli dalla chiacchiera facile ma dalle idee poche e confuse. Non ci stupisce che la politica sia ridotta male se qualche rottamatore di quartiere pensa di poter fare a meno di uno come Emilio Fragale: per fortuna che Francantonio Genovese non è ancora finito all’ospizio altrimenti sai che festa in città? Scoprire la bravura di Fragale per capire i cattivi allievi di oggi, quelli che a parole fanno la lotta salvo poi ritirarsi alla prima difficoltà o perdita di autostima. Ma chi è Emilio Fragale? Già direttore generale del Comune nel 2005 è senza ombra di dubbio un uomo di altra epoca: calmo, deciso, attento, pianificatore, intuitivo ma defilato quando serve. Rivoluzionario per certi aspetti seppur grande democristiano nell’animo. E nel carattere. Oggi con le nuove elezioni dietro la porta Fragale rischia di ritrovarsi chiamato in campo senza volerlo. Sì, perché quando il mare è in tempesta, sono i politici come Fragale a salvare la barca che rischia di affondare. E sarà perché il Comune è sempre un mare in tempesta e l’isterica politica locale s’era già sfogata immolando qualcuno che non sarà utile, sarà per la sua tenacia da pedalatore diccì, ma oggi più di ieri torna in pista Fragale. Torna per riscrivere il programma di Genovese. Palazzo Zanca in questi anni di Buzzanca ha approvato numeri che forse avrebbe dovuto rileggere con maggiore attenzione, un Bilancio smagrito e le linee guida della città che non sarà mai città di speranza. Buzzanca è alle corde eppure il fischio dell’arbitro non arriva per sancire la sua sconfitta. Gli unici fischi uditi in Consiglio comunale sono di circostanza dei tifosi dell’opposizione, e la consueta caccia estiva dei media per scoprire buchi e tagli. La caduta del pil Messina ha rovesciato il sistema dei conti: dal gioco a uomo si passa alla zona. Ci vuole coraggio per costruire un camino: in questo ultimo anno Fragale ha rovesciato le regole così facendo ha ottenuto un assenso. Ha incastrato il tu per tu e le smanie dei singoli condottieri locali in un vincolo preliminare, non più residuo. Un documento di linee guida da cui partire per salvare Messina. In tempi di confusione e di chiacchiere da bar il prodotto è risultato interessante: altro che rottamare Fragale, quelli come lui vanno salvaguardati dal contagio dei cretini. Che in politica purtroppo non mancano mai. Il problema nell’assemblee cittadine è proprio questo: che si può trovare di tutto. Dalle migliori teste alle menti peggiori. D’altronde i cittadini chi sono? Solo un problema al momento del voto. Per distrarre e confondere i cittadini, la Prima repubblica dava loro la speranza, anzi l’illusione del posto di lavoro pubblico, ora, la Seconda repubblica, visto che annoia (in questo a Messina siamo stati antesignani), solo qualche giorno di lavoro in una cooperativa che non paga! E per annebbiare più possibile la mente, si catalizza l’attenzione dei cittadini su falsi successi. Abbiamo realizzato, abbiamo fatto, abbiamo ottenuto. Queste le parole usate dal sindaco dai suoi assessori. Parole, parole, parole che puntualmente vengono smentite da chi, come il Sole 24 Ore, verifica la qualità reale della vita nelle città italiane, relegandoci puntualmente tra le ultime città d’Italia. E la nostra classe politica, senza orgoglio e senza pudore che fa? Porta in gita, tra i rifiuti i vecchietti.