Noi che abbiamo marciato oggi per l’amnistia, la giustizia e la libertà

Diceva Voltaire “non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri perché è da esse che si misura il grado di civiltà di una nazione”. E una nazione in cui, allo stato attuale, ci sono 180 mila prescrizioni l’anno, 10 milioni di processi pendenti tra civile e penale, 67 mila detenuti in tutto per una capienza massima di 45 mila,è palesemente uno Stato fuori legge e le diverse condanne ricevute negli anni dalla Corte Penale Internazionale dei Diritti dell’Uomo ne sono la concreta dimostrazione! Abbiamo marciato oggi per l’amnistia, la giustizia e la libertà; una riforma strutturale della giustizia è la priorità su cui intervenire nell’immediato poichè è da questa che dipendono democrazia e legalità, così dimenticati nel nostro Paese tanto da divenire sorvegliato speciale in sede europea. Se non teniamo presente il problema del diritto e quello delle leggi ci troviamo in una situazione di flagranza di un comportamento tecnicamente- e non moralmente- criminale. Perchè violando la nostra Costituzione, violiamo i diritti umani. E a chi dice che per l’aministia non ci sono le condizioni politiche, rispondo che il problema di una politica seria è quello di creare il nuovo possibile e non di raschiare il fondo del possibile di ieri.

Liliana Chiaramello